Al Tardini arriva la 12/a sconfitta stagionale e la squadra veleggia miseramente in coda alla classifica, ma a Parma già si sogna. Sognano i tifosi, sogna la città tutta che già immagina di rinverdire i fasti sportivi dell'era Parmalat.
Magari si dovrà passare da un anno di purgatorio in serie B, ma il fascino della cordata di petrolieri russo-ciprioti che nelle prossime ore, c'è chi dice giovedì, rileverà l'intero pacchetto azionario del club emiliano è troppo forte per tutti. Allo stadio, mentre Cassano e compagni regalavano il gol della vittoria alla Lazio per un brutto erroraccio difensivo, tutti scrutavano la tribuna alla caccia del volto dell'avvocato romano Fabio Giordano, futuro vicepresidente del club. E' lui l'intermediario che ha portato in porto la trattativa. Questa mattina era al fianco di Ghirardi al centro sportivo di Collecchio quando la notizia è stata data alla squadra, in ritiro prepartita. Da quel momento la voce è circolata in città, prima come semplice rumors, poi con dettagli sempre più concreti sino alle certezze economiche: all'attuale presidente vanno 5 milioni come buona uscita, ai nuovi proprietari la maggioranza del pacchetto azionario compresi tutti i debiti (molte decine di milioni di euro). L'era Ghirardi insomma finisce qui. Iniziata il 25 gennaio 2007 quando il Parma finì nelle sue mani dal commissario Parmalat Enrico Bondi, libero dai debiti del crac Parmalat e con in dote un attrezzatissimo centro sportivo, l'imprenditore bresciano la cede con all'attivo sette stagioni in serie A ed una nella cadetteria. Un passo indietro, il suo, arrivato dopo l'onta della esclusione dall'Europa League dello scorso maggio, il mancato pagamento di parte degli stipendi il 17 novembre scorso e la fumata nera nella trattativa con il magnate albanese Taci. Una trattativa, quella con i petrolieri russo-ciprioti, chiusa quasi all'improvviso ma di cui in città si parlava per la verità da qualche giorno. Ne aveva accennato, in un'intervista radiofonica, anche il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, confermando il contatto con i futuri acquirenti, anche per quanto riguarda la gestione dello stadio. Il riserbo però è stato massimo (e continua ad esserlo) proprio per evitare il ripetersi del caso Taci. (Ansa)
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