Sei mesi sono nulla, nella vita di un uomo; sei mesi possono essere decisivi, nella vita di un uomo. Nel bene e nel male. Nel caso di Michael Schumacher, super-uomo più che uomo per una ventina d'anni almeno, sei mesi rischiano di essere tutto a causa di una banalissima caduta dagli sci. Il 29 giugno sarà infatti trascorso metà anno dal tragico incidente sulle montagne di Meribel. Una banalissima caduta occorsa a un padre di famiglia - ma sette volte Campione del Mondo di Formula 1 - che, come tanti altri, stava trascorrendo una giornata sulle piste con il proprio figlio. La dinamica è nota: in una zona di intersezione fra due piste il 45enne ex-pilota tedesco ha perso l'equilibrio battendo la testa su una roccia. Poi finalmente il risveglio ed il trasferimento da Grenoble a Losanna, dove proprio questo fine settimana inizia la riabilitazione. Ma il peggio è davvero passato?
La sua è una triste storia, fatta di operazioni chirurgiche, almeno tre ma potrebbero essere state di più, dato il giusto riserbo della famiglia. Sì, tantissimo calore da parte dei propri cari, ma anche dei moltissimi tifosi che non hanno mai smesso di farsi sentire all'esterno della clinica di Grenoble dove il campionissimo è rimasto ricoverato per quasi sei mesi. Dopo un lungo periodo di silenzio da parte della famiglia e della portavoce Sabine Kehm, finalmente la buona notizia: il tedesco ha lasciato la clinica universitaria francese per un centro di riabilitazione vicino a Losanna, in Svizzera. Detto questo, il tempo non sempre cura le ferite, in casi come questo. Anzi. Un coma come quello in cui era sprofondato Schumacher, infatti, generalmente lascia segni profondissimi nel fisico e nella mente: la massa muscolare sparisce, la pelle si deteriora a causa del continuo contatto con il letto e, soprattutto, il cervello perde piano piano le proprie funzioni e capacità di controllo sul corpo. Il coma non è affatto un dolce sonno dal quale ci si risveglia dopo un certo tempo come se nulla fosse. Lo ripetiamo, il quadro clinico di Schumacher è sotto strettissimo segreto (ed è dunque lecito sperare), ma il solo fatto che ci siano voluti cinque mesi e mezzo per trasferirlo dal suo letto d'ospedale la dice lunga sulla delicatezza della situazione. Certo, il fatto di poter disporre dei migliori fisioterapisti e medici 24 ore al giorno, degli ausilii e dei dispositivi biomedici più tecnologici di sicuro aiuta, ma non è irrealistico pensare che Schumacher difficilmente tornerà quello di prima. E' una storia fatta di speranza e... non c'è che dire FORZA SCHUMI!
La sua è una triste storia, fatta di operazioni chirurgiche, almeno tre ma potrebbero essere state di più, dato il giusto riserbo della famiglia. Sì, tantissimo calore da parte dei propri cari, ma anche dei moltissimi tifosi che non hanno mai smesso di farsi sentire all'esterno della clinica di Grenoble dove il campionissimo è rimasto ricoverato per quasi sei mesi. Dopo un lungo periodo di silenzio da parte della famiglia e della portavoce Sabine Kehm, finalmente la buona notizia: il tedesco ha lasciato la clinica universitaria francese per un centro di riabilitazione vicino a Losanna, in Svizzera. Detto questo, il tempo non sempre cura le ferite, in casi come questo. Anzi. Un coma come quello in cui era sprofondato Schumacher, infatti, generalmente lascia segni profondissimi nel fisico e nella mente: la massa muscolare sparisce, la pelle si deteriora a causa del continuo contatto con il letto e, soprattutto, il cervello perde piano piano le proprie funzioni e capacità di controllo sul corpo. Il coma non è affatto un dolce sonno dal quale ci si risveglia dopo un certo tempo come se nulla fosse. Lo ripetiamo, il quadro clinico di Schumacher è sotto strettissimo segreto (ed è dunque lecito sperare), ma il solo fatto che ci siano voluti cinque mesi e mezzo per trasferirlo dal suo letto d'ospedale la dice lunga sulla delicatezza della situazione. Certo, il fatto di poter disporre dei migliori fisioterapisti e medici 24 ore al giorno, degli ausilii e dei dispositivi biomedici più tecnologici di sicuro aiuta, ma non è irrealistico pensare che Schumacher difficilmente tornerà quello di prima. E' una storia fatta di speranza e... non c'è che dire FORZA SCHUMI!