Trovato nella casa del copilota che aveva appena acquistato 2 Audi9 il certificato medico fatto in mille pezzi. L’Ospedale di Dusseldorf: l’ultima visita il 10 marzo
Mentre Lufthansa fa sapere che ai parenti delle vittima darà 54.000 dollari per ogni passeggero morto, emergono nuovi particolari sulla vita di Andreas Lubitz: il giorno dello schianto dell’Airbus, il co-pilota era in permesso per malattia. O almeno: avrebbe dovuto esserlo, secondo quanto gli aveva prescritto il suo medico curante. Gli inquirenti hanno infatti trovato nella casa del copilota il foglio di riposo obbligatorio fatto a pezzi. Tradotto: quel giorno Lubitz ha scelto di andare al lavoro lo stesso, mettersi ai comandi del velivolo e schiantarsi contro una montagna, suicidandosi e uccidendo 149 persone. E ancora. Da poche settimane aveva comprato due Audi nuove di zecca, una delle quali destinata alla sua fidanzata con cui poi avrebbe rotto secondo la stampa tedesca. E non è nemmeno vera - stavolta è l’edizione online di Newsweek a rivelarlo - la storia del certificato di «eccellenza» ottenuto dalla Faa (la Federal Aviation Administratio, il «governo» dell’aviazione Usa). Lubitz possedeva una licenza da pilota privato ottenuta all’estero. Ma qui non è chiaro se sia davanti a un ennesimo comportamento anomalo del pilota - a metà tra millanteria e vero e proprio imbroglio - oppure a un errore contenuto in un articolo pubblicato da un sito specializzato (Aviation Business Gazette, poi ripreso da molte agenzie) secondo cui Lubitz, accusato di avere provocato la tragedia dell’Airbus, «avrebbe superato i livelli qualitativi stabilita dalla FAA». (Corriere della Sera)
Mentre Lufthansa fa sapere che ai parenti delle vittima darà 54.000 dollari per ogni passeggero morto, emergono nuovi particolari sulla vita di Andreas Lubitz: il giorno dello schianto dell’Airbus, il co-pilota era in permesso per malattia. O almeno: avrebbe dovuto esserlo, secondo quanto gli aveva prescritto il suo medico curante. Gli inquirenti hanno infatti trovato nella casa del copilota il foglio di riposo obbligatorio fatto a pezzi. Tradotto: quel giorno Lubitz ha scelto di andare al lavoro lo stesso, mettersi ai comandi del velivolo e schiantarsi contro una montagna, suicidandosi e uccidendo 149 persone. E ancora. Da poche settimane aveva comprato due Audi nuove di zecca, una delle quali destinata alla sua fidanzata con cui poi avrebbe rotto secondo la stampa tedesca. E non è nemmeno vera - stavolta è l’edizione online di Newsweek a rivelarlo - la storia del certificato di «eccellenza» ottenuto dalla Faa (la Federal Aviation Administratio, il «governo» dell’aviazione Usa). Lubitz possedeva una licenza da pilota privato ottenuta all’estero. Ma qui non è chiaro se sia davanti a un ennesimo comportamento anomalo del pilota - a metà tra millanteria e vero e proprio imbroglio - oppure a un errore contenuto in un articolo pubblicato da un sito specializzato (Aviation Business Gazette, poi ripreso da molte agenzie) secondo cui Lubitz, accusato di avere provocato la tragedia dell’Airbus, «avrebbe superato i livelli qualitativi stabilita dalla FAA». (Corriere della Sera)