La radio cambia canale
Addio alle vecchie frequenze Fm. Ora si ascolterà in digitale.
Già 15 anni fa la Bbc lanciò la prima radio in Dab, ovvero un standard frutto di ricerche nate nell’ambito del progetto Eureka 147 negli Anni 80.
La canzone la ricordano tutti. «Viaggia bene ad onde medie, a modulazione di frequenza». Era Ivano Fossati, era La mia banda suona il rock. Era la vecchia radio Fm.
Oggi cambia tutto e dalla modulazione di frequenza (l’Fm, appunto) si prepara a una rivoluzione. Ora la nuova frontiera potrebbe essere il Dab, il Digital audio broadcast. In realtà non si tratta di una novità assoluta. Già 15 anni fa la Bbc lanciò la prima radio in Dab, ovvero un standard frutto di ricerche nate nell’ambito del progetto Eureka 147 negli Anni 80, e rimasto in auge fino al 2007, quando è arrivato il DAB+. Adesso però le ricerche iniziano a dare frutti concreti. Anche con una prospettiva futura. Perché oggi il Digital audio broadcasting sta alla radio come il digitale terrestre sta alla tivù.
LA PRIMA AREA DIGITALE RADIOFONICA. I primi esperimenti italiani arrivano dal Trentino, dove si punta a creare la prima area digitale radiofonica in tutta la provincia autonoma.Il progetto è assolutamente pionieristico in Italia, mentre in Europa già si sono attrezzati e, infatti, non è un caso che proprio Fabrizio Guidi, presidente del Club Dab Italia, non nasconda il suo entusiasmo verso l’iniziativa.«Finalmente» ha spiegato Guidi, «il digitale radiofonico dopo l'Europa arriva definitivamente in Italia grazie all'impegno di un gruppo di importanti editori radiofonici privati nazionali».
NASCE LA PRIMA RETE NAZIONALE. Anche perché proprio il Club Dab Italia, che conta tra i suoi soci le maggiori realtà radiofoniche nazionali (Radio DeeJay, Radio Capital, Radio101, Rds, Radio 24, Radio Radicale e anche Radio Maria) ha da poco ottenuto l’autorizzazione per realizzare la prima rete radiofonica nazionale totalmente digitale.
Superato il problema della copertura
La diffusione del digitale permetterebbe la creazione di un numero pressoché infinito di frequenze digitali distruggendo il mercato delle frequenze analogiche oggi limitate e tutte vendute.
Il passo avanti permesso dal sistema digitale è notevole sia in termini di copertura del territorio sia in termine di qualità del suono ricevuto. Se oggi, infatti, esiste ancora il problema della copertura anche nel caso di emittenti nazionali proprietarie di frequenze nazionali, con il sistema Dab il tutto dovrebbe essere risolto.
LA STABILITÀ DEI SEGNALI DIGITALI. La risoluzione dell’arcano sta nella stabilità dei segnali digitali e nella possibilità di riceverli più agevolmente rispetto a quelli analogici. E, proprio in riferimento a questo, è sensato e interessante che proprio una località montana, come il Trentino, faccia da apripista. Quanti di noi in montagna fanno fatica a ricevere il segnale radio durante una gita in macchina? Quante volte si è fatto ricorso al Bsm (best station memory) per permettere alla nostra radio di rintracciare automaticamente il miglior segnale analogico Fm e riuscire ad ascoltare musica senza salti o ronzii in cassa?
UN BOLLINO E NUOVI MEZZI ADEGUATI. Una rivoluzione anche per gli apparecchi. Per riuscire a ricevere le nuove frequenze sarà necessario un apparecchio dotato di un sistema ricevitore adeguato alle nuove frequenze digitali (DAB+) contraddistinto da un “bollino” di colore bianco che riporti la sigla Ard, Associazione per la Radiofonia Digitale in Italia.
LA MORTE DEL MERCATO DELLE FREQUENZE. La copertura totale digitale con sistema Dab ha a che fare, poi, anche con altre due questioni decisamente complesse. In primis, bypasserebbe le compagnie telefoniche che guardavano già al mercato delle web radio in auto.
E in secondo luogo permetterebbero la creazione di un numero pressoché infinito di frequenze digitali distruggendo il mercato delle frequenze analogiche oggi limitate e tutte vendute.
LO SMARTPHONE COME 'PONTE-RADIO'. La domanda non è banale perché è davvero semplice oggi connettere uno smartphone alla propria radio e, utilizzando la connessione internet dell’iPhone di turno, diffondere il suono di una web radio all’interno della propria casa o dell’abitacolo dell’automobile.
Però, se nel primo caso, la stabilità della connessione può essere garantita, nel caso dell’ascolto in mobilità non è così. E il problema non è da poco perché si stima che ben il 70% dell’ascolto radio avviene proprio in auto. Ossia, appunto, in mobilità. L’instabilità della copertura telefonica rappresenta un ostacolo che la stabilità della copertura digitale potrebbe superare.
SENZA IL BISOGNO DI UNA CONNESSIONE. Poi c'è l'altra, annosa, questione. Quanto vale oggi una frequenza? Tantissimo. Quanto varrà domani una frequenza? La risposta a questa domanda andrebbe chiesta a chi vede il passaggio dalle frequenze analogiche a quelle digitali come un problema più che come un’opportunità. Certo è che il campo si apre e le tante web radio potrebbero arrivare nelle case e nelle auto senza necessariamente avere una connessione. Tempi nuovi per le “vecchie” radio libere? Mica una brutta prospettiva.
Addio alle vecchie frequenze Fm. Ora si ascolterà in digitale.
Già 15 anni fa la Bbc lanciò la prima radio in Dab, ovvero un standard frutto di ricerche nate nell’ambito del progetto Eureka 147 negli Anni 80.
La canzone la ricordano tutti. «Viaggia bene ad onde medie, a modulazione di frequenza». Era Ivano Fossati, era La mia banda suona il rock. Era la vecchia radio Fm.
Oggi cambia tutto e dalla modulazione di frequenza (l’Fm, appunto) si prepara a una rivoluzione. Ora la nuova frontiera potrebbe essere il Dab, il Digital audio broadcast. In realtà non si tratta di una novità assoluta. Già 15 anni fa la Bbc lanciò la prima radio in Dab, ovvero un standard frutto di ricerche nate nell’ambito del progetto Eureka 147 negli Anni 80, e rimasto in auge fino al 2007, quando è arrivato il DAB+. Adesso però le ricerche iniziano a dare frutti concreti. Anche con una prospettiva futura. Perché oggi il Digital audio broadcasting sta alla radio come il digitale terrestre sta alla tivù.
LA PRIMA AREA DIGITALE RADIOFONICA. I primi esperimenti italiani arrivano dal Trentino, dove si punta a creare la prima area digitale radiofonica in tutta la provincia autonoma.Il progetto è assolutamente pionieristico in Italia, mentre in Europa già si sono attrezzati e, infatti, non è un caso che proprio Fabrizio Guidi, presidente del Club Dab Italia, non nasconda il suo entusiasmo verso l’iniziativa.«Finalmente» ha spiegato Guidi, «il digitale radiofonico dopo l'Europa arriva definitivamente in Italia grazie all'impegno di un gruppo di importanti editori radiofonici privati nazionali».
NASCE LA PRIMA RETE NAZIONALE. Anche perché proprio il Club Dab Italia, che conta tra i suoi soci le maggiori realtà radiofoniche nazionali (Radio DeeJay, Radio Capital, Radio101, Rds, Radio 24, Radio Radicale e anche Radio Maria) ha da poco ottenuto l’autorizzazione per realizzare la prima rete radiofonica nazionale totalmente digitale.
Superato il problema della copertura
La diffusione del digitale permetterebbe la creazione di un numero pressoché infinito di frequenze digitali distruggendo il mercato delle frequenze analogiche oggi limitate e tutte vendute.
Il passo avanti permesso dal sistema digitale è notevole sia in termini di copertura del territorio sia in termine di qualità del suono ricevuto. Se oggi, infatti, esiste ancora il problema della copertura anche nel caso di emittenti nazionali proprietarie di frequenze nazionali, con il sistema Dab il tutto dovrebbe essere risolto.
LA STABILITÀ DEI SEGNALI DIGITALI. La risoluzione dell’arcano sta nella stabilità dei segnali digitali e nella possibilità di riceverli più agevolmente rispetto a quelli analogici. E, proprio in riferimento a questo, è sensato e interessante che proprio una località montana, come il Trentino, faccia da apripista. Quanti di noi in montagna fanno fatica a ricevere il segnale radio durante una gita in macchina? Quante volte si è fatto ricorso al Bsm (best station memory) per permettere alla nostra radio di rintracciare automaticamente il miglior segnale analogico Fm e riuscire ad ascoltare musica senza salti o ronzii in cassa?
UN BOLLINO E NUOVI MEZZI ADEGUATI. Una rivoluzione anche per gli apparecchi. Per riuscire a ricevere le nuove frequenze sarà necessario un apparecchio dotato di un sistema ricevitore adeguato alle nuove frequenze digitali (DAB+) contraddistinto da un “bollino” di colore bianco che riporti la sigla Ard, Associazione per la Radiofonia Digitale in Italia.
LA MORTE DEL MERCATO DELLE FREQUENZE. La copertura totale digitale con sistema Dab ha a che fare, poi, anche con altre due questioni decisamente complesse. In primis, bypasserebbe le compagnie telefoniche che guardavano già al mercato delle web radio in auto.
E in secondo luogo permetterebbero la creazione di un numero pressoché infinito di frequenze digitali distruggendo il mercato delle frequenze analogiche oggi limitate e tutte vendute.
LO SMARTPHONE COME 'PONTE-RADIO'. La domanda non è banale perché è davvero semplice oggi connettere uno smartphone alla propria radio e, utilizzando la connessione internet dell’iPhone di turno, diffondere il suono di una web radio all’interno della propria casa o dell’abitacolo dell’automobile.
Però, se nel primo caso, la stabilità della connessione può essere garantita, nel caso dell’ascolto in mobilità non è così. E il problema non è da poco perché si stima che ben il 70% dell’ascolto radio avviene proprio in auto. Ossia, appunto, in mobilità. L’instabilità della copertura telefonica rappresenta un ostacolo che la stabilità della copertura digitale potrebbe superare.
SENZA IL BISOGNO DI UNA CONNESSIONE. Poi c'è l'altra, annosa, questione. Quanto vale oggi una frequenza? Tantissimo. Quanto varrà domani una frequenza? La risposta a questa domanda andrebbe chiesta a chi vede il passaggio dalle frequenze analogiche a quelle digitali come un problema più che come un’opportunità. Certo è che il campo si apre e le tante web radio potrebbero arrivare nelle case e nelle auto senza necessariamente avere una connessione. Tempi nuovi per le “vecchie” radio libere? Mica una brutta prospettiva.