Quanti di voi possono dichiarare orgogliosamente di essere sempre entrati a scuola al suon della campanella? L’immagine di studenti che ogni mattina si affannano nel tentativo disperato di non varcare con troppi minuti di ritardo la soglia del portone scolastico, è piuttosto frequente e diffusa. Ma dietro iritardi possono esserci varie motivazioni: una buona dose di pigrizia è alla base del ritardo cronico, mentre contrattempi dell’ultimo minuto motivano quello occasionale. Oggi parliamo di un quattordicenne quarratino che, superata la soglia dei tre bonus consentiti dalla scuola, rischia di finire ai servizi sociali alla prossima occasione di mancata puntualità.
La storia del quattordicenne di Catini è quella di molti studenti pendolari che ogni mattina sono costretti a utilizzare i mezzi pubblici per recarsi a scuola. Il giovane ha già esaurito, a circa due mesi dall’inizio dell’anno scolastico, i tre bonus consentiti dalla scuola per i ritardi all’ingresso. La punizione inflitta al prossimo ritardo potrebbe essere quella dei servizi sociali. Se, insomma, il giovane non farà della puntualità la sua più fidata amica, si ritroverà con guanti e paletta a pulire la scuola. Questa la pena stabilita dall’Istituto alberghiero Martini di Montecatini.
Si tratta di una decisione che, sebbene ancora allo stato potenziale, ha prontamente sollevato critiche a partire dagli stessi genitori del malcapitato. Infatti i ripetuti ritardi di quest’ultimo non dipenderebbero da una patologia cronica, ma da un problema che vivono migliaia di studenti. Quello appunto dei mezzi sovraffollati che spesso non garantiscono la puntualità. L’autobus che il quattordicenne prende ogni mattina per recarsi a scuola, infatti, sarebbe rigorosamente stracolmo. Per questa ragione, pare che l’autista del mezzo sia frequentemente costretto a saltare la fermata, nell’impossibilità di far salire altri ragazzi. Così il giovane studente avrebbe cercato di rimediare a questo problema svegliandosi alle prime luci dell’alba e optando per il treno o per passeggiate chilometriche di prima mattina per raggiungere la prima fermata dove è ancora possibile salire sull’autobus. (Skuola.net)
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