Rivali di WhatsApp crescono. All’indomani dell’acquisto del servizio di messaggi da parte di Facebook e del pesante blackout del weekend, altre piattaforme di comunicazione annunciano picchi di crescita. Una di queste è la giapponese Line che ha affermato di aver aggiunto 2 milioni di iscritti - fra Europa e Usa - solo nelle 24 ore in cui WhatsApp era offline e ha anche appena smentito le voci di un presunto interesse da parte di SoftBank nei confronti della sua controllata Naver.
La schiera delle app alternative a WhatsApp è ben nutrita e la concorrenza è destinata ad agguerrirsi non solo dopo la cifra da capogiro (19 miliardi di dollari) offerta da Facebook per comprarla ma soprattutto dopo l’annuncio di offrire oltre ai messaggi pure telefonate gratuite, tramite internet. Oltre a Skype, di Microsoft, e Viber, appena acquistata dal colosso giapponese dell’e-commerce Rakuten, è dall’Asia che arriva la maggior parte dei concorrenti. Line in testa, ma anche la coreana Kakao Talk e la cinese WeChat. WhatsApp, che nasce nella Silicon Valley, ha appena superato 450 milioni di utenti attivi mensili, con un incremento di 15 milioni dopo l’annuncio del matrimonio con il social network. Line è un buon concorrente, in particolare in Giappone, Taiwan e Thailandia, e afferma di avere oltre 350 milioni di utenti registrati. Anche in Europa spunta un potenziale rivale: il servizio di chat Telegram, tedesco, nel weekend ha annunciato via Twitter che stava registrando problemi di connessione in Europa a causa del boom di nuovi utenti (4 milioni in 36 ore). Ancora una volta in concomitanza col blackout di WhatsApp. (Corriere della Sera)
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