«Questa è una giornata storica»: con queste parole è cominciato stamani il breve incontro tra il leader del partito greco Syriza, Alexis Tsipras, con i giornalisti dopo aver votato nel seggio del quartiere ateniese di Kipseli, dove abita.
«Oggi - ha aggiunto Tsipras - i greci devono decidere se domani la troika deve ritornare in Grecia per proseguire ciò che ha fatto con il governo Samaras, ovvero tagliare ancora stipendi e pensioni. Il popolo - ha concluso il leader di Syriza - deve votare per difendere la propria dignità e per un governo che proseguirà dure trattative con i creditori internazionali. Gli occhi di tutta Europa sono puntati su Atene, ancora una volta. Poco meno di dieci milioni greci sono chiamati ad un voto destinato ad avere forti riflessi su tutta l’Unione. Protagonista assoluto è lui, Alexis Tsipras, l’uomo che ha unito la frammentata sinistra greca in un partito, Syriza, che è il superfavorito per la vittoria. Un leader che ha convinto gran parte dei greci, schiacciati dalla crisi economica, che il tempo dell’austerità debba finire.
«Oggi - ha aggiunto Tsipras - i greci devono decidere se domani la troika deve ritornare in Grecia per proseguire ciò che ha fatto con il governo Samaras, ovvero tagliare ancora stipendi e pensioni. Il popolo - ha concluso il leader di Syriza - deve votare per difendere la propria dignità e per un governo che proseguirà dure trattative con i creditori internazionali. Gli occhi di tutta Europa sono puntati su Atene, ancora una volta. Poco meno di dieci milioni greci sono chiamati ad un voto destinato ad avere forti riflessi su tutta l’Unione. Protagonista assoluto è lui, Alexis Tsipras, l’uomo che ha unito la frammentata sinistra greca in un partito, Syriza, che è il superfavorito per la vittoria. Un leader che ha convinto gran parte dei greci, schiacciati dalla crisi economica, che il tempo dell’austerità debba finire.
Uno stop ai sacrifici che però contiene anche e soprattutto il rigetto degli accordi stretti tra il suo predecessore, il conservatore di Nea Dimokratia Antonis Samaras, e i creditori internazionali. E che per questo genera preoccupazione tra i fautori europei del rigore, favorevoli a una continuazione dell’attuale fase politica. Una vittoria della sinistra, dicono, potrebbe mandare la Grecia al fallimento e farla uscire dall’Eurozona. Un’ipotesi però smentita seccamente dallo stesso Tsipras, che pensa che si possa arrivare ad un accordo anche senza l’odiato Memorandum, dopo l’apertura mostrata dalla Bce per un acquisto “condizionato” dei titoli greci. E soprattutto giudicata improbabile da molti altri leader d’Europa. In questo senso si è espresso anche Angel Gurria, segretario generale dell’Ocse, che parlando al World Economic Forum di Davos ha osservato: «Non condivido l’ipotesi di uscita della Grecia dall’Ue e non penso che sia una buona ipotesi. Ma soprattutto non credo che questo accadrà. Noi siamo interessati sul possibile risultato delle elezioni in Grecia perché siamo sempre interessati ai risultati di un’elezione e tutti sappiamo che dobbiamo rispettare i risultati e il volere della gente della Grecia che deciderà il governo che vuole eleggere». (Il Secolo XIX)
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