Non poteva che suscitare polemiche l’insegna allusiva scelta come nome per un locale di Taranto. La friggitoria, di prossima apertura nella località pugliese, si chiama W la patata. Una trovata di marketing che è già pienamente riuscita. Infatti, lo scopo era far parlare di sé e nonostante le polemiche, sono riusciti in pieno nell’impresa. L’espressione gergale è accompagnata da disegni di una donna con un look aggressivo. L’insegna allusiva ha però suscitato l’indignazione dell’associazione femminile La casa delle donne, sostenendo affermazioni simili a quelle di cui si è fatta promotrice la militante di Sel, Laura Boldrini. Ecco le loro parole: “L’insegna contiene un messaggio lesivo dell’immagine femminile. Da anni, noi donne denunciamo come l’uso del corpo femminile nelle pubblicità sia un fattore di arretratezza culturale e veicolo attraverso cui passa il modello di donna che la società intende imporre“.
Fin qui non si può non essere d’accordo con l’argomentazione dell’associazione, che però poi esagera spiegando che queste immagini fanno male esattamente quanto le molestie e le violenze. Più di qualcuno ha sollecitato le istituzioni a prendere parte nella contesa, cercando di evitare che immagini di questo tipo appaiano ancora in futuro. Dunque, se per qualcuno il significato è solo quello di una scritta “burlona” per farsi pubblicità, il sovrascopo è quello di continuare a reificare la donna.
Fin qui non si può non essere d’accordo con l’argomentazione dell’associazione, che però poi esagera spiegando che queste immagini fanno male esattamente quanto le molestie e le violenze. Più di qualcuno ha sollecitato le istituzioni a prendere parte nella contesa, cercando di evitare che immagini di questo tipo appaiano ancora in futuro. Dunque, se per qualcuno il significato è solo quello di una scritta “burlona” per farsi pubblicità, il sovrascopo è quello di continuare a reificare la donna.