Il bimbo accusato ingiustamente di aver rubato 5 dollari. Interrogato per 4 ore «come un criminale incallito»
Buttato in cella, ammanettato al muro, interrogato per ore come fosse un malfattore tra i peggiori. Invece era un bimbetto di 7 anni, ingiustamente accusato - almeno stando al suo avvocato - di aver «rapinato» di 5 dollari un suo coetaneo nei giardinetti della scuola elementare. E' successo a New York, nel violento quartiere del Bronx, e ora la madre del piccino ha chiesto alla polizia un risarcimento di 250 milioni di euro per lo choc subìto a causa del maltrattamento degli agenti.
Secondo una ricostruzione fornita dal legale della famiglia, Jack Yankowitz, e dalla stessa mamma dello scolaro, Frances Mendez, tutto sarebbe nato da una specie di grosso equivoco che ha visto vittima il bambino, Wilson Reyes, poco prima dell'ingresso in aula, la mattina del 4 dicembre. Un gruppetto di 3 bimbetti stava giocando nel giardino della scuola elementare quando dalla tasca di uno di loro sarebbe caduta una banconota di 5 dollari.
Il piccolo Wilson si sarebbe chinato per raccoglierla ma uno degli altri scolari ha invece gridato che la stava rubando. A questo punto i due si sarebbero azzuffati e la rissa si sarebbe subito estesa ad altri bimbetti. Un parapiglia fermato soltanto quando qualcuno del personale scolastico avrebbe chiamato il 911 (il «113» degli Stati Uniti, ndr) dando l'allarme per «rissa e rapina».
Le auto del Nypd sono arrivate a sirene spiegate e gli agenti avrebbero caricato Wilson, additato da tutti come autore del furto (anche se successivamente, dice l'avvocato, dal fascicolo giudiziario si è appreso che il colpevole sarebbe stato un altro). Una volta portato al posto di polizia il bimbetto sarebbe stato ammanettato e interrogato, un trattamento per nulla dissimile a quello che in altre circostanze sarebbe stato riservato a malviventi più cresciutelli del piccolo Wilson.
A trovarlo con le manette legate ai polsi è stata la madre del piccolo. Sulle prime - stando a quanto riferito dalla donna e dall'avvocato - la polizia non le avrebbe permesso di vedere il figlio mentre soltanto 4 ore dopo dal momento dell'«arresto» un agente le avrebbe dato il permesso di entrare nella cella di sicurezza dove Wilson era stato rinchiuso, assicurandolo al muro con le manette al polso sinistro. Senza starci a pensare troppo, Frances Mendez ha scattato al bimbo una foto consegnata al legale che poi ha avviato la richiesta-danni. «E' incomprensibile quello che ha fatto la polizia - è l'opinione dell'avvocato Yankowitz -, hanno trattato quel bimbo come se fosse un criminale incallito».
Di tutt'altro avviso la versione della polizia. L'allarme è stato dato «per rapina e rissa» - ha spiegato un portavoce al New York Post che si è occupato dell'accaduto - mentre la «reclusione» del bimbetto sarebbe durata due ore, e non le quattro di cui parla la madre. Wilson Reyes sarebbe stato trattato come qualunque altro minore sospettato di reato.
Ma un altro scolaro, intervistato stavolta dal Daily News, descrive Wilson non come la vittima di un «errore giudiziario» bensì come un vero e proprio «bulletto» prepotente e per nulla amato dai compagni di scuola. «Mi insulta e mi prendere regolarmente a calci - è stato lo sfogo - e mi auguro che le manette non gliele tolgano mai».
Secondo una ricostruzione fornita dal legale della famiglia, Jack Yankowitz, e dalla stessa mamma dello scolaro, Frances Mendez, tutto sarebbe nato da una specie di grosso equivoco che ha visto vittima il bambino, Wilson Reyes, poco prima dell'ingresso in aula, la mattina del 4 dicembre. Un gruppetto di 3 bimbetti stava giocando nel giardino della scuola elementare quando dalla tasca di uno di loro sarebbe caduta una banconota di 5 dollari.
Il piccolo Wilson si sarebbe chinato per raccoglierla ma uno degli altri scolari ha invece gridato che la stava rubando. A questo punto i due si sarebbero azzuffati e la rissa si sarebbe subito estesa ad altri bimbetti. Un parapiglia fermato soltanto quando qualcuno del personale scolastico avrebbe chiamato il 911 (il «113» degli Stati Uniti, ndr) dando l'allarme per «rissa e rapina».
Le auto del Nypd sono arrivate a sirene spiegate e gli agenti avrebbero caricato Wilson, additato da tutti come autore del furto (anche se successivamente, dice l'avvocato, dal fascicolo giudiziario si è appreso che il colpevole sarebbe stato un altro). Una volta portato al posto di polizia il bimbetto sarebbe stato ammanettato e interrogato, un trattamento per nulla dissimile a quello che in altre circostanze sarebbe stato riservato a malviventi più cresciutelli del piccolo Wilson.
A trovarlo con le manette legate ai polsi è stata la madre del piccolo. Sulle prime - stando a quanto riferito dalla donna e dall'avvocato - la polizia non le avrebbe permesso di vedere il figlio mentre soltanto 4 ore dopo dal momento dell'«arresto» un agente le avrebbe dato il permesso di entrare nella cella di sicurezza dove Wilson era stato rinchiuso, assicurandolo al muro con le manette al polso sinistro. Senza starci a pensare troppo, Frances Mendez ha scattato al bimbo una foto consegnata al legale che poi ha avviato la richiesta-danni. «E' incomprensibile quello che ha fatto la polizia - è l'opinione dell'avvocato Yankowitz -, hanno trattato quel bimbo come se fosse un criminale incallito».
Di tutt'altro avviso la versione della polizia. L'allarme è stato dato «per rapina e rissa» - ha spiegato un portavoce al New York Post che si è occupato dell'accaduto - mentre la «reclusione» del bimbetto sarebbe durata due ore, e non le quattro di cui parla la madre. Wilson Reyes sarebbe stato trattato come qualunque altro minore sospettato di reato.
Ma un altro scolaro, intervistato stavolta dal Daily News, descrive Wilson non come la vittima di un «errore giudiziario» bensì come un vero e proprio «bulletto» prepotente e per nulla amato dai compagni di scuola. «Mi insulta e mi prendere regolarmente a calci - è stato lo sfogo - e mi auguro che le manette non gliele tolgano mai».