Il 24enne arrestato confessa: «Mi servivano soldi».
Ha ucciso la nonna a bastonate per 50 euro e qualche anello.
Ha confessato il 24enne Costanzo Baci, detto Giovanni, arrestato dai carabinieri di Aversa per l'omicidio di Antonietta Di Luciano, anziana di 89 anni trovata cadavere la mattina del 2 luglio nel suo letto con il cranio fracassato nella sua abitazione di Lusciano, in provincia di Caserta.
LA CONFESSIONE. «Ho ucciso mia nonna perché mi servivano i soldi», ha raccontato il nipote, che dopo aver bastonato l'anziana le ha perfino tolto degli anelli dalle dita mentre stava morendo.
Una giustificazione tanto inquietante quanto banale quella del presunto omicida, che ha spinto gli inquirenti a compiere altri accertamenti tuttora in corso: si vuole capire infatti capire se Baci, di origine rumene, figlio adottivo di Francesco Costanzo, il figlio dell'anziana che ha scoperto il cadavere, avesse organizzato il delitto e se avesse dei complici.
LE HA TOLTO GLI ANELLI. Secondo gli investigatori, Baci era entrato in casa con un bastone di quelli usati come supporto per attrezzi agricoli, si era recato in camera da letto della nonna, colpendola più volte in testa; quindi avrebbe preso 50 euro, poi riconsegnate dopo la confessione, lasciandone altre 170 in un cassetto, insieme a numerosi monili d'oro, in modo da inscenare una rapina andata male. Ha però tolto degli anelli dalle dita insanguinate della nonna morente, che sono stati ritrovati dai carabinieri, ed è fuggito.
HA ACCUSATO IL PADRE. Il giovane omicida, prima di confessare, aveva tentato di accusare il padre. Era stato infatti proprio il ragazzo, intorno alle 22 del primo luglio, quando si è consumato il delitto, a chiudere in modo del tutto inadeguato il portoncino di ingresso dell'abitazione di Antonietta Di Luciano: aveva infatti solo appoggiato uno dei battenti senza girare la chiave e attivare il meccanismo di chiusura; la mattina dopo infatti il padre adottivo aveva trovato il portone d'entrata aperto. Il giovane in un primo momento ha accusato quindi proprio il padre, con cui ha ammesso di «non andare d'accordo». Sentito in caserma poco dopo il fatto, ha raccontato ai carabinieri di essere tornato a casa intorno alle 2 di notte e di aver visto una sagoma che colpiva con un bastone la nonna, e di aver compreso che era il padre.
I carabinieri non hanno però creduto al racconto e poco dopo hanno scoperto nelle pertinenze dell'abitazione della donna il bastone usato per fracassare il cranio all'anziana. I sospetti si sono così concentrati sul nipote, che ha poi ammesso le sue responsabilità.
Ha ucciso la nonna a bastonate per 50 euro e qualche anello.
Ha confessato il 24enne Costanzo Baci, detto Giovanni, arrestato dai carabinieri di Aversa per l'omicidio di Antonietta Di Luciano, anziana di 89 anni trovata cadavere la mattina del 2 luglio nel suo letto con il cranio fracassato nella sua abitazione di Lusciano, in provincia di Caserta.
LA CONFESSIONE. «Ho ucciso mia nonna perché mi servivano i soldi», ha raccontato il nipote, che dopo aver bastonato l'anziana le ha perfino tolto degli anelli dalle dita mentre stava morendo.
Una giustificazione tanto inquietante quanto banale quella del presunto omicida, che ha spinto gli inquirenti a compiere altri accertamenti tuttora in corso: si vuole capire infatti capire se Baci, di origine rumene, figlio adottivo di Francesco Costanzo, il figlio dell'anziana che ha scoperto il cadavere, avesse organizzato il delitto e se avesse dei complici.
LE HA TOLTO GLI ANELLI. Secondo gli investigatori, Baci era entrato in casa con un bastone di quelli usati come supporto per attrezzi agricoli, si era recato in camera da letto della nonna, colpendola più volte in testa; quindi avrebbe preso 50 euro, poi riconsegnate dopo la confessione, lasciandone altre 170 in un cassetto, insieme a numerosi monili d'oro, in modo da inscenare una rapina andata male. Ha però tolto degli anelli dalle dita insanguinate della nonna morente, che sono stati ritrovati dai carabinieri, ed è fuggito.
HA ACCUSATO IL PADRE. Il giovane omicida, prima di confessare, aveva tentato di accusare il padre. Era stato infatti proprio il ragazzo, intorno alle 22 del primo luglio, quando si è consumato il delitto, a chiudere in modo del tutto inadeguato il portoncino di ingresso dell'abitazione di Antonietta Di Luciano: aveva infatti solo appoggiato uno dei battenti senza girare la chiave e attivare il meccanismo di chiusura; la mattina dopo infatti il padre adottivo aveva trovato il portone d'entrata aperto. Il giovane in un primo momento ha accusato quindi proprio il padre, con cui ha ammesso di «non andare d'accordo». Sentito in caserma poco dopo il fatto, ha raccontato ai carabinieri di essere tornato a casa intorno alle 2 di notte e di aver visto una sagoma che colpiva con un bastone la nonna, e di aver compreso che era il padre.
I carabinieri non hanno però creduto al racconto e poco dopo hanno scoperto nelle pertinenze dell'abitazione della donna il bastone usato per fracassare il cranio all'anziana. I sospetti si sono così concentrati sul nipote, che ha poi ammesso le sue responsabilità.