Ha tenuto per quattro giorni i soldi della gita scolastica in borsa. Il piccolo "viaggio" degli alunni era già avvenuto, ma lei, la maestra, aveva lasciato il denaro nella sacca che portava a scuola. Ed è proprio all'interno dell'istituto che si è avverato il peggio: qualcuno le ha rubato la somma, 360 euro in tutto. L'incidente è costato all'insegnante di una quarta elementare del Veneziano la sospensione di due giorni dalle lezioni e dallo stipendio.
Una "sbadataggine" costata cara. Pronta a far valere le sue ragioni, l'insegnante si è rivolta al tribunale del lavoro di Venezia, ma il giudice Margherita Bortolaso le ha dato torto. Tre erano le contestazioni dell'ufficio scolastico alla maestra provate durante le udienze: non aver avvisato tempestivamente del furto la preside, non aver ancora pagato una gita scolastica nonostante i soldi in borsa da 96 ore e soprattutto il fatto di non aver vigilato bene su quella somma, custodita in una busta. «Si è trattato di violazioni e negligenze – scrive il giudice – rispetto alle quali la sanzione della sospensione di due giorni dal servizio risulta proporzionata, considerata la rilevante entità del danaro in custodia e la palese superficialità nella scelta delle modalità di custodia».