Il papà di Apple in un video inedito: «I miei sistemi non sono destinati a essere ammirati e a sopravvivere nei secoli»
«Ogni cosa che ho fatto nella mia vita diventerà obsoleta prima dei miei 50 anni», diceva un trentanovenne Jobs, per nulla consapevole del segno che avrebbe lasciato nell’umanità, in un inedito video del 1994 rispolverato dal canale di YouTube EverySteveJobsVideo . «I miei sistemi non sono la stessa cosa di un quadro o di una Chiesa e non sono destinati a essere ammirati e a sopravvivere nei secoli», aggiungeva il fondatore di Apple, precisando di percepirsi come uno strato di roccia che sedimenta e che è solo una piccola parte di una montagna alta dalla cui superficie nessuno può vedere quello strato. «Tra meno di dieci anni interesserò soltanto i geologi»: così parlava Steve Paul Jobs.
«Ogni cosa che ho fatto nella mia vita diventerà obsoleta prima dei miei 50 anni», diceva un trentanovenne Jobs, per nulla consapevole del segno che avrebbe lasciato nell’umanità, in un inedito video del 1994 rispolverato dal canale di YouTube EverySteveJobsVideo . «I miei sistemi non sono la stessa cosa di un quadro o di una Chiesa e non sono destinati a essere ammirati e a sopravvivere nei secoli», aggiungeva il fondatore di Apple, precisando di percepirsi come uno strato di roccia che sedimenta e che è solo una piccola parte di una montagna alta dalla cui superficie nessuno può vedere quello strato. «Tra meno di dieci anni interesserò soltanto i geologi»: così parlava Steve Paul Jobs.
DICONO DI LUI – È superfluo ribadire che la profezia non si è avverata e che le creazioni di questo genio del terzo millennio hanno cambiato il mondo. La Historical Association ha recentemente convertito la breve intervista in un documentario di un’ora dal titolo «Steve Jobs: Visionary Entrepreneur», una sorta di puzzle di dichiarazioni di imprenditori e soci della prima ora, storici e nomi dell’hi-tech che parlano dell’inventore della mela morsicata arrivando a paragonarlo a Cosimo de’ Medici o alla Rivoluzione Francese per l’impatto che ha avuto nella società contemporanea. Secondo Fred Hoar, responsabile marketing e poi vice presidente delle comunicazioni aziendali di Apple, Steve Jobs era impregnato da uno spirito di evangelizzazione e dal desiderio di cambiare il mondo, mentre John Warnock, fondatore di Adobe, lo ricorda sul piano personale e Nolan Bushell, fondatore di Atari, rievoca i tempi in cui un giovanissimo Jobs gli chiese aiuto nella sua avventura imprenditoriale. Jobs ideando quella serie di oggetti utili, ma anche naturalmente belli, ha saputo intercettare una rivoluzione nel suo divenire, conquistandosi quel passaporto per l’eternità solitamente riservato a pittori o scultori.
L’AMORE PER IL BELLO - Era partito tutto, come è ormai noto, da un corso di calligrafia al Reed College del resto, a conferma di quell’amore per la bella grafia e l’armonia estetica che poi avrebbe saputo regalare ai suoi oggetti. «In tutto il campus ogni poster, ogni etichetta, ogni cartello era scritto a mano con grafie bellissime. Dato che avevo mollato i corsi ufficiali, decisi che avrei seguito il corso di calligrafia per imparare a scrivere così. Era bello, storico, artistico e raffinato in un modo che la scienza non è in grado di offrire e io ne ero completamente affascinato»: così scriveva Steve, ancora ragazzo. Fu proprio partendo dalla calligrafia che Jobs scoprìLeon Battista Alberti e il Rinascimento italiano e da allora cercò e praticò la bellezza della perfezione. Il discorso di Jobs del 2005 agli studenti dell'Università di Stanford rappresenta un eccezionale progetto di futuro che ben esprime quello spirito visionario che ha regalato ad Apple una forte suggestione, facendo sì che Jobs non finisse nel dimenticatoio come erroneamente aveva previsto.
E IL RESTO È CRONACA - Steve Jobs inventò il personal computer Apple nel 1976, collaborando con il fraterno amico Stephen Wozniack, e lo trasformò in Macintosh nel 1984, dotandolo con ampio anticipo sulla concorrenza di mouse e finestre. L'anno seguente venne poi cacciato dalla Apple per tornarvi da salvatore nel 1997, con lo stipendio annuo di un dollaro, ma tante e appetitose azioni. Nel frattempo fondò la Pixar e in seguito, avendo intuito il ruolo della musica su file nel nuovo mondo delle reti, ideava iTunes per venderla e iPod per ascoltarla. Dopo ancora venne l’iPhone e il resto è cronaca. E’ indubbio comunque che ha lasciato il segno e che la storia non l’ha dimenticato. Oggi Steve Jobs è considerato una delle menti più geniali del nostro secolo e la sua biografia è stata il libro più venduto su Amazon nel 2011.
«Ogni cosa che ho fatto nella mia vita diventerà obsoleta prima dei miei 50 anni», diceva un trentanovenne Jobs, per nulla consapevole del segno che avrebbe lasciato nell’umanità, in un inedito video del 1994 rispolverato dal canale di YouTube EverySteveJobsVideo . «I miei sistemi non sono la stessa cosa di un quadro o di una Chiesa e non sono destinati a essere ammirati e a sopravvivere nei secoli», aggiungeva il fondatore di Apple, precisando di percepirsi come uno strato di roccia che sedimenta e che è solo una piccola parte di una montagna alta dalla cui superficie nessuno può vedere quello strato. «Tra meno di dieci anni interesserò soltanto i geologi»: così parlava Steve Paul Jobs.
«Ogni cosa che ho fatto nella mia vita diventerà obsoleta prima dei miei 50 anni», diceva un trentanovenne Jobs, per nulla consapevole del segno che avrebbe lasciato nell’umanità, in un inedito video del 1994 rispolverato dal canale di YouTube EverySteveJobsVideo . «I miei sistemi non sono la stessa cosa di un quadro o di una Chiesa e non sono destinati a essere ammirati e a sopravvivere nei secoli», aggiungeva il fondatore di Apple, precisando di percepirsi come uno strato di roccia che sedimenta e che è solo una piccola parte di una montagna alta dalla cui superficie nessuno può vedere quello strato. «Tra meno di dieci anni interesserò soltanto i geologi»: così parlava Steve Paul Jobs.
DICONO DI LUI – È superfluo ribadire che la profezia non si è avverata e che le creazioni di questo genio del terzo millennio hanno cambiato il mondo. La Historical Association ha recentemente convertito la breve intervista in un documentario di un’ora dal titolo «Steve Jobs: Visionary Entrepreneur», una sorta di puzzle di dichiarazioni di imprenditori e soci della prima ora, storici e nomi dell’hi-tech che parlano dell’inventore della mela morsicata arrivando a paragonarlo a Cosimo de’ Medici o alla Rivoluzione Francese per l’impatto che ha avuto nella società contemporanea. Secondo Fred Hoar, responsabile marketing e poi vice presidente delle comunicazioni aziendali di Apple, Steve Jobs era impregnato da uno spirito di evangelizzazione e dal desiderio di cambiare il mondo, mentre John Warnock, fondatore di Adobe, lo ricorda sul piano personale e Nolan Bushell, fondatore di Atari, rievoca i tempi in cui un giovanissimo Jobs gli chiese aiuto nella sua avventura imprenditoriale. Jobs ideando quella serie di oggetti utili, ma anche naturalmente belli, ha saputo intercettare una rivoluzione nel suo divenire, conquistandosi quel passaporto per l’eternità solitamente riservato a pittori o scultori.
L’AMORE PER IL BELLO - Era partito tutto, come è ormai noto, da un corso di calligrafia al Reed College del resto, a conferma di quell’amore per la bella grafia e l’armonia estetica che poi avrebbe saputo regalare ai suoi oggetti. «In tutto il campus ogni poster, ogni etichetta, ogni cartello era scritto a mano con grafie bellissime. Dato che avevo mollato i corsi ufficiali, decisi che avrei seguito il corso di calligrafia per imparare a scrivere così. Era bello, storico, artistico e raffinato in un modo che la scienza non è in grado di offrire e io ne ero completamente affascinato»: così scriveva Steve, ancora ragazzo. Fu proprio partendo dalla calligrafia che Jobs scoprìLeon Battista Alberti e il Rinascimento italiano e da allora cercò e praticò la bellezza della perfezione. Il discorso di Jobs del 2005 agli studenti dell'Università di Stanford rappresenta un eccezionale progetto di futuro che ben esprime quello spirito visionario che ha regalato ad Apple una forte suggestione, facendo sì che Jobs non finisse nel dimenticatoio come erroneamente aveva previsto.
E IL RESTO È CRONACA - Steve Jobs inventò il personal computer Apple nel 1976, collaborando con il fraterno amico Stephen Wozniack, e lo trasformò in Macintosh nel 1984, dotandolo con ampio anticipo sulla concorrenza di mouse e finestre. L'anno seguente venne poi cacciato dalla Apple per tornarvi da salvatore nel 1997, con lo stipendio annuo di un dollaro, ma tante e appetitose azioni. Nel frattempo fondò la Pixar e in seguito, avendo intuito il ruolo della musica su file nel nuovo mondo delle reti, ideava iTunes per venderla e iPod per ascoltarla. Dopo ancora venne l’iPhone e il resto è cronaca. E’ indubbio comunque che ha lasciato il segno e che la storia non l’ha dimenticato. Oggi Steve Jobs è considerato una delle menti più geniali del nostro secolo e la sua biografia è stata il libro più venduto su Amazon nel 2011.