Gli Azzurri occupano l'ottavo posto nel Ranking, ma il Brasile sarà testa di serie d'ufficio e dunque, attualmente, i ragazzi di Prandelli non sarebbero in prima fascia.
Fare bene alla Confederations Cup per il blasone, ma soprattutto per il ranking Fifa ed evitare il rischio girone di ferro al Mondiale brasiliano dell'anno prossimo. A un anno dal via della rassegna iridata bisogna mettere mano alla calcolatrice e conquistare più punti e vittorie possibili. Vietato, quindi, commettere l'errore dei nostri club, che hanno per anni snobbato la classifica della Uefa fino a perdere un posto in Champions League.
Da qui al 6 dicembre, giorno in cui verranno sorteggiati gli otto gironi della fase finale, i ragazzi di Prandelli non possono sbagliare un colpo (o quasi). L'Italia, infatti, occupa l'ottavo posto del ranking mondiale, ma visto che il Brasile paese organizzatore è testa di serie d'ufficio gli azzurri sono attualmente fuori dalle otto teste di serie. Il ché, in soldoni, significa rischiare un girone di ferro nell'estrazione di Costa do Sauipe (Salvador de Bahia).
Insomma, già a partire dalla gara di domani con il Giappone vietato fare passi falsi, anche perché il coefficiente di difficoltà delle sfide della Confederations Cup è alto (3), secondo solo alle partite della fase finale della Coppa del Mondo (4). Poi c'è lo scoglio Brasile, eventuale semifinale e finale (o sfida 3°/4° posto) prima di godersi le vacanze e rituffarsi a settembre nelle qualificazioni.
Per scaldare il motore (sempre ingolfato in estate) ad agosto un'amichevole con una squadra ancora da definire, il grande tallone d'Achille della squadra di Prandelli, prima del rush finale nella corsa alla qualificazione mondiale con i match contro Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca ed Armenia (tutti in casa a parte la partita con i danesi).
Un poker di vittorie potrebbe garantire agli azzurri di resistere all'assalto dell'Inghilterra (nona a soli due punti) e provare a superare una tra Colombia e Portogallo, le due nazionali che ci stanno davanti nella classifica mondiale. L'alternativa, ben poco sportiva, è quella di tifare contro i lusitani (sesti) e la Croazia (quarta): se una delle due (entrambe sono a rischio spareggio) non parteciperà a Brasile 2014, per gli azzurri il posto da testa di serie sarebbe garantito.
In caso, contrario, invece, rischiamo di fare la fine della Francia nel 2010, quando i nostri cugini transalpini finirono nel gruppo di ferro con i padroni di casa del Sudafrica, Uruguay e Messico e ci lasciarono le penne. Premettendo che ad ora solo Brasile e Giappone sono sicure di essere al via il prossimo 12 giugno, se la Dea Bendata si volterà dall'altra parte, ecco che il sorteggio potrebbe regalarci Spagna, Uruguay e Usa, oppure il più morbido ma sempre ostico raggruppamento con Brasile, Giappone e Costa d'Avorio.
Per una squadra che si esalta nelle difficoltà e nelle sfide di cartello potrebbe anche non essere un male assoluto. Anche perché nel 2010 nemmeno il più pessimista dei tifosi poteva immaginarsi di non passare agli ottavi in un girone con Paraguay, Slovacchia e Nuova Zelanda.
Fare bene alla Confederations Cup per il blasone, ma soprattutto per il ranking Fifa ed evitare il rischio girone di ferro al Mondiale brasiliano dell'anno prossimo. A un anno dal via della rassegna iridata bisogna mettere mano alla calcolatrice e conquistare più punti e vittorie possibili. Vietato, quindi, commettere l'errore dei nostri club, che hanno per anni snobbato la classifica della Uefa fino a perdere un posto in Champions League.
Da qui al 6 dicembre, giorno in cui verranno sorteggiati gli otto gironi della fase finale, i ragazzi di Prandelli non possono sbagliare un colpo (o quasi). L'Italia, infatti, occupa l'ottavo posto del ranking mondiale, ma visto che il Brasile paese organizzatore è testa di serie d'ufficio gli azzurri sono attualmente fuori dalle otto teste di serie. Il ché, in soldoni, significa rischiare un girone di ferro nell'estrazione di Costa do Sauipe (Salvador de Bahia).
Insomma, già a partire dalla gara di domani con il Giappone vietato fare passi falsi, anche perché il coefficiente di difficoltà delle sfide della Confederations Cup è alto (3), secondo solo alle partite della fase finale della Coppa del Mondo (4). Poi c'è lo scoglio Brasile, eventuale semifinale e finale (o sfida 3°/4° posto) prima di godersi le vacanze e rituffarsi a settembre nelle qualificazioni.
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Un poker di vittorie potrebbe garantire agli azzurri di resistere all'assalto dell'Inghilterra (nona a soli due punti) e provare a superare una tra Colombia e Portogallo, le due nazionali che ci stanno davanti nella classifica mondiale. L'alternativa, ben poco sportiva, è quella di tifare contro i lusitani (sesti) e la Croazia (quarta): se una delle due (entrambe sono a rischio spareggio) non parteciperà a Brasile 2014, per gli azzurri il posto da testa di serie sarebbe garantito.
In caso, contrario, invece, rischiamo di fare la fine della Francia nel 2010, quando i nostri cugini transalpini finirono nel gruppo di ferro con i padroni di casa del Sudafrica, Uruguay e Messico e ci lasciarono le penne. Premettendo che ad ora solo Brasile e Giappone sono sicure di essere al via il prossimo 12 giugno, se la Dea Bendata si volterà dall'altra parte, ecco che il sorteggio potrebbe regalarci Spagna, Uruguay e Usa, oppure il più morbido ma sempre ostico raggruppamento con Brasile, Giappone e Costa d'Avorio.
Per una squadra che si esalta nelle difficoltà e nelle sfide di cartello potrebbe anche non essere un male assoluto. Anche perché nel 2010 nemmeno il più pessimista dei tifosi poteva immaginarsi di non passare agli ottavi in un girone con Paraguay, Slovacchia e Nuova Zelanda.