Allarme tumori Oms, 22 mln casi nel 2030 Oggi World Cancer Day, aumento malattia anche in Italia
Come un lenzuolo che progressivamente si stende sul mondo, i tumori interessano sempre più paesi, con incidenze in grande crescita man mano che aumenta il benessere e vengono adottati gli stili di vita occidentali. La fotografia, in occasione del World Cancer Day, è nel rapporto annuale dell'Iarc, l'agenzia dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che si occupa della malattia, che prevede che in meno di vent'anni i casi passeranno dai 14 milioni del 2012 ai 22 milioni nel 2030.
Di pari passo rispetto all'incidenza crescerà la mortalità, avvertono gli esperti, con le attuali 8,2 milioni di vittime ogni anno che diventeranno 13, il 70% delle quali in Africa, Asia e America del Sud, e in gran parte prevenibili se oltre che le abitudini scorrette queste aree 'copiassero' anche gli standard delle cure occidentali. Per quanto riguarda i tumori più diffusi, al 'top' c'è quello ai polmoni con 1,8 milioni di diagnosi, il 13% del totale, seguito da seno (12%) e colon (10%). Il cancro ai polmoniè anche il 'top killer', con il 19,4% del totale delle morti, seguito da fegato (10%) e stomaco.
''Il rapporto mostra che anche se le cure hanno visto notevoli progressi non possono essere l'unica arma per risolvere il problema dei tumori - spiega Christopher Wild, direttore dell'Iarc -. Dobbiamo mettere più impegno nella prevenzione e nella diagnosi precoce per limitare questo allarmante aumento del peso del cancro nel mondo''.
Per quanto riguarda l'Italia, secondo il rapporto messo a punto da Aiom e Airtum, nel 2012 si sono registrati 364mila nuovi casi. Se la mortalità appare in diminuzione, con il nostro paese che ha anche il record europeo di sopravvivenza a 5 anni, anche da noi c'è la tendenza all'aumento dei casi. ''Non sono state ancora fatte stime così a lungo termine, ma la tendenza è a un aumento dell'incidenza provocato soprattutto dall'invecchiamento della popolazione oltre che da un peggioramento degli stili di vita - spiega Roberta De Angelis, ricercatore dell'Istituto superiore di sanità -. Alcuni tumori calano, come quello ai polmoni negli uomini, ma altri sono in aumento, soprattutto quelli legati all'alimentazione come il cancro del colon-retto, oltre al melanoma della pelle e tumore alla prostata''.
Il tumore del colon-retto è il più frequente in Italia, con oltre 50.000 nuove diagnosi, seguito da quello della mammella (46.000), del polmone (38.000, un quarto nelle donne) e della prostata (36.000). Il cancro del polmone si conferma al primo posto complessivamente per mortalità (34.500 i decessi stimati) ed è il 'big killer' fra gli uomini (27%), mentre quello del seno lo è tra le donne (16%). Anche da noi, sottolinea De Angelis, c'è qualche problema dal punto di vista della prevenzione. ''Questo si vede soprattutto al Sud - spiega - dove gli screening oncologici hanno una copertura più bassa. Sempre in quest'area d'Italia c'è una maggiore prevalenza di obesità e sedentarietà, e paradossalmente un minor consumo di frutta e verdura nonostante lì si concentri la produzione''.
Come un lenzuolo che progressivamente si stende sul mondo, i tumori interessano sempre più paesi, con incidenze in grande crescita man mano che aumenta il benessere e vengono adottati gli stili di vita occidentali. La fotografia, in occasione del World Cancer Day, è nel rapporto annuale dell'Iarc, l'agenzia dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che si occupa della malattia, che prevede che in meno di vent'anni i casi passeranno dai 14 milioni del 2012 ai 22 milioni nel 2030.
Di pari passo rispetto all'incidenza crescerà la mortalità, avvertono gli esperti, con le attuali 8,2 milioni di vittime ogni anno che diventeranno 13, il 70% delle quali in Africa, Asia e America del Sud, e in gran parte prevenibili se oltre che le abitudini scorrette queste aree 'copiassero' anche gli standard delle cure occidentali. Per quanto riguarda i tumori più diffusi, al 'top' c'è quello ai polmoni con 1,8 milioni di diagnosi, il 13% del totale, seguito da seno (12%) e colon (10%). Il cancro ai polmoniè anche il 'top killer', con il 19,4% del totale delle morti, seguito da fegato (10%) e stomaco.
''Il rapporto mostra che anche se le cure hanno visto notevoli progressi non possono essere l'unica arma per risolvere il problema dei tumori - spiega Christopher Wild, direttore dell'Iarc -. Dobbiamo mettere più impegno nella prevenzione e nella diagnosi precoce per limitare questo allarmante aumento del peso del cancro nel mondo''.
Per quanto riguarda l'Italia, secondo il rapporto messo a punto da Aiom e Airtum, nel 2012 si sono registrati 364mila nuovi casi. Se la mortalità appare in diminuzione, con il nostro paese che ha anche il record europeo di sopravvivenza a 5 anni, anche da noi c'è la tendenza all'aumento dei casi. ''Non sono state ancora fatte stime così a lungo termine, ma la tendenza è a un aumento dell'incidenza provocato soprattutto dall'invecchiamento della popolazione oltre che da un peggioramento degli stili di vita - spiega Roberta De Angelis, ricercatore dell'Istituto superiore di sanità -. Alcuni tumori calano, come quello ai polmoni negli uomini, ma altri sono in aumento, soprattutto quelli legati all'alimentazione come il cancro del colon-retto, oltre al melanoma della pelle e tumore alla prostata''.
Il tumore del colon-retto è il più frequente in Italia, con oltre 50.000 nuove diagnosi, seguito da quello della mammella (46.000), del polmone (38.000, un quarto nelle donne) e della prostata (36.000). Il cancro del polmone si conferma al primo posto complessivamente per mortalità (34.500 i decessi stimati) ed è il 'big killer' fra gli uomini (27%), mentre quello del seno lo è tra le donne (16%). Anche da noi, sottolinea De Angelis, c'è qualche problema dal punto di vista della prevenzione. ''Questo si vede soprattutto al Sud - spiega - dove gli screening oncologici hanno una copertura più bassa. Sempre in quest'area d'Italia c'è una maggiore prevalenza di obesità e sedentarietà, e paradossalmente un minor consumo di frutta e verdura nonostante lì si concentri la produzione''.