La Fontana di Trevi, di notte, con quel bagno al quale non riesce a resistere, improvvisato, con il lungo vestito e un richiamo, suadente, indirizzato a Mastroianni: "Marcello, come here! Hurry up!", "Marcello, vieni qui! Sbrigati!". Il pensiero corre subito alla scena simbolo de La dolce vita, una scena simbolo del cinema mondiale, di un'epoca irripetibile fatta di stelle bellissime, di capolavori, di sogni. A 83 anni muore Anita Ekberg, musa di Federico Fellini, che la chiamava affettuosamente "Anitona". L'attrice svedese si è spenta nella clinica San Raffaele di Rocca di Papa, in provincia di Roma, dove era ricoverata da tempo.
Lei, femmina fatale, aveva le idee chiarissime. Era dotata di una parlantina diretta, tanto che una volta provocatoriamente disse: "Sono stata io a rendere famoso Federico Fellini, non il contrario". Ma possedeva anche un'estrema delicatezza: quando il "suo" regista morì, fu l'unica a tenersi in contatto con la moglie, Giulietta Masina. "Quando Fellini si è ammalato io stavo sempre in contatto con la moglie", ha raccontato la Ekberg. "Le telefonavano per sapere come stava. Poi, quando è morto, continuavo a telefonare. Lei un giorno si confidò: 'Sai una cosa, Anita, io ho pensato sempre male di te, perché credevo avessi una relazione con mio marito. Ma quando Federico stava male, ed era in ospedale, mi contattavano attori e attrici. Quando è morto, non mi ha chiamato più nessuno. Solo tu". Da anni la Ekberg era in condizioni economiche precarie: è del 2011 la sua ultima richiesta d'aiuto. Ridotta in miseria, chiese il sostegno della Fondazione Fellini di Rimini. La richiesta arrivava dopo il ricovero in una casa di cura di Rocca di Papa, avvenuto in seguito a una caduta che le aveva procurato una frattura al femore, rendendola non più autonoma. Da anni viveva a Genzano, cittadina dei Castelli romani. (La Repubblica)
Cosa ne pensi? Di' la tua!
Lei, femmina fatale, aveva le idee chiarissime. Era dotata di una parlantina diretta, tanto che una volta provocatoriamente disse: "Sono stata io a rendere famoso Federico Fellini, non il contrario". Ma possedeva anche un'estrema delicatezza: quando il "suo" regista morì, fu l'unica a tenersi in contatto con la moglie, Giulietta Masina. "Quando Fellini si è ammalato io stavo sempre in contatto con la moglie", ha raccontato la Ekberg. "Le telefonavano per sapere come stava. Poi, quando è morto, continuavo a telefonare. Lei un giorno si confidò: 'Sai una cosa, Anita, io ho pensato sempre male di te, perché credevo avessi una relazione con mio marito. Ma quando Federico stava male, ed era in ospedale, mi contattavano attori e attrici. Quando è morto, non mi ha chiamato più nessuno. Solo tu". Da anni la Ekberg era in condizioni economiche precarie: è del 2011 la sua ultima richiesta d'aiuto. Ridotta in miseria, chiese il sostegno della Fondazione Fellini di Rimini. La richiesta arrivava dopo il ricovero in una casa di cura di Rocca di Papa, avvenuto in seguito a una caduta che le aveva procurato una frattura al femore, rendendola non più autonoma. Da anni viveva a Genzano, cittadina dei Castelli romani. (La Repubblica)
Cosa ne pensi? Di' la tua!