La lunga notte di un bimbo che ha vissuto l'incubo delle fiabe, quello di ritrovarsi da solo sperduto in un bosco, mentre la luce lascia il posto al silenzio del buio, spesso come un muro di paura
Non è scesa una lacrima neppure quando, infreddolito e sporco di terra, ha riabbracciato il papà. Ha solo sgranato gli occhi, stupito, nel trovarsi davanti all'improvviso una platea di più di cento soccorritori che per tutta la notte avevano cercato le sue tracce lungo i pendii della montagna, tra rami e sterpaglie. I suoi 'angeli' si sono lasciati andare a un lungo applauso liberatorio, mescolato all'abbaiare dei cani e al frastuono degli elicotteri che ancora sorvegliavano dall'alto la zona. E' finita così la lunga notte di un bimbo di 8 anni di Domegge di Cadore (Belluno) che ha vissuto l'incubo delle fiabe, quello di ritrovarsi da solo sperduto in un bosco, mentre la luce lascia il posto al silenzio del buio, spesso come un muro di paura.
Era sparito nel pomeriggio durante una gita con la parrocchia all'Eremo dei Romiti. Al momento del rientro la comitiva di ragazzini e parenti aveva iniziato a scendere a scaglioni. Il piccolo, arrivato con un giovanissimo zio, era stato visto l'ultima volta da una bimba e da sua nonna sotto l'Eremo, all'altezza di un bivio che porta a valle verso il lago del Centro Cadore e verso la località Malauchie. Poi più nulla. Stamane gli uomini della Forestale hanno notato una figuretta solitaria camminare incerta ai bordi della strada che porta a Lorenzago, una felpa bianca e blu, lo sguardo spaventato. Quello stesso tratto era stato controllato passo per passo dalle squadre composte dagli uomini del Soccorso alpino, dei vigili del fuoco, delle forze dell'ordine e dei volontari, ma in quel momento il bambino si trovava probabilmente più in alto, intrappolato nel fitto della boscaglia. Sicuramente ha sentito i ripetuti richiami di chi lo stava cercando ma non ha mai risposto, forse spaventato e disorientato. (Ansa)
Non è scesa una lacrima neppure quando, infreddolito e sporco di terra, ha riabbracciato il papà. Ha solo sgranato gli occhi, stupito, nel trovarsi davanti all'improvviso una platea di più di cento soccorritori che per tutta la notte avevano cercato le sue tracce lungo i pendii della montagna, tra rami e sterpaglie. I suoi 'angeli' si sono lasciati andare a un lungo applauso liberatorio, mescolato all'abbaiare dei cani e al frastuono degli elicotteri che ancora sorvegliavano dall'alto la zona. E' finita così la lunga notte di un bimbo di 8 anni di Domegge di Cadore (Belluno) che ha vissuto l'incubo delle fiabe, quello di ritrovarsi da solo sperduto in un bosco, mentre la luce lascia il posto al silenzio del buio, spesso come un muro di paura.
Era sparito nel pomeriggio durante una gita con la parrocchia all'Eremo dei Romiti. Al momento del rientro la comitiva di ragazzini e parenti aveva iniziato a scendere a scaglioni. Il piccolo, arrivato con un giovanissimo zio, era stato visto l'ultima volta da una bimba e da sua nonna sotto l'Eremo, all'altezza di un bivio che porta a valle verso il lago del Centro Cadore e verso la località Malauchie. Poi più nulla. Stamane gli uomini della Forestale hanno notato una figuretta solitaria camminare incerta ai bordi della strada che porta a Lorenzago, una felpa bianca e blu, lo sguardo spaventato. Quello stesso tratto era stato controllato passo per passo dalle squadre composte dagli uomini del Soccorso alpino, dei vigili del fuoco, delle forze dell'ordine e dei volontari, ma in quel momento il bambino si trovava probabilmente più in alto, intrappolato nel fitto della boscaglia. Sicuramente ha sentito i ripetuti richiami di chi lo stava cercando ma non ha mai risposto, forse spaventato e disorientato. (Ansa)