La buona notizia è che è stato trovato il farmaco che cura definitivamente l'epatite C. La brutta notizia, invece, è che per ottenerlo ci vogliono tanti soldi. Soldi che l'Italia in particolare - non ha, con il rischio che diventi una cura esclusiva per pochi casi e non per tutti.
L'inchiesta, realizzata dal settimanale L'Espresso, è purtroppo chiara. Si parla di un farmaco, meglio noto come Sovaldi, che potrebbe non solo curare definitivamente i pazienti da questa malattia, ma debellarla per sempre, come è successo in pochissimi casi (vaiolo, polio, peste).
Però questo farmaco ha un prezzo talmente elevato che per il Sistema Sanitario Nazionale occorrerebbe un fondo di miliardi di euro, con i quali solitamente acquista la fornitura di medicinale per tutto il Paese per quattro anni. Perché in Italia si stimano un milione e mezzo di persone infette e circa 300 mila quelle con la diagnosi sicura. Una malattia, che colpisce il fegato, che si sviluppa in diversi stadi e diverse forme, molte delle quali, mortali, con pochissime soluzioni di guarigione. Così la notizia - nel dicembre 2013 - che era stato scoperto un farmaco potentissimo in grado di curare il 90 per cento dei malati è stata una manna dal cielo: si chiama sofosbuvir, Sovaldi per semplificare le cose, ma la Gilead - che detiene il trattamento - fissa il prezzo del farmaco a oltre 80 mila dollari a trattamento. Veramente troppo per un farmaco che potrebbe salvare la vita di milioni e milioni di persone in tutto il mondo. Solo in Italia, per curare esclusivamente i diagnosticati, ci vorrebbero 24 miliardi. Così si tenta di convincere Gilead a calare e di definire chi può ricevere le cure e chi no.
Scrive L'Espresso: "I termini dell’accordo tra la nostra Aifa e Gilead sono segreti (bizzarro), si dice sia così per non turbare le trattative negli altri paesi. Ma tutti sanno (anche se l’Aifa nega) che il Ssn paga il farmaco circa 37 mila euro a ciclo con l’accordo di legare il prezzo al consumo, in considerazione del fatto che nel nostro paese ci sono molti più malati che non in Inghilterra o in Francia. (Il costo per i privati che vogliano comprarselo resta di 80 mila dollari)". L'Aifa ha deciso insomma che a ricevere le cure saranno solo i pazienti più gravi, e anche così si parla di miliardi di euro. Un affare da tante, troppe cifre, in cui rientrano giri segreti delle lobby delle case farmaceutiche, conflitti di interessi e tante altre storie poco chiare, in Italia e negli Usa. L'unica cosa certa è l'efficacia di Sovaldi e la richiesta dei pazienti a volerlo, senza riuscirci. Scrive ancora L'Espresso: " A due mesi dalla registrazione del farmaco è il ministero a lanciare l’allarme: sono solo 30 i pazienti trattati in tutta Italia, e la maggior parte delle regioni non ha individuato i centri dove è possibile farsi curare. Ce n’è abbastanza perché il ministro apra un’indagine e invii i Nas in giro per l’Italia a vedere cosa accade. Poi apre un tavolo permanente con le associazioni dei malati. Un gran lavorio, ma tutti sentiamo un acre odore di fumo. Perché c’è poco da traccheggiare, la verità è che le regioni non ce la fanno: i 500 milioni straordinari previsti per il 2015 dalla legge di stabilità non sono ancora stati erogati, e i governatori dovrebbero anticipare soldi che non hanno"
Per questo si attende l'arrivo di farmaci alternativi - il Daclatasvir prodotto da Bms o il Levipasvir di Gilead - e di altri prodotti di altre case farmaceutiche per attivare il meccanismo della concorrenza e far crollare vertiginosamente il prezzo del farmaco di oltre 6 mila euro a trattamento. Ma per avviare questo ci vorranno almeno un paio di anni.
L'inchiesta, realizzata dal settimanale L'Espresso, è purtroppo chiara. Si parla di un farmaco, meglio noto come Sovaldi, che potrebbe non solo curare definitivamente i pazienti da questa malattia, ma debellarla per sempre, come è successo in pochissimi casi (vaiolo, polio, peste).
Però questo farmaco ha un prezzo talmente elevato che per il Sistema Sanitario Nazionale occorrerebbe un fondo di miliardi di euro, con i quali solitamente acquista la fornitura di medicinale per tutto il Paese per quattro anni. Perché in Italia si stimano un milione e mezzo di persone infette e circa 300 mila quelle con la diagnosi sicura. Una malattia, che colpisce il fegato, che si sviluppa in diversi stadi e diverse forme, molte delle quali, mortali, con pochissime soluzioni di guarigione. Così la notizia - nel dicembre 2013 - che era stato scoperto un farmaco potentissimo in grado di curare il 90 per cento dei malati è stata una manna dal cielo: si chiama sofosbuvir, Sovaldi per semplificare le cose, ma la Gilead - che detiene il trattamento - fissa il prezzo del farmaco a oltre 80 mila dollari a trattamento. Veramente troppo per un farmaco che potrebbe salvare la vita di milioni e milioni di persone in tutto il mondo. Solo in Italia, per curare esclusivamente i diagnosticati, ci vorrebbero 24 miliardi. Così si tenta di convincere Gilead a calare e di definire chi può ricevere le cure e chi no.
Scrive L'Espresso: "I termini dell’accordo tra la nostra Aifa e Gilead sono segreti (bizzarro), si dice sia così per non turbare le trattative negli altri paesi. Ma tutti sanno (anche se l’Aifa nega) che il Ssn paga il farmaco circa 37 mila euro a ciclo con l’accordo di legare il prezzo al consumo, in considerazione del fatto che nel nostro paese ci sono molti più malati che non in Inghilterra o in Francia. (Il costo per i privati che vogliano comprarselo resta di 80 mila dollari)". L'Aifa ha deciso insomma che a ricevere le cure saranno solo i pazienti più gravi, e anche così si parla di miliardi di euro. Un affare da tante, troppe cifre, in cui rientrano giri segreti delle lobby delle case farmaceutiche, conflitti di interessi e tante altre storie poco chiare, in Italia e negli Usa. L'unica cosa certa è l'efficacia di Sovaldi e la richiesta dei pazienti a volerlo, senza riuscirci. Scrive ancora L'Espresso: " A due mesi dalla registrazione del farmaco è il ministero a lanciare l’allarme: sono solo 30 i pazienti trattati in tutta Italia, e la maggior parte delle regioni non ha individuato i centri dove è possibile farsi curare. Ce n’è abbastanza perché il ministro apra un’indagine e invii i Nas in giro per l’Italia a vedere cosa accade. Poi apre un tavolo permanente con le associazioni dei malati. Un gran lavorio, ma tutti sentiamo un acre odore di fumo. Perché c’è poco da traccheggiare, la verità è che le regioni non ce la fanno: i 500 milioni straordinari previsti per il 2015 dalla legge di stabilità non sono ancora stati erogati, e i governatori dovrebbero anticipare soldi che non hanno"
Per questo si attende l'arrivo di farmaci alternativi - il Daclatasvir prodotto da Bms o il Levipasvir di Gilead - e di altri prodotti di altre case farmaceutiche per attivare il meccanismo della concorrenza e far crollare vertiginosamente il prezzo del farmaco di oltre 6 mila euro a trattamento. Ma per avviare questo ci vorranno almeno un paio di anni.
Fonte: Yahoo & Bodylineforum