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Expo 2015: appalti, conti e criticità

Lavori in ritardo. Subappalti incontrollabili. Conti in rosso. Le incognite a 18 mesi dal via. Il gran rifiuto del papa.

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Il papa è già stato invitato, 1 miliardo di euro è stato già speso o impegnato, almeno 21 milioni di visitatori sono attesi (previsione di Confindustria, Assolombarda), mentre hanno confermato la propria presenza persino l'Onu e gli Stati Uniti. All'Expo di Milano - che secondo il premier Enrico Letta sarà «un successo» - manca solo un anno e mezzo: l'esposizione mondiale dall'ambizioso tema Nutrire il Pianeta aprirà, infatti, le sue porte a maggio 2015.

l puntIL RALLENTAMENTO DEI LAVORI. Io però è che quelle porte ancora non ci sono, poco più che nulla è stato costruito sul milione e 700 mila metri quadrati che la società pubblica Arexpo (Regione Lombardia, Comuni di Milano e Rho, Fiera e Provincia Milano) ha acquistato al prezzo di 150 milioni di euro. Aree di proprietà della Fondazione Fiera e della famiglia di immobiliaristi Cabassi. Altri 269 milioni sono, poi, stati stanziati nell'appalto (vinto da un enorme gruppo dei più grandi costruttori italiani, da Mantovani a Impregilo e Condotte) per la cosiddetta «piastra», cioè le opere di urbanizzazione e sistemazione dell'area che ospiterà l'evento.

IL DESTINO DELLA GRANDE OPERA. Se le porte ancora non ci sono, va detto che subito dopo la chiusura nell'ottobre 2015, tutto sarà demolito (tranne il Palazzo Italia) e nessuno sa quale sarà la fine di questa enorme opera pubblica tra Milano e Rho.
Centri commerciali? Uffici? Il nuovo stadio di Milan e Inter? Ipotesi: di certo si sa che l'aera, i fabbricati da abbattere e i costi ricadranno sulle spalle di enti pubblici di ogni livello. Dunque, dei cittadini.

Legalità: controllato solo il 36% delle aziende
Pochi giorni fa il capo della polizia, Alessandro Pansa, ha rivelato che «fino a oggi sono stati emessi 23 provvedimenti d’interdizione a società interessate alle opere dell’Expo e ad altre sette è stata negata l’iscrizione alla white list della prefettura». Ma altre aziende potrebbero essere escluse dagli appalti perché, come ha reso noto la Cgil Lombardia, fino a poco più di un mese fa appena il 36% delle società interessate ai lavori era stata sottoposta ai controlli previsti dalla legge.

PIATTAFORMA ANTIMAFIA: 741 MILA EURO. Eppure, spulciando tra gli appalti di Expo 2015, (la società pubblica che gestisce l'evento, controllata da Regione, Comune, Provincia Fiera e Camera di commercio) ben 741 mila euro sono stati spesi per due progetti di società private (Bentley Systems e Opera 21) relativi alla preparazione della «piattaforma antimafia» e alla «predisposizione di linee guida per la legalità» nell'assegnazione delle opere pubbliche.

IL NODO DEI SUBAPPALTI. Forse però non basta, anche perché l'appalto per la «piastra» di urbanizzazione prevede la possibilità di subappalti fino al 69% delle opere in contratto: una quota elevatissima, che rende difficile la verifica sulla legalità e le infiltrazioni criminali della miriade di imprese piccole o medie che si aggiudicheranno i lavori vinti dai grandi contractor, che questa volta hanno preferito giocare in squadra piuttosto che litigarsi il malloppo.

INVIATI 60 MILA CV PER 800 POSTI. L'evento suscita comunque speranze, soprattutto tra chi le ha provate tutte, ma inutilmente, per trovare un lavoro. Al bando per 800 persone da assumere a termine, la durata dell'Expo o poco più, hanno risposto circa 60 mila persone, inviando altrettanti curricula. Ma solo per pochi di loro Nutrire il Pianeta si trasformerà in un'occasione di portare a casa la pagnotta. Almeno per qualche mese.


Le criticità: dal bilancio ai contributi pubblici
Ma le criticità non sono finite.
Nella sua relazione sulla gestione 2011-2012 di Expo 2015 (è una società pubblica, sottoposta a controllo contabile) la Corte dei conti ha evidenziato (la relazione è dello scorso luglio) diversi punti critici. Su tutti, i magistrati hanno sottolineato come ogni conto o bilancio debba tenere presente che «i ricavi sono sostanzialmente posticipati alla data di realizzazione dell’evento (maggio-ottobre 2015)» e che prima di allora non si potrà capire se tutto l'affare sarà un successo oppure un disastro, come molti degli ultimi eventi planetari, Mondiali di calcio e Olimpiadi, che hanno lasciato in rosso gli organizzatori. Intanto si sa già che uno degli appalti in corso costa già 28 milioni in più di quando è stato assegnato.

L'INTRECCIO DEI TERRENI. La Corte ha osservato anche che l'acquisto dei terreni è stato rallentato da dubbi e incertezze degli amministratori. Terreni che sono di proprietà di Arexpo che li ha dati in uso a Expo 2015, con un giro di carte tra società pubbliche composte in parte dagli stessi soci.
Eppure, hanno stigmatizzato i giudici, Expo 2015 paga un prezzo per queste terre (il diritto di superficie, cioè l'uso) mentre invece, secondo il contratto fra i due soggetti, questo uso sarebbe dovuto essere «gratuito». Ciò in quanto, hanno spiegato i giudici contabili, Arexpo avrà il suo utile, a evento concluso, dalla vendita dei terreni a soggetti privati.

PASSIVO IN AUMENTO. I giudici hanno notato poi che «il totale delle passività Expo 2015, dal 2010 a oggi, risulta in aumento nel triennio, passando dai 13,45 milioni di euro del 2010 ai 67,07 milioni di euro del 2011 e a 272,23 milioni di euro del 2012». Tutto questo mentre l'aumento dei ricavi è dovuto solamente al fatto che il governo versa in questo calderone ogni giorno di più: finora ha speso 823 milioni di euro, mentre gli altri soci chiudono piano piano il cordone della borsa.

GLI ENTI CHIUDONO I CORDONI DELLA BORSA. La Corte ha poi evidenziato un altro punto incerto: i partner pubblici di Expo stanno riducendo il loro contributo economico, al di là delle dichiarazioni di facciata e dei proclami sull'importanza dell'appuntamento lanciati dai politici. Il ministero dell'Economia ha messo finora il 57% delle risorse, il Comune di Milano il 27%, la Regione appena l'11% e la Camera di commercio meneghina poco più del 3%. Brilla per assenza la Provincia, che pure avendo il 10% delle quote di Expo 2015, ha finora versato solo l'1,5% del fabbisogno e ha già fatto sapere che in futuro pagherà ancor meno.

SPETTRO GIUDIZIARIO.
Infine, come in ogni vicenda italiana di politica e affari, c'è già il risvolto giudiziario. Ed è questo uno dei punti che preoccupano di più i magistrati contabili, i quali hanno osservato che «vicende ulteriori hanno interessato i primi grandi appalti e alcuni subappalti, oggetto anche di vasta eco mediatica per le implicazioni di alcuni soggetti (legati, direttamente o meno, agli appaltatori), in procedimenti penali pregressi o in corso». Vicende che, ha raccomandato la Corte dei conti, «postulano la massima vigilanza mediante un attento monitoraggio sull’esecuzione delle procedure di affidamento».
Per evitare che questo grande evento del 2015 finisca in processi, sprechi e manette come altri grandi eventi della recente cronaca italiana.

Re: Expo 2015: appalti, conti e criticità

Spero che l'EXPO verrà finita in tempo, è un evento importantissimo.

Re: Expo 2015: appalti, conti e criticità

bel progetto!

Re: Expo 2015: appalti, conti e criticità

Ci sta tutta:

Re: Expo 2015: appalti, conti e criticità

 Hahahah, è vero x3

Re: Expo 2015: appalti, conti e criticità

wow

Re: Expo 2015: appalti, conti e criticità

ok!
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