Nintendo, il Game Boy compie 25 anni: ma è un compleanno amaro
l Game Boy di Nintendo, la vera svolta rivoluzionaria del concetto dei videogiochi a portata di mano ben prima di smartphone, tablet e app, compie oggi 25 anni , ma per il colosso nipponico si tratta di festeggiamenti dal sapore decisamente amaro.
Dopo i successi travolgenti di un ventennio all'insegna dell' innovazione, il leader mondiale del settore è in deciso affanno con i conti in rosso e l'effetto di concorrenti atipici come smartphone e tablet, incapace di tornare agli splendori del passato neanche con la vendita della nuova creatura, la Wii U.
Il 21 aprile del 1989 Nintendo iniziò la commercializzazione del Game Boy in Giappone, la console portatile più famosa al mondo che vanta 118 milioni di pezzi vendute. Nata dalla felice intuizione del team di ricerca e sviluppo interno (R&D#1), la console è il prodotto del lavoro del visionario Gunpei Yokoi e dei suoi talentuosi collaboratori che avevano già messo a segno la popolare prima serie di successo, Game & Watch. Il Game Boy dopo il Sol Levante, approdò in agosto dello stesso anno negli Usa e in Europa solo il 28 settembre 1990, con un successo che fu subito strepitoso.
Pochi anni dopo, nel 1996 e nel 1998, fu il turno delle riedizioni: Game Boy Pocket e Game Boy Light, dedicata al mercato nipponico. La console, tuttavia, si trovò a competere con prodotti dai profili tecnici superiori (in testa il Game Gear di **** e il Lynx di Atari) che potevano contare già un display a colori e la componentistica molto più avanzata. Tuttavia, grazie a giochi dal forte appeal come il Tetris (e l'icona Super Mario poi) e a un'autonomia ben superiore agli standard dell'epoca e fino a 30 ore, la portatile della casa di Kyoto si difese e allungò sulle rivali, fino a sfiorare il traguardo dei 120 milioni di pezzi venduti nel mondo, se si considerano le diverse versioni.