Pasta e pane sono sempre più cari e gli italiani si preparano a dire addio alla dieta mediterranea. La dieta che tutti ci invidiano non ce la possiamo più permettere. Il prezzo del pane fresco aumenta del 22,1% e quello della pasta di semola di grano duro del 36,6%, così mangiare diventa un lusso.
E se nel mese di dicembre scorso uno studio stimava un minimo di 9 euro al giorno ed a persona per mangiare in maniera sana, la cifra è destinata a salire con il carrello della spesa al top dal 2008, secondo i recenti dati Istat sull‘inflazione. Aumenti che svuotano il carrello di6 italiani su 10, secondo la Coldiretti. Inflazione e rincari portano via dalle tavole verdura, pasta e olio: proprio gli alimenti della dieta mediterranea che, nel Cilento, sono considerati elisir di lunga vita.
Alla base dell’aumento del prezzo di pasta e pane c’è l’aumento dei costi di produzione della farina, che a luglio 2012 sono stati superiori del 40,1% rispetto a quelli di gennaio 2007. Così i prezzi alla produzione del pane fresco risultano in leggera e costante crescita dall’inizio del 2008. Rispetto a gennaio 2007, a luglio 2012 i prezzi aumentano del 14,4%.
Per la filiera della pasta di semola di grano duro i prezzi alla produzione delle paste alimentari registrano a giugno 2008 un aumento massimo del 69,9%, rispetto a gennaio 2007. La riduzione successiva è stata di circa 20 punti percentuali. Dopo aumenti di oltre il 40% registrati tra il 2007 e il 2008, i prezzi al consumo della pasta di semola di grano duro risultano in leggera flessione nel 2009-2010, per poi aumentare di nuovo negli ultimi due anni.
Il 61% degli italiani ha svuotato il proprio carrello della spesa, secondo un’analisi di Coldiretti ed Swg. Se l’inflazione è salita del 4,3% nel 2012 l’effetto è stato quello di ridurre il potere d’acquisto degli italiani a fronte dell’aumento dei prezzi.
L’aumento record del 14,2% di benzina e gasolio, rileva la Coldiretti, ha ridotto le disponibilità per le altre spese delle famiglie, nonostante i prezzi dei prodotti alimentari siano aumentati in media solo del 2,5%. Il risultato è, secondo la Coldiretti, che oltre 6 italiani su 10 vanno a caccia di offerte speciali tra le corsie dei supermercati più che in passato, mentre il 49% fa la spola tra diversi negozi per confrontare i prezzi più convenienti.
A cambiare, conclude la Coldiretti su dati Ismea-Gfk-Eurisko relativi ai primi nove mesi del 2012, è stato anche il menu con più pasta e gnocchi ( 1,1%) e uova ( 0,4%) e meno pesce fresco (-3,4%), vino (-3%), frutta (-1,9%) e carne (-0,4%). Ma con i rincari sulla pasta bisognerà attendere i nuovi dati.
Insomma il carrello della spesa del 2012 è stato (purtroppo) da record. Il 4,3% degnato nel 2012 è stato un rialzo superiore al 3,5% del 2011 e un record dal 2008, quando fu registrato il maggior rialzo su base annua .
Ecco l’elenco dei prodotti alimentari che nel 2012 hanno visto salire o scendere il proprio prezzo. I dati sono riferiti alla variazione media annua dei prezzi elaborata dall’Istat.
- Riso, 3,1%;
- Pane: 2,4%;
- Pasta: 2,2%;
- Olio d’oliva: -0,4%;
- Carne bovina: 2,6%;
- Pesce: 1,7%;
- Latte fresco: 2,6%;
- Frutta fresca: 1,8%;
- Caffè: 8,3%;
- Vini: 3,5%.
Alla base dell’aumento del prezzo di pasta e pane c’è l’aumento dei costi di produzione della farina, che a luglio 2012 sono stati superiori del 40,1% rispetto a quelli di gennaio 2007. Così i prezzi alla produzione del pane fresco risultano in leggera e costante crescita dall’inizio del 2008. Rispetto a gennaio 2007, a luglio 2012 i prezzi aumentano del 14,4%.
Per la filiera della pasta di semola di grano duro i prezzi alla produzione delle paste alimentari registrano a giugno 2008 un aumento massimo del 69,9%, rispetto a gennaio 2007. La riduzione successiva è stata di circa 20 punti percentuali. Dopo aumenti di oltre il 40% registrati tra il 2007 e il 2008, i prezzi al consumo della pasta di semola di grano duro risultano in leggera flessione nel 2009-2010, per poi aumentare di nuovo negli ultimi due anni.
Il 61% degli italiani ha svuotato il proprio carrello della spesa, secondo un’analisi di Coldiretti ed Swg. Se l’inflazione è salita del 4,3% nel 2012 l’effetto è stato quello di ridurre il potere d’acquisto degli italiani a fronte dell’aumento dei prezzi.
L’aumento record del 14,2% di benzina e gasolio, rileva la Coldiretti, ha ridotto le disponibilità per le altre spese delle famiglie, nonostante i prezzi dei prodotti alimentari siano aumentati in media solo del 2,5%. Il risultato è, secondo la Coldiretti, che oltre 6 italiani su 10 vanno a caccia di offerte speciali tra le corsie dei supermercati più che in passato, mentre il 49% fa la spola tra diversi negozi per confrontare i prezzi più convenienti.
A cambiare, conclude la Coldiretti su dati Ismea-Gfk-Eurisko relativi ai primi nove mesi del 2012, è stato anche il menu con più pasta e gnocchi ( 1,1%) e uova ( 0,4%) e meno pesce fresco (-3,4%), vino (-3%), frutta (-1,9%) e carne (-0,4%). Ma con i rincari sulla pasta bisognerà attendere i nuovi dati.
Insomma il carrello della spesa del 2012 è stato (purtroppo) da record. Il 4,3% degnato nel 2012 è stato un rialzo superiore al 3,5% del 2011 e un record dal 2008, quando fu registrato il maggior rialzo su base annua .
Ecco l’elenco dei prodotti alimentari che nel 2012 hanno visto salire o scendere il proprio prezzo. I dati sono riferiti alla variazione media annua dei prezzi elaborata dall’Istat.
- Riso, 3,1%;
- Pane: 2,4%;
- Pasta: 2,2%;
- Olio d’oliva: -0,4%;
- Carne bovina: 2,6%;
- Pesce: 1,7%;
- Latte fresco: 2,6%;
- Frutta fresca: 1,8%;
- Caffè: 8,3%;
- Vini: 3,5%.