"Sono fiero di essere gay e considero la mia omosessualità tra i più grandi doni che Dio mi ha dato". Per la prima volta Tim Cook parla in pubblico della sua vita privata. Il successore di Steve Jobs alla Apple, in un articolo sul Businessweek, mette da parte il suo "desiderio di privacy".
"Per anni sono stato aperto con molte persone sul mio orientamento sessuale. Tanti colleghi in Apple sanno che sono gay e non sembra fare nessuna differenza nel modo in cui mi trattano. Certo, ho avuto la fortuna di lavorare in un'azienda che ama la creatività e l'innovazione e sa che possono crescere solo quando accogli le diversità tra le persone. Non tutti sono così fortunati". "Essere gay mi ha dato una più profonda comprensione di ciò che significa essere in minoranza e mi ha fornito una finestra sulle sfide che le persone in altri gruppi di minoranza fanno tutti i giorni". Poi aggiunge: la mia omosessualità "mi ha dato la pelle di un rinoceronte, che torna utile quando si è il CEO di Apple". Cook supera la sua ritrosia a parlare della vita privata: "Pur non avendo mai negato la mia sessualità, non l'ho mai neanche riconosciuta pubblicamente". Ha sempre cercato "di conservare un livello elementare di privacy. Apple è già una delle società più esaminate del mondo e ci tengo a mantenere l'attenzione sui nostri prodotti e sulle cose incredibili che i nostri clienti riescono a farci". Per Cook c'è ancora molto da fare per superare le discriminazioni contro gli omosessuali. "Il mondo è cambiato così tanto da quando ero un ragazzino", ma aggiunge che in molti stati ci sono ancora leggi che "consentono ai datori di lavoro di licenziare le persone unicamente sulla base del loro orientamento sessuale. Ci sono molti posti dove i proprietari possono sfrattare gli inquilini gay, o dove può essere impedito di visitare partner malati e condividere le loro eredità. Innumerevoli persone, in particolare bambini, affrontare la paura e gli abusi ogni giorno a causa del loro orientamento sessuale". Non si considera un'attivista, ma spera che il suo gesto possa "aiutare a portare conforto a chi si sente solo, o ispirare le persone a insistere sulla loro uguaglianza". (La Repubblica)
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