La prima sezione penale del tribunale di Brescia ha condannato tre dei quattro imputati nel processo Green Hill, l’allevamento di cani beagle destinati alla sperimentazione scientifica, chiuso a Montichiari nell’estate 2012.
Condannati ad un anno e sei mesi Ghislane Rondot, co-gestore di Green Hill 2001 della Marshall Bioresources e della Marshall Farms Group, e Renzo Graziosi, veterinario. Un anno al direttore Roberto Bravi. Gli imputati erano accusati di maltrattamento e uccisione di animale. Il 12 gennaio il pm Ambrogio Cassiani aveva chiesto la condanna dei quattro imputati: tre anni per Rondot e due per Bernard Gotti (oggi assolto), co-gestori di Green Hill 2001 della Marshall Bioresources e della Marshall Farms Group. La pubblica accusa poi aveva chiesto una condanna di due anni per Roberto Bravi e di tre anni e sei mesi per Renzo Graziosi, rispettivamente direttore e veterinario dell’allevamento.
Condannati ad un anno e sei mesi Ghislane Rondot, co-gestore di Green Hill 2001 della Marshall Bioresources e della Marshall Farms Group, e Renzo Graziosi, veterinario. Un anno al direttore Roberto Bravi. Gli imputati erano accusati di maltrattamento e uccisione di animale. Il 12 gennaio il pm Ambrogio Cassiani aveva chiesto la condanna dei quattro imputati: tre anni per Rondot e due per Bernard Gotti (oggi assolto), co-gestori di Green Hill 2001 della Marshall Bioresources e della Marshall Farms Group. La pubblica accusa poi aveva chiesto una condanna di due anni per Roberto Bravi e di tre anni e sei mesi per Renzo Graziosi, rispettivamente direttore e veterinario dell’allevamento.
“All’interno di Green Hill c’era una strategia precisa – aveva detto il pm Cassiani nel corso della sua requisitoria – non c’era alcun interesse a curare i cani malati. Le cure avrebbero potuto alterare i parametri per la sperimentazione. I cani andavano quindi sacrificati“. Secondo l’accusa sarebbero stati 6.023 i cani beagle morti all’interno di Green Hill dal 2008 al 2012 contro i 98 morti successivamente al sequestro dell’allevamento. Quando il 12 novembre scorso si era aperto il processo fuori dal tribunale si erano ritrovate alcune famiglie che hanno adottato i cani. Il Tribunale non aveva ammesso come parti civili Legambiente nazionale e Legambiente Lombardia oltre a Oipa e associazione Vita da cani, mentre era state ammesse Lav, Leal, Lega nazionale difesa del cane ed Enpa.
“La sentenza di condanna di Green Hill è un riconoscimento a tutte e tutti coloro che in tanti anni hanno partecipato a manifestazioni a Montichiari e in tante altre parti d’Italia e del mondo, hanno digiunato, firmato petizioni, realizzato inchieste giornalistiche, presentato denunce, scavalcato barriere fisiche e ideologiche che difendevano l’indifendibile” dice Così Gianluca Felicetti, presidente di Lav. Il tribunale ha disposto un risarcimento di trentamila euro per la Lav disponendo anche il divieto per i condannati di allevare cani per i prossimi due anni. (Il Fatto Quotidiano)
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