Lo indicano dati di uno studio italiano. Ma non è la stessa che si Fuma
Una conferma dell’efficacia della cannabis nell’alleviare i sintomi della sclerosi multipla arriva dal congresso congiunto ACTRIMS/ECTRIMS, le società americana ed europea per lo studio della malattia. La spasticità è fra i sintomi che compromettono la qualità di vita di questi pazienti; più spesso, almeno inizialmente, interessa gli arti inferiori «è una questione di probabilità – spiega Letizia Leocani dell’Istituto di neurologia sperimentale dell’Ospedale San Raffaele di Milano, uno degli autori dello studio presentato al congresso -. Più lunghe sono le vie nervose e più facile è che la malattia le colpisca». Si era già dimostrato che i cannabinoidi sono efficaci nel migliorare i sintomi lamentati dai pazienti, tanto è vero che il loro impiego è già stato approvato in numerosi Paesi, inclusa l’Italia.
- La ricerca«La novità del nostro studio è che l’effetto sulla rigidità degli arti inferiori è stato documentato in modo oggettivo dai neurologi ricorrendo a un’apposita scala di valutazione» spiega la ricercatrice. Finora infatti gli studi condotti per verificare l’efficacia di questa terapia si basavano su una valutazione soggettiva dei pazienti.
I malati venivano cioè invitati a esprimere su una scala da 0 a 10 il loro stato di benessere prima e dopo l’uso del farmaco. Nella ricerca italiana si è cercato di rendere questa valutazione oggettiva. Sono stati 43 i pazienti reclutati nella ricerca: una parte ha ricevuto il farmaco attivo somministrato in forma di spray orale, mentre i rimanenti hanno effettuato spruzzi di placebo. La riduzione della spasticità valutata dai neurologi è stata nettamente superiore in coloro che venivano trattati con l’estratto di cannabis.
- Niente equivoci con il «Fumo»I malati venivano cioè invitati a esprimere su una scala da 0 a 10 il loro stato di benessere prima e dopo l’uso del farmaco. Nella ricerca italiana si è cercato di rendere questa valutazione oggettiva. Sono stati 43 i pazienti reclutati nella ricerca: una parte ha ricevuto il farmaco attivo somministrato in forma di spray orale, mentre i rimanenti hanno effettuato spruzzi di placebo. La riduzione della spasticità valutata dai neurologi è stata nettamente superiore in coloro che venivano trattati con l’estratto di cannabis.
«Che è che però diverso dalla cannabis che si fuma – tiene a precisare la ricercatrice -. In primo luogo per il fatto che viene somministrata come spray da spruzzare sulle mucose della bocca per cui il tempo impiegato dalla sostanza cannabinoide per raggiungere il sistema nervoso è più lungo di quello impiegato dai cannabinoidi assunti col fumo. Inoltre nel farmaco la composizione fra i diversi cannabinoidi è bilanciata per cui la sostanza nota per produrre gli effetti allucinogeni (il THC Tetraidrocannabinolo) è bilanciata dall’altro cannabinoide presente, il cannabibiolo, che ne contrasta gli effetti allucinogeni». Lo studio non è riuscito invece a chiarire grazie a quali meccanismi la cannabis produce i suoi effetti positivo sui sintomi della malattia.
Fonte: Corriere.it