Dodicesimo Giorgio Di Centa, sempre tra i primi, nella gara dominata dall'atleta figlio di italiani che si allena in Val di Fiemme e tifa Milan
Una gara in un anno, e alla seconda pesca l’oro olimpico. Robe da Dario Cologna, lo svizzero ignorato dall’Italia, che si regge ancora sulle spalle forti di un leone come Giorgio Di Centa, dodicesimo a 28” e dopo una gara sempre tra i primi, sia nei 15 km in alternato che in quelli in pattinato. Cologna si porta sul podio, come per il trionfo mondiale di un anno fa in Val di Fiemme, il norvegese Martin Johnsrud Sundby (a 1”4) e respinge negli ultimi metri anche l’ultimo disperato attacco dello svedese Marcus Hellner (a 4/10), olimpionico uscente della specialità. Due russi sotto il podio, Vyleghzanin e Chernousov, ma non Legkov, che s’allena a Davos nella stessa pista di Cologna. Che oltre ai genitori italiani, Christine e Remo emigrati oltre confine dalla Val Monasterio trentuno anni fa, ha pure lo skiman valdostano (Sergio Favre), un fratello fondista Gianluca col quale spera di andare a medaglia qui nella sprint a coppie, e un’allenatrice norvegese, Fredrik Aukland. Un ragazzo tranquillo che neanche un incidente a novembre in moto, però, ha bloccato anche se per tutta la stagione ha dovuto pensare più al piede destro da riabilitare che agli allenamenti per gareggiare. Una gara in un anno con vittoria nella 15 km classica in Coppa del Mondo a Dobbiaco prima di partire per la Russia, e adesso una prestazione impeccabile, costruita rimanendo ben coperto tra i binari, rimanendo a controllare il gruppo dei migliori 17 che hanno fatto il vuoto (fra cui appunto Di Centa, dopo il quale ha debutto con un incoraggiante 22° posto Francesco De Fabiani, e Roland Clara 30° in affanno soprattutto nella prima parte). Nella selezione del tremendo strappo finale che portava allo stadio, mentre il friulano non riusciva a cambiare ritmo, Cologna ci riusciva impeccabilmente avanzando nelle posizioni sino a guadagnare il primo posto che non ha più mollato per un clamoroso bis che fa ricordare il titolo di quattro anni fa a Vancouver, in un’altra gara (la 15 km a tecnica libera) e con un altro italiano sul podio d’argento, Pietro Piller Cottrer.
Dopo una vittoria così "davvero speciale, il mio vero nemico era il mio piede", Dario entra così nella storia dei grandi che si conferma tra un’edizione e l’altra. Anche lui, rivelatosi sprinter, rappresenta il fondista moderno che sa gestire le gare in linea, dopo quelle a cronometro. Vincere la combinata è la gratificazione migliore per un fondista: è la somma, la sintesi della completezza. A 22 anni ha vinto tutto: anche la Coppa del Mondo. E lui l’anti-Northug. Meno show, più sostanza: in puro stile svizzero, col cuore italiano e tanta passione per il calcio. "Mi mancano le vittorie del Milan...".
Una gara in un anno, e alla seconda pesca l’oro olimpico. Robe da Dario Cologna, lo svizzero ignorato dall’Italia, che si regge ancora sulle spalle forti di un leone come Giorgio Di Centa, dodicesimo a 28” e dopo una gara sempre tra i primi, sia nei 15 km in alternato che in quelli in pattinato. Cologna si porta sul podio, come per il trionfo mondiale di un anno fa in Val di Fiemme, il norvegese Martin Johnsrud Sundby (a 1”4) e respinge negli ultimi metri anche l’ultimo disperato attacco dello svedese Marcus Hellner (a 4/10), olimpionico uscente della specialità. Due russi sotto il podio, Vyleghzanin e Chernousov, ma non Legkov, che s’allena a Davos nella stessa pista di Cologna. Che oltre ai genitori italiani, Christine e Remo emigrati oltre confine dalla Val Monasterio trentuno anni fa, ha pure lo skiman valdostano (Sergio Favre), un fratello fondista Gianluca col quale spera di andare a medaglia qui nella sprint a coppie, e un’allenatrice norvegese, Fredrik Aukland. Un ragazzo tranquillo che neanche un incidente a novembre in moto, però, ha bloccato anche se per tutta la stagione ha dovuto pensare più al piede destro da riabilitare che agli allenamenti per gareggiare. Una gara in un anno con vittoria nella 15 km classica in Coppa del Mondo a Dobbiaco prima di partire per la Russia, e adesso una prestazione impeccabile, costruita rimanendo ben coperto tra i binari, rimanendo a controllare il gruppo dei migliori 17 che hanno fatto il vuoto (fra cui appunto Di Centa, dopo il quale ha debutto con un incoraggiante 22° posto Francesco De Fabiani, e Roland Clara 30° in affanno soprattutto nella prima parte). Nella selezione del tremendo strappo finale che portava allo stadio, mentre il friulano non riusciva a cambiare ritmo, Cologna ci riusciva impeccabilmente avanzando nelle posizioni sino a guadagnare il primo posto che non ha più mollato per un clamoroso bis che fa ricordare il titolo di quattro anni fa a Vancouver, in un’altra gara (la 15 km a tecnica libera) e con un altro italiano sul podio d’argento, Pietro Piller Cottrer.
Dopo una vittoria così "davvero speciale, il mio vero nemico era il mio piede", Dario entra così nella storia dei grandi che si conferma tra un’edizione e l’altra. Anche lui, rivelatosi sprinter, rappresenta il fondista moderno che sa gestire le gare in linea, dopo quelle a cronometro. Vincere la combinata è la gratificazione migliore per un fondista: è la somma, la sintesi della completezza. A 22 anni ha vinto tutto: anche la Coppa del Mondo. E lui l’anti-Northug. Meno show, più sostanza: in puro stile svizzero, col cuore italiano e tanta passione per il calcio. "Mi mancano le vittorie del Milan...".