Sale ancora il bilancio delle vittime: dall’inizio del blitz sono oltre 1190. A Tel Aviv suonano le sirene. Cinque soldati israeliani uccisi in un tunnel
È cominciata la quarta settimana di conflitto tra Hamas e Israele e per Gaza non c’è tregua. I raid israeliani si sono susseguiti senza sosta (la risposta probabilmente alla morte lunedì di 10 soldati israeliani): Israele ha messo fuori uso l’unica centrale elettrica della Striscia, raso al suolo la casa dell’ex premier del governo a guida Hamas, Ismail Haniye, e ha colpito le abitazioni di decine di altri uomini di alto profilo del movimento islamista.
RAFFICA DI BOMBE
Si è trattato di alcuni dei più pesanti bombardamenti via terra, aria e mare dall’inizio dell’offensiva israeliana. In poche ore, dalla mezzanotte, i morti sono stati 100 e i feriti oltre 500 (e dunque adesso il bilancio totale delle vittime palestinesi è di 1.191 e 6.500 i feriti). Tra gli obiettivi colpiti gli uffici finanziari di Hamas e l’unico impianto elettrico della Striscia, che ha sospeso l’attività a causa dell’enorme incendio provocato dal bombardamento contro un contenitore di combustibile. L’impianto elettrico, che forniva fino a due terzi del fabbisogno energetico di Gaza, sarà fuori uso - secondo le prime valutazione dei danni - almeno per un anno. E secondo l’amministrazione comunale, adesso si potrebbero fermare molte delle pompe ad acqua della zona; e dunque i residenti sono stati esortati a farne un uso razionale.
TREGUA SEMPRE PIU LONTANA
Nella notte, cinque soldati israeliani sono stati uccisi al confine con la striscia di Gaza. I militari sono stati investiti da un missile anticarro esploso da un commando sbucato da uno dei tunnel scavati sotto il confine. Intanto continua la pioggia dei razzi sparati da Gaza verso il sud e il centro di Israele. Almeno uno è stato intercettato da Iron Dome. E mentre gli scontri tra israeliani e palestinesi nell’enclave hanno impedito ai residenti di festeggiare la giornata che mette fino al digiuno dei 30 giorni del mese di Ramadan, gli sforzi per il cessate il fuoco rimangono ancora infruttuosi. Del resto la delegazione palestinese, composta da rappresentanti di Fatah, Hamas e Jihad islamica, ha chiesto una tregua umanitaria di almeno 48 ore come condizione per andare al Cairo e discutere dell’accordo definitivo sul cessate-il-fuoco con Israele.
In un’informativa alla Camera, il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha ribadito comunque che «l’imperativo è fermare il conflitto», anche se temporaneamente, e ha avvertito che la situazione complessiva della regione, «la nostra regione», è drammatica e può «letteralmente far esplodere tutta la regione».
È cominciata la quarta settimana di conflitto tra Hamas e Israele e per Gaza non c’è tregua. I raid israeliani si sono susseguiti senza sosta (la risposta probabilmente alla morte lunedì di 10 soldati israeliani): Israele ha messo fuori uso l’unica centrale elettrica della Striscia, raso al suolo la casa dell’ex premier del governo a guida Hamas, Ismail Haniye, e ha colpito le abitazioni di decine di altri uomini di alto profilo del movimento islamista.
RAFFICA DI BOMBE
Si è trattato di alcuni dei più pesanti bombardamenti via terra, aria e mare dall’inizio dell’offensiva israeliana. In poche ore, dalla mezzanotte, i morti sono stati 100 e i feriti oltre 500 (e dunque adesso il bilancio totale delle vittime palestinesi è di 1.191 e 6.500 i feriti). Tra gli obiettivi colpiti gli uffici finanziari di Hamas e l’unico impianto elettrico della Striscia, che ha sospeso l’attività a causa dell’enorme incendio provocato dal bombardamento contro un contenitore di combustibile. L’impianto elettrico, che forniva fino a due terzi del fabbisogno energetico di Gaza, sarà fuori uso - secondo le prime valutazione dei danni - almeno per un anno. E secondo l’amministrazione comunale, adesso si potrebbero fermare molte delle pompe ad acqua della zona; e dunque i residenti sono stati esortati a farne un uso razionale.
TREGUA SEMPRE PIU LONTANA
Nella notte, cinque soldati israeliani sono stati uccisi al confine con la striscia di Gaza. I militari sono stati investiti da un missile anticarro esploso da un commando sbucato da uno dei tunnel scavati sotto il confine. Intanto continua la pioggia dei razzi sparati da Gaza verso il sud e il centro di Israele. Almeno uno è stato intercettato da Iron Dome. E mentre gli scontri tra israeliani e palestinesi nell’enclave hanno impedito ai residenti di festeggiare la giornata che mette fino al digiuno dei 30 giorni del mese di Ramadan, gli sforzi per il cessate il fuoco rimangono ancora infruttuosi. Del resto la delegazione palestinese, composta da rappresentanti di Fatah, Hamas e Jihad islamica, ha chiesto una tregua umanitaria di almeno 48 ore come condizione per andare al Cairo e discutere dell’accordo definitivo sul cessate-il-fuoco con Israele.
In un’informativa alla Camera, il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha ribadito comunque che «l’imperativo è fermare il conflitto», anche se temporaneamente, e ha avvertito che la situazione complessiva della regione, «la nostra regione», è drammatica e può «letteralmente far esplodere tutta la regione».