Non è certo un mistero che Facebook sia di fatto entrato in ogni aspetto della nostra quotidianità digitale: social network, video, fotografie, messaggi e telefonate. Dopo la trasformazione definitiva di Messenger in una piattaforma vera e propria, Facebook ha svelato Hello, una nuova applicazione (per ora disponibile solo su Android) che andrà a sostituire il “dialer”, ovvero la schermata del tastierino numerico dal quale comporre e ricevere telefonate.
Ma a cosa serve esattamente Hello? L’idea è quella di avere un’app costantemente interfacciata coi nostri contatti di Facebook, capace di fornirci informazioni dettagliate e complete su chi ci sta chiamando, anche se si tratta di un numero che non abbiamo in rubrica. Ad esempio ad un numero sconosciuto potrebbe corrispondere il profilo e la foto di qualcuno con il quale abbiamo decine di amici in comune.
Ma Hello ha anche funzioni di ricerca: almeno sulla carta dovrebbero bastare pochi tocchi sullo schermo per ricercare numeri sia di singole persone che di aziende, ricevendo allo stesso tempo informazioni su posizione, orari di apertura e contatti aggiuntivi. Un po’ come già succede su telefoni “100% Google” come Nexus 5 e 6. E per tenere a bada le chiamate sgradite, Hello offre anche una funzione di blocco e filtro intelligente dei numeri, una sorta di “lista nera” modificabile a seconda delle necessità.
Hello, almeno per ora, è una sorta di esperimento: dopo i risultati non proprio stellari di Home, altra app targata Facebook che avrebbe dovuto sostituire la schermata principale dello smartphone con il newsfeed del social network, e la risposta tiepida a un altro “dialer” come quello di Hangouts di Google, da Menlo Park hanno deciso di muoversi coi piedi di piombo. (La Stampa)
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Hello, almeno per ora, è una sorta di esperimento: dopo i risultati non proprio stellari di Home, altra app targata Facebook che avrebbe dovuto sostituire la schermata principale dello smartphone con il newsfeed del social network, e la risposta tiepida a un altro “dialer” come quello di Hangouts di Google, da Menlo Park hanno deciso di muoversi coi piedi di piombo. (La Stampa)
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