Le buone notizie sulle persone infette da virus Ebola che riescono a guarire - ultima, l’infermiera spagnola - riportano al centro della cronaca una domanda: come si cura l’Ebola? Una domanda che ha più risposte, ma nessuna delle quali definitiva, dal momento che non solo non esiste un vaccino, come ormai noto, ma non esiste nemmeno un trattamento standard al quale i medici possano attenersi. Quello che si sa è che le speranze di guarigione risiedono soprattutto nella tempestività con cui il malato viene preso in carico dai medici e sottoposto al trattamento.
Dal momento che non ci sono farmaci specifici, si procede soprattutto con un trattamento sintomatico, il che significa che si supporta il paziente e si cerca di gestire le manifestazioni che la malattia ha su di lui. Si utilizza prevalentemente paracetamolo e soluzioni reidratanti che possano sopperire alla perdita di liquidi. Fondamentale anche l’assunzione di antibiotici a largo spettro che siano in grado di prevenire quelle che vengono chiamate “infezioni opportunistiche” (come possono essere la polmonite o la setticemia), malattie che colpiscono il fisico nel momento in cui il sistema immunitario è più debole.
Il trattamento prevede inoltre il mantenimento dello stato di ossigenazione e pressione sanguigna, anche attraverso l’utilizzo di trasfusioni. Oltre a queste pratiche, che sono ormai la base dei tentativi dei medici di curare i pazienti contagiati, è continua la ricerca di procedure sperimentali che possano funzionare. Tra queste, sta ottenendo sempre più attenzione l’utilizzo di un trattamento che consiste nell’assunzione di farmaci antivirali combinati al plasma estratto dal sangue di pazienti che sono riusciti a guarire.
La procedura ha ottenuto il via libera dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, e potrebbe essere stato proprio questo trattamento ad aver portato alla guarigione dell’infermiera spagnola Teresa Romero (anche se non c’è modo di sapere se sia stato il fatto di aver usato quel trattamento ad averle permesso di guarire, e comunque ci vorranno ancora tre settimane per essere sicuri che di vera guarigione si tratti). Ma come funzione questo trattamento basato sul plasma dei pazienti guariti? Innanzitutto va detto che si tratta di un trattamento empirico, al momento privo di evidenze scientifiche, che si basa sulla “immunoterapia passiva”: si tratta quindi di infondere ai malati sangue, meglio se plasma, di chi è guarito dalla malattia, in modo da trasmettere loro questa immunità al virus e aiutarlo a combattere l’infezione. Il sangue di chi è guarito contiene infatti gli anticorpi al virus Ebola.
E tu che ne pensi? Di' la tua!
