I francesi mantengono il possesso dal primo al novantesimo, ma non tirano in porta. E i bianconeri passano il turno, capitalizzando al massimo il gol dell'andata
La Juventus torna a frequentare il meglio dell’Europa calcistica. Con uno scialbo 0-0 nel civettuolo stadio del Monaco, tra Principi, nobili, ricchi e varia umanità, ottiene il pass vip. È la prima volta dal 2003. Non è certo la migliore Juventus da allora, non è la più forte, ma, come dice Allegri, è la più brava. Sa dominare e domare anche la mediocrità che la avviluppa. In una partita in cui le due squadre inquadrano la porta solo una volta a testa, una rarità assoluta per la Champions, Madama capitalizza il rigore concessole all’andata, e quello (anche se forse il fallo comincia fuori) non fischiatole contro dallo scozzese Collum, per un intervento in tandem di Chiellini e Vidal sul bravo Kondogbia. Il Monaco twitta ufficialmente la sua rabbia.
È una partita un po’ così, con molti errori, con approssimazione diffusa. La Juventus non gioca un calcio propositivo, sbaglia molto, però controlla il sorprendente Monaco che, con un allenatore come Leo Jardim, si muove in modo brillante, ha palleggio abile e giocatori giovani e interessanti, ma ricorda appunto una squadra portoghese, molti lustrini e poca sostanza.
La Juventus torna a frequentare il meglio dell’Europa calcistica. Con uno scialbo 0-0 nel civettuolo stadio del Monaco, tra Principi, nobili, ricchi e varia umanità, ottiene il pass vip. È la prima volta dal 2003. Non è certo la migliore Juventus da allora, non è la più forte, ma, come dice Allegri, è la più brava. Sa dominare e domare anche la mediocrità che la avviluppa. In una partita in cui le due squadre inquadrano la porta solo una volta a testa, una rarità assoluta per la Champions, Madama capitalizza il rigore concessole all’andata, e quello (anche se forse il fallo comincia fuori) non fischiatole contro dallo scozzese Collum, per un intervento in tandem di Chiellini e Vidal sul bravo Kondogbia. Il Monaco twitta ufficialmente la sua rabbia.
È una partita un po’ così, con molti errori, con approssimazione diffusa. La Juventus non gioca un calcio propositivo, sbaglia molto, però controlla il sorprendente Monaco che, con un allenatore come Leo Jardim, si muove in modo brillante, ha palleggio abile e giocatori giovani e interessanti, ma ricorda appunto una squadra portoghese, molti lustrini e poca sostanza.