Lo "Squalo" tacca tutti e ottiene la quarta vittoria di tappa, allungando il vantaggio in classifica con più di 7 minuti sui francesi Pinot e Peraud. Valverde scende al quarto posto.
La firma sui Pirenei. Mancava solo questa per suggellare un Tour memorabile. Nibali vince anche sull’Hautacam, riprende uno a uno un gruppetto di fuggitivi andato via a metà corsa (la tappa era partita da Pau, 145 chilometri e in mezzo c’è il Tourmalet, quel passo che fece dire a Fausto Coppi «ma chi me lo fa fare...») e alza le mani solitario al traguardo. In questa edizione della Grande Boucle lo Squalo mette così all’incasso la quarta vittoria, dopo quelle agli arrivi di Sheffield, La Planches des Belles Filles e Chamrousse). E adesso il traguardo finale di Parigi si fa sempre più vicino. Impazziti anche i francesi. Non solo perché, al termine di una giornata che ha rivoluzionato la classifica, vedono Pinot e Peraud salire rispettivamente al secondo e terzo posto (ed erano 17 anni che i Galletti non avevano un loro corridore sul podio). Per i cugini Transalpini c'è altro: i modi naif, eleganti, sempre a metà tra quella strana timida guasconeria, di Vincenzo li hanno conquistati. Alternativamente lo chiamano Le Siciliano, Nibalì, ma da adesso anche Canibalì, il divertente neologismo coniato dall'edizione online de L'Équipe un istante dopo aver passato il traguardo dell'Hautacam.
La firma sui Pirenei. Mancava solo questa per suggellare un Tour memorabile. Nibali vince anche sull’Hautacam, riprende uno a uno un gruppetto di fuggitivi andato via a metà corsa (la tappa era partita da Pau, 145 chilometri e in mezzo c’è il Tourmalet, quel passo che fece dire a Fausto Coppi «ma chi me lo fa fare...») e alza le mani solitario al traguardo. In questa edizione della Grande Boucle lo Squalo mette così all’incasso la quarta vittoria, dopo quelle agli arrivi di Sheffield, La Planches des Belles Filles e Chamrousse). E adesso il traguardo finale di Parigi si fa sempre più vicino. Impazziti anche i francesi. Non solo perché, al termine di una giornata che ha rivoluzionato la classifica, vedono Pinot e Peraud salire rispettivamente al secondo e terzo posto (ed erano 17 anni che i Galletti non avevano un loro corridore sul podio). Per i cugini Transalpini c'è altro: i modi naif, eleganti, sempre a metà tra quella strana timida guasconeria, di Vincenzo li hanno conquistati. Alternativamente lo chiamano Le Siciliano, Nibalì, ma da adesso anche Canibalì, il divertente neologismo coniato dall'edizione online de L'Équipe un istante dopo aver passato il traguardo dell'Hautacam.