L’esperienza dello scorso anno non è bastata, è ancora caos per l’iscrizione telematica a scuola (www.istruzione.it). Come dodici mesi fa le solite nebbie della burocrazia italiana: date rinviate, informazioni non sufficientemente chiare, presidi che danno informazioni fuorvianti, voci incontrollate che hanno gettato nella confusione decine di migliaia di famiglie italiane.
C’è voluto persino l’intervento del direttore generale del ministero dell’Istruzione, Carmela Palumbo, per porre argine al caos delle iscrizioni telematichedella scuola. «Iscriversi prima non dà diritto di precedenza» ha sentenziato l’alto funzionario per porre fine alla ridda di voci e interpretazioni che hanno portato più di un genitore sull’orlo della crisi di nervi.
L’obbligo di iscrizione online è previsto per tutti i bambini e ragazzi che l’anno prossimo dovranno frequentare le prime classi di elementari, medie e superiori (o meglio, come si dice in gergo ministeriale, “primarie”, “superiori di primo grado” e “superiori di secondo grado). L’anno scorso, battesimo del fuoco del nuovo sistema telematico, si partì il 21 gennaio: quest’anno, prima era girata la data del 13 gennaio, poi una raggelante circolare del Miur (ministero dell’Istruzione, università e ricerca) aveva smentito, alla fine la data è stata spostata al 27 gennaio (per le registrazioni degli utenti: le iscrizioni vere e proprie sono scattate solo il 3 febbraio).
Come l’anno scorso, nonostante le rassicurazioni del Miur, in tutt’Italia, Liguria inclusa, molte famiglie – in assenza fino a quel momento di assicurazioni certe – si sono avventate sui computer alla mezzanotte del 3 febbraio, pensando che valesse il principio per cui prima ci si iscrive e meglio è. Solo il 4 febbraio Carmela Palumbo ha dovuto sottolineare in una circolare che «ai fini dell’accoglimento delle domande di iscrizione non costituisce criterio di precedenza il momento di arrivo della domanda a scuola mediante la procedura di iscrizione on line».
Ma, cosa ancora più grave, la precisazione era diretta anche ad alcuni presidi che, a quanto pare, dopo aver raggiunto il numero massimo di studenti iscrivibili non volevano più accettare altre iscrizioni. «Non si potrà fare riferimento all’ordine di arrivo delle domande, anche se ciò sia stato erroneamente indicato dalle scuole nei modelli personalizzati», stigmatizza il direttore generale del Miur.
C’è voluto persino l’intervento del direttore generale del ministero dell’Istruzione, Carmela Palumbo, per porre argine al caos delle iscrizioni telematichedella scuola. «Iscriversi prima non dà diritto di precedenza» ha sentenziato l’alto funzionario per porre fine alla ridda di voci e interpretazioni che hanno portato più di un genitore sull’orlo della crisi di nervi.
L’obbligo di iscrizione online è previsto per tutti i bambini e ragazzi che l’anno prossimo dovranno frequentare le prime classi di elementari, medie e superiori (o meglio, come si dice in gergo ministeriale, “primarie”, “superiori di primo grado” e “superiori di secondo grado). L’anno scorso, battesimo del fuoco del nuovo sistema telematico, si partì il 21 gennaio: quest’anno, prima era girata la data del 13 gennaio, poi una raggelante circolare del Miur (ministero dell’Istruzione, università e ricerca) aveva smentito, alla fine la data è stata spostata al 27 gennaio (per le registrazioni degli utenti: le iscrizioni vere e proprie sono scattate solo il 3 febbraio).
Come l’anno scorso, nonostante le rassicurazioni del Miur, in tutt’Italia, Liguria inclusa, molte famiglie – in assenza fino a quel momento di assicurazioni certe – si sono avventate sui computer alla mezzanotte del 3 febbraio, pensando che valesse il principio per cui prima ci si iscrive e meglio è. Solo il 4 febbraio Carmela Palumbo ha dovuto sottolineare in una circolare che «ai fini dell’accoglimento delle domande di iscrizione non costituisce criterio di precedenza il momento di arrivo della domanda a scuola mediante la procedura di iscrizione on line».
Ma, cosa ancora più grave, la precisazione era diretta anche ad alcuni presidi che, a quanto pare, dopo aver raggiunto il numero massimo di studenti iscrivibili non volevano più accettare altre iscrizioni. «Non si potrà fare riferimento all’ordine di arrivo delle domande, anche se ciò sia stato erroneamente indicato dalle scuole nei modelli personalizzati», stigmatizza il direttore generale del Miur.