Il dramma nello stabilimento di Ca’ Emo specializzato nello smaltimento di rifiuti. Feriti un operaio e un vigile del fuoco. In luglio un incidente molto simile era avvenuto ad Aprilia
Incidente sul lavoro a Ca’Emo di Adria, in provincia di Rovigo, dove tre operai e un autista sono morti per le esalazioni di una cisterna che stavano pulendo. La tragedia è avvenuta alla Coimpo, azienda specializzata nel trattamento di rifiuti speciali.
La dinamica
Secondo le prime ricostruzioni a uccidere i quattro lavoratori sarebbe stato un mix di sostanze chimiche. Un operaio, pulendo la cisterna, avrebbe versato dell’acido solforico all’interno, dove però era rimasto un residuo di ammoniaca. Le esalazioni lo hanno fatto crollare a terra. Un collega e l’autista del camion hanno cercato di aiutare l’operaio, ma anche loro sono caduti a terra dopo pochi secondi. Un quarto operaio, tre ore dopo l’intervento dei vigili del fuoco, è stato trovato a cento metri di distanza. Si sospetta stesse cercando di allontanarsi dalla cisterna.
Le vittime
Due sono di Adria. Si tratta di Nicolò Bellato di 28 anni e Paolo Valesella di 53. La terza vittima è Mario Berti di 47 anni, mentre l’autista è di Campolongo Maggiore, provincia di Venezia: si chiamava Giuseppe Valdan e aveva 47 anni. Un quinto lavoratore, un 41enne di Adria, è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale, mentre è stato portato al pronto soccorso anche un vigile del fuoco che è caduto male mentre stava effettuando i rilievi.
Operai senza mascherina
Per il pm di Rovigo Sabrina Duò sono «evidenti i problemi di sicurezza all’interno della Coimpo». Il magistrato, alla fine del sopralluogo nello stabilimento, ha confermato che i quattro lavoratori deceduti non indossavano le mascherine di protezione, ma ha aggiunto che non è l’unico problema di sicurezza dell’azienda. Non si esclude l’errore umano ma «dai primi elementi sembrerebbe che qui qualcosa non è stato rispettato sotto il profilo del ciclo di produzione». Per quel che riguarda la dinamica, sono in corso analisi e accertamenti ma - ha dichiarato ancora il magistrato - è chiaro che «questi acidi non andavano scaricati direttamente nella vasca». La Procura di Rovigo ha aperto un fascicolo di indagine con l’ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo.
I precedenti
Un incidente praticamente identico era avvenuto il 28 luglio scorso nell’impianto di compostaggio Kyklos di Aprilia , in provincia di Viterbo, quando due operai erano morti a causa delle esalazioni di una cisterna.
L’8 aprile a Molfetta padre e figlio erano morti per salvare il fratello caduto all’interno di una cisterna a causa delle esalazioni degli scarti contenuti in una fogna interna alla ditta dove confluiscono gli scarti della lavorazione del pesce.
Le reazioni
Appresa con commozione la notizia, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha chiesto al prefetto di Rovigo di esprimere ai familiari dei quattro operai deceduti «sentimenti di partecipazione e cordoglio» e di «rendersi interprete della sua solidale vicinanza all’operaio ferito».
Per il governatore del Veneto Luca Zaia si tratta di «una tragedia tra le più devastanti» nel mondo del lavoro veneto. «Onestamente non ce lo aspettavamo - ha detto il governatore - anche perché il Veneto è conosciuto e apprezzato come una regione sicura».
Il sindaco di Adria, Massimo Barbujani, ha dichiarato il lutto cittadino.
I sindacati denunciano la mancanza di sicurezza sui posti di lavoro e chiedono che vengano approfondite tutte le responsabilità.
Incidente sul lavoro a Ca’Emo di Adria, in provincia di Rovigo, dove tre operai e un autista sono morti per le esalazioni di una cisterna che stavano pulendo. La tragedia è avvenuta alla Coimpo, azienda specializzata nel trattamento di rifiuti speciali.
La dinamica
Secondo le prime ricostruzioni a uccidere i quattro lavoratori sarebbe stato un mix di sostanze chimiche. Un operaio, pulendo la cisterna, avrebbe versato dell’acido solforico all’interno, dove però era rimasto un residuo di ammoniaca. Le esalazioni lo hanno fatto crollare a terra. Un collega e l’autista del camion hanno cercato di aiutare l’operaio, ma anche loro sono caduti a terra dopo pochi secondi. Un quarto operaio, tre ore dopo l’intervento dei vigili del fuoco, è stato trovato a cento metri di distanza. Si sospetta stesse cercando di allontanarsi dalla cisterna.
Le vittime
Due sono di Adria. Si tratta di Nicolò Bellato di 28 anni e Paolo Valesella di 53. La terza vittima è Mario Berti di 47 anni, mentre l’autista è di Campolongo Maggiore, provincia di Venezia: si chiamava Giuseppe Valdan e aveva 47 anni. Un quinto lavoratore, un 41enne di Adria, è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale, mentre è stato portato al pronto soccorso anche un vigile del fuoco che è caduto male mentre stava effettuando i rilievi.
Operai senza mascherina
Per il pm di Rovigo Sabrina Duò sono «evidenti i problemi di sicurezza all’interno della Coimpo». Il magistrato, alla fine del sopralluogo nello stabilimento, ha confermato che i quattro lavoratori deceduti non indossavano le mascherine di protezione, ma ha aggiunto che non è l’unico problema di sicurezza dell’azienda. Non si esclude l’errore umano ma «dai primi elementi sembrerebbe che qui qualcosa non è stato rispettato sotto il profilo del ciclo di produzione». Per quel che riguarda la dinamica, sono in corso analisi e accertamenti ma - ha dichiarato ancora il magistrato - è chiaro che «questi acidi non andavano scaricati direttamente nella vasca». La Procura di Rovigo ha aperto un fascicolo di indagine con l’ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo.
I precedenti
Un incidente praticamente identico era avvenuto il 28 luglio scorso nell’impianto di compostaggio Kyklos di Aprilia , in provincia di Viterbo, quando due operai erano morti a causa delle esalazioni di una cisterna.
L’8 aprile a Molfetta padre e figlio erano morti per salvare il fratello caduto all’interno di una cisterna a causa delle esalazioni degli scarti contenuti in una fogna interna alla ditta dove confluiscono gli scarti della lavorazione del pesce.
Le reazioni
Appresa con commozione la notizia, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha chiesto al prefetto di Rovigo di esprimere ai familiari dei quattro operai deceduti «sentimenti di partecipazione e cordoglio» e di «rendersi interprete della sua solidale vicinanza all’operaio ferito».
Per il governatore del Veneto Luca Zaia si tratta di «una tragedia tra le più devastanti» nel mondo del lavoro veneto. «Onestamente non ce lo aspettavamo - ha detto il governatore - anche perché il Veneto è conosciuto e apprezzato come una regione sicura».
Il sindaco di Adria, Massimo Barbujani, ha dichiarato il lutto cittadino.
I sindacati denunciano la mancanza di sicurezza sui posti di lavoro e chiedono che vengano approfondite tutte le responsabilità.