La mania dei cupcake è finita? C’era un tempo in cui erano sulla bocca di tutti, un tempo in cui Carrie Bradshaw, Miranda, Charlotte e Samantha entravano regolarmente nella Magnolia Bakery del West Village per gustare quel venerato pan di Spagna. C’era un tempo in cui quelle bombe di carboidrati si gustavano senza rimorsi. C’era persino un tempo in cui il business della pasticceria era diventato così redditizio che qualcuno aveva deciso di quotare la propria attività a Wall Street. Quel qualcuno era Crumbs Bake Shop, la catena di negozi di cupcake più grande degli Stati Uniti che ora, un po’ a sorpresa, ha annunciato la chiusura di tutti e 48 punti vendita in 10 Stati.
E viene da chiedersi: l’età dell’oro dei cupcakes è finita? È finita in briciole la nota catena americana specializzata nella vendita di cupcake Crumbs Bake Shop. Chiudono, per bancarotta, tutti i negozi negli Usa. Compreso quello storico dell’Upper West Side di Manhattan, il primo ad aprire i battenti nel 2003 ad opera di una coppia, Jason e Mia Bauer, per poi essere rilevato da una società e quotata in Borsa. «Con rammarico, Crumbs è stata costretta a cessare le proprie attività; si occuperà nell’immediato dei suoi fedeli dipendenti mentre valuta le opzioni limitate rimaste», ha comunicato la società di New York City in una lettera al Wall Street Journal.
Non stiamo parlando di semplici tortine, ma di una vera e propria istituzione made in Usa. Il successo dei cupcake di Crumbs (alti 10 centimetri, pari a oltre 600 calorie, dai gusti particolari e con prezzi che variano dai 3,50 a più di 5 dollari) ha spopolato fin da subito, prima a New York, poi nelle altre città americane.
Erano i primi anni del 2000. Ma la competizione, non solo con Magnolia Bakery (resa famosa da Sex and the City e Il diavolo veste Prada), ma anche con Sprinkles si è rivelata più alta del previsto. Ancora nel 2010, Crumbs generava 31 milioni di dollari di ricavi e 2,5 milioni di dollari di utili pre-tasse. Tradotto in numero di cupcakes venduti: 13 milioni di pezzi. Nel 2011 aveva centinaia di punti vendita. Poi, tra il 2012 e il 2013, la crisi ha iniziato a mordere: la compagnia chiude una dopo l’altra le porte dei suoi negozi; sei all’inizio di quest’anno dopo aver registrato una perdita pari a 18,2 milioni di dollari nel 2013.
La storia di Crumbs è stata solo una bolla… di panna montata? In effetti il gruppo ha seguito la sorte toccata ad altre catene dal concept particolare e a crescita troppo rapida ma finite poi ad arrancare. Le cause? Negozi immensi, affitti alle stelle, inflazione dell’offerta. È però anche vero che sempre più consumatori iniziano a perdere interesse negli ipercalorici dolci. Entro l’anno, rischiano di perdere il posto 165 dipendenti e circa 655 lavoratori part time.
Fonte: Corriere della sera
E viene da chiedersi: l’età dell’oro dei cupcakes è finita? È finita in briciole la nota catena americana specializzata nella vendita di cupcake Crumbs Bake Shop. Chiudono, per bancarotta, tutti i negozi negli Usa. Compreso quello storico dell’Upper West Side di Manhattan, il primo ad aprire i battenti nel 2003 ad opera di una coppia, Jason e Mia Bauer, per poi essere rilevato da una società e quotata in Borsa. «Con rammarico, Crumbs è stata costretta a cessare le proprie attività; si occuperà nell’immediato dei suoi fedeli dipendenti mentre valuta le opzioni limitate rimaste», ha comunicato la società di New York City in una lettera al Wall Street Journal.
Non stiamo parlando di semplici tortine, ma di una vera e propria istituzione made in Usa. Il successo dei cupcake di Crumbs (alti 10 centimetri, pari a oltre 600 calorie, dai gusti particolari e con prezzi che variano dai 3,50 a più di 5 dollari) ha spopolato fin da subito, prima a New York, poi nelle altre città americane.
Erano i primi anni del 2000. Ma la competizione, non solo con Magnolia Bakery (resa famosa da Sex and the City e Il diavolo veste Prada), ma anche con Sprinkles si è rivelata più alta del previsto. Ancora nel 2010, Crumbs generava 31 milioni di dollari di ricavi e 2,5 milioni di dollari di utili pre-tasse. Tradotto in numero di cupcakes venduti: 13 milioni di pezzi. Nel 2011 aveva centinaia di punti vendita. Poi, tra il 2012 e il 2013, la crisi ha iniziato a mordere: la compagnia chiude una dopo l’altra le porte dei suoi negozi; sei all’inizio di quest’anno dopo aver registrato una perdita pari a 18,2 milioni di dollari nel 2013.
La storia di Crumbs è stata solo una bolla… di panna montata? In effetti il gruppo ha seguito la sorte toccata ad altre catene dal concept particolare e a crescita troppo rapida ma finite poi ad arrancare. Le cause? Negozi immensi, affitti alle stelle, inflazione dell’offerta. È però anche vero che sempre più consumatori iniziano a perdere interesse negli ipercalorici dolci. Entro l’anno, rischiano di perdere il posto 165 dipendenti e circa 655 lavoratori part time.
Fonte: Corriere della sera