Crollano gli spettatori, quasi un milione in meno (esattamente 900.000) negli stadi italiani. Il numero totale dei presenti ai match del calcio professionistico passa dai circa 13,2 milioni della stagione 2011-2012 a 12,3 milioni del 2012-2013. In termini di affluenza media il confronto con gli altri campionati stranieri vede i club italiani superare soltanto quelli francesi (22.591 tifosi contro i 19.211 della Ligue1). Il primato spetta alla Bundesliga tedesca con 42.624 spettatori, seguita dalla Premier inglese (35.921) e dalla Liga spagnola (28.237). Il calo va a pesare sulla voce ricavi da stadio e commerciali che scendono rispettivamente del 4,1% e del 3,9%. Insieme rappresentano solo il 23% del valore della produzione aggregato (8% i ricavi da stadio e il 15% i ricavi commerciali).
E continuano a crescere i debiti della Serie A. E' quanto emerge dal 'ReportCalcio' 2014, pubblicato dal Centro Studi, Sviluppo ed iniziative Speciali della Figc con la collaborazione dell'Agenzia di Ricerche e Legislazione (Arel) e PwC. Dallo studio si nota che i debiti del massimo campionato, nella stagione 2012-'13, erano pari a 2.947 milioni di euro (+1.9% rispetto alla stagione 2011-2012). Di questi i debiti finanziari pesano per il 32%. La perdita netta della Serie A si riduce significativamente se confrontata con il periodo precedente e si attesta a 202 milioni di euro (contro i 280 milioni della stagione 2011-2012).
"I numeri del calcio sono in calo però purtroppo sono in calo anche i numeri dello sport e del Paese. Io non voglio essere critico ma di stimolo per aiutare a invertire questa tendenza. Poi i numeri bisogna saperli leggere, perchè ci sono anche numeri positivi o che non meritano di essere criticati". Questo il pensiero di Giovanni Malagò, presidente del Coni. "Sono in calo anche gli spettatori e questo è dovuto a tante componenti, come stadi vecchi, contesto congiunturale del Paese, crisi economica, l'incomprensibile politica commerciale di alcune società e non ultimo un campionato non competitivo come quelli di Spagna e Inghilterra".
Malagò ha aggiunto: ''Il calcio ha numeri favolosi, a volte dispiace e fa rabbia non capitalizzare al meglio questa grande potenzialità. Con tutte le sue problematiche il calcio è tuttora il movimento che tra i 6 e i 16 anni vanta un quarto di tutti i tesserati dello sport italiano, il 25% di ragazzi e ragazze rientrano nel mondo del calcio. In Europa i praticanti sono 17,7 milioni, in Italia 1,1 cioè l'8% di quelli che giocano a calcio in Europa. Non bisogna solo accontentarsi di questi numeri, che al contrario devono consentire di migliorarsi. Se migliora il calcio, migliora tutto lo sport nel Paese, il Coni e il sistema Italia nel suo complesso, che è fondamentale. Il mondo del calcio è e sarà sempre la costola più importante del nostro mondo''.
Malagò ha inoltre spiegato: "E' indecente l'8% dei ricavi da stadio per le società professionistiche, se continueremo così tra un po' arriveremo a zero. Forse è dovuto anche al fatto che i diritti tv sono talmente cresciuti... ma questa è la versa sfida: arrivare al 25-30% come fanno gli altri Paesi. E' colpa anche e soprattutto degli stadi. Il nostro campionato lo facciamo diventare il campionato più intrigante del mondo ma rispetto a Inghilterra e Spagna non è proprio una lotta all'arma bianca. Si è creato un gap molto importante e questo non aiuta a favorire chi vuole andare a vedere le partite''. (La Repubblica)
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