Era stato condannato a scontare una pena di 5 anni e mezzo per non aver denunciato gli abusi su alcuni alunni, da parte di un maestro della scuola elementare che dirigeva. Ma per l’ex preside, ora pensionato, di un istituto di Quarto Oggiaro, a Milano, è arrivata l’assoluzione.
Perciò il comportamento del preside milanese, Fausto Caielli, non può essere considerato reato. A dirlo le dichiarazioni dei giudici d’appello del capoluogo lombardo.
Lo stesso Caielli ha detto inoltre:
Per evitare, quindi, il diffondersi di denunce basate su meri sospetti, dovrebbe esserci certezza, non dubbio.
Ma se quel dubbio, pure infondato, dovesse rappresentare verità, allora dove andrebbe a finire la tutela dei bambini?
Perciò il comportamento del preside milanese, Fausto Caielli, non può essere considerato reato. A dirlo le dichiarazioni dei giudici d’appello del capoluogo lombardo.
“Io ho agito in perfetta buona fede. Certo, se tornassi indietro, denuncerei subito. La verità però è che io ho temporeggiato per capire davvero quale fosse la situazione e in quel momento mi sembrava inverosimile che il maestro potesse fare quello che in realtà ha fatto dentro la classe”. L’uomo avrebbe raccontato inoltre che non ricevette alcuna denuncia scritta da parte dei genitori, i quali “anche dopo avermi raccontato alcune cose continuavano a mandare i loro figli a scuola”.
Per evitare, quindi, il diffondersi di denunce basate su meri sospetti, dovrebbe esserci certezza, non dubbio.
Il semplice dubbio non legittimerebbe la denuncia all’autorità giudiziaria.
Ma se quel dubbio, pure infondato, dovesse rappresentare verità, allora dove andrebbe a finire la tutela dei bambini?