Si corre, si spara, si scappa, si uccide senza (quasi) mai fermarsi per un’intera nottata tra le strade e i palazzoni popolari di New York in Run All Night.
Un thriller cinicamente fisico e umanamente spietato, in cui un anziano sicario irlandese per difendere il figlio ingiustamente accusato dell’omicidio di un ragazzo malavitoso finisce con lo scontrarsi con il suo boss e amico fraterno, nonché padre del morto che guarda caso ha ucciso lui.
Il copione sfiora soltanto gli archetipi del gangster movie senza peccare di credibilità, evitando femme fatales e poliziotti risolutori, poi si concentra nella costruzione dell’azione e del conflitto tra le due frange di “cattivi”. Collet-Serra eccede spettacolarmente in punti macchina (almeno sette otto per ogni sequenza, anche nei campi e controcampi in auto) e accelera al montaggio (dove c’è il veterano Craig McKay) per dare un ritmo vertiginoso anche quando, e sono pochi i momenti, ci sarebbe narrativamente calma piatta. Curioso che in un film dove si gira per il 95% di notte, coefficiente di difficoltà fotografico alto, le uniche scene cromaticamente insignificanti siano quelle dell’alba sul finale. (Il Fatto Quotidiano)
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