Previsioni confermate dunque. L'ultimo film italiano a vincere era stato "La vita è bella", di Roberto Benigni (1999). Sorrentino sale sul palco visibilmente commosso. Accanto a lui Toni Servillo, che nel film interpreta magistralmente Jep Gambardella, il giornalista che vive una crisi esistenziale e critica dall'interno una Roma troppo caciarona e festaiola, di cui però non riesce a fare a meno. "Grazie alla mie fonti di ispirazione - ha detto Sorrentino con la statuetta in mano -: Talking Heads, Federico Fellini, Martin Scorsese e Maradona. Grazie a Roma e a Napoli e alla mia personale grande bellezza: Daniela, Anna e Carlo (la moglie e i figli, ndr)". Ai giornalisti che lo circondano subito dopo la vittoria Sorrentino confessa: "Avrò bisogno di mesi per capire cos'è successo. Spero che l’Oscar serva da stimolo per il cinema italiano". Poi un commento sulla colonna sonora del film, la cui alternanza tra classica e disco-dance è un miscuglio un po' strano agli occhi dei giornalisti americani: "La musica del film è un semplice mix di musica sacra e profana, perché nella mia mente Roma è una città con questa grande caratteristica. E' il centro del Vaticano, del mondo cattolico, e allo stesso tempo, c'è un mondo profano che lavora sotto il Vaticano".
Nel backstage Sorrentino racconta l'attesa prima della cerimonia: "Negli ultimi giorni ho sentito un senso di responsabilità nei confronti del mio paese perché troppe persone parlavano di questo premio. E' stato un pò difficile da vivere, ma ora sono felice. Molto felice". A chi gli chiedeva perché, accanto a due mostri sacri del cinema, come Fellini e Scorsese, abbia voluto deidcare il premio a Maradona, ha raccontato che il calciatore giocava nel Napoli quando lui era un ragazzo: "Per me lui è stato molto importante".
"12 anni schiavo" di Steve McQueen conquista l'Oscar per miglior film del 2014. Ispirato ad una storia vera batte "American Hustle" David O. Russel, "Captain Phillips" di Paul Greengrass, "Dallas Buyers Club" di Jean Marc Valle, "Gravity" di Alfonso Cuaron, "Her" di Spike Jonze, "Nebraska" di Alexander Payne, "Philomena" di Stephen Frears e "The Wolf of Wall Street" di Martin Scorsese. Il regista britannico ringrazia tutto il cast e i produttori, a partire da Brad Pitt, e poi la sua famiglia. "Tutti non devono solo sopravvivere, ma devono avere la possibilità di vivere. Questa è l'eredita di Solomon Northup. E vorrei dedicare questo premio a tutte le persone che hanno sofferto la schiavità e ne soffrono ancora al giorno d'oggi", conclude McQueen.
Migliore attore protagonista Matthew McConaughey per "Dallas Buyers Club". Nel ruolo femminile, invece, si impone Cate Blanchett, protagonista di Blue Jasmine, ultima pelicola di Woody Allen.
"Sono qui a ritirare il premio grazie alla sceneggiatura straordinaria di Woody Allen" ha detto l'attrice. "Grazie agli spettatori che sono andati a vederlo - ha aggiunto - e grazie a quelli che in questo settore scioccamente ancora credono che i film con le donne al loro centro siano dei film di nicchia. Non lo sono, gli spettatori vanno a vederli e fanno guadagnare. Il mondo è rotondo, gente".
Il premio per la miglior regia va ad Alfonso Cuaron per Gravity, che si aggiudica le statuette anche per effetti speciali, sonoro, montaggio sonoro, colonna sonora, fotografia e montaggio. Cuaron ha ringraziato le persone coinvolte nel progetto, in particolare il figlio Jonas, co-sceneggiatore, la sua protagonista Sandra Bullock, "Sandy sei tu Gravity, sei tu l'anima e il cuore, la persona migliore con cui potevo collaborare e una delle persone più belle con cui ho lavorato", e ancora George Clooney "per la tua fiducia". Ha infine dedicato il premio alla madre: "Se sono qui è per te e questo è per te".
Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez hanno vinto l'Oscar per la miglior canzone originale, Let It go, nel film d'animazione "Frozen". Battuti gli U2, in corsa con Ordinary Love, e Pharrel Williams, in lizza con Happy. (Il Giornale)
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