Basta una rete del cileno al 32’ del primo tempo: blucerchiati battuti di misura al Ferraris. Per la squadra di Allegri può scattare la festa con quattro giornate di anticipo
Valeri fischia alle 19.49, giocatori e dirigenti bianconeri corrono in campo, si abbracciano, esultano, lanciano in aria Allegri… La Juventus iscrive il suo scudetto numero 31 negli albi ufficiali del calcio italiano, anche se la gran parte della Torino bianconera sventolerà il 33 sulle bandiere per le vie della città: le ferite di Calciopoli, si sa, sono lontane dall’essere sanate. Nessuno, o quasi, sventola nulla di zebrato fuori dal Ferraris, per effetto del provvedimento che ha vietato la trasferta agli juventini. Ma dentro lo stadio è comunque tempo di festa per il primo campionato vinto da Allegri con la Signora, il quarto consecutivo per una squadra che da lungo tempo è dominatrice semi-incontrastata della serie A. Al rientro gioioso negli spogliatoi, scorrerà lo champagne e sarà così anche sul pullman che riporterà i pluri-campioni d’Italia a Torino, dove un popolo adorante li aspetta per celebrarli. Sarà un tributo intenso, ma breve: tra tre giorni c’è il Real Madrid, con tutti i sogni che si porta dietro.
“Siamo noi, siamo noi, i campioni dell’Italia siamo noi”, intonano piccoli gruppi di tifosi juventini qua e là per il Ferraris. Allegri li guarda e sorride: il primo sorriso di giornata, il primo di una lunga serie da qui a mezzanotte. Poi di nuovo facce concentrate: lo spettacolo deve ancora cominciare, diceva una canzone.
Valeri fischia alle 19.49, giocatori e dirigenti bianconeri corrono in campo, si abbracciano, esultano, lanciano in aria Allegri… La Juventus iscrive il suo scudetto numero 31 negli albi ufficiali del calcio italiano, anche se la gran parte della Torino bianconera sventolerà il 33 sulle bandiere per le vie della città: le ferite di Calciopoli, si sa, sono lontane dall’essere sanate. Nessuno, o quasi, sventola nulla di zebrato fuori dal Ferraris, per effetto del provvedimento che ha vietato la trasferta agli juventini. Ma dentro lo stadio è comunque tempo di festa per il primo campionato vinto da Allegri con la Signora, il quarto consecutivo per una squadra che da lungo tempo è dominatrice semi-incontrastata della serie A. Al rientro gioioso negli spogliatoi, scorrerà lo champagne e sarà così anche sul pullman che riporterà i pluri-campioni d’Italia a Torino, dove un popolo adorante li aspetta per celebrarli. Sarà un tributo intenso, ma breve: tra tre giorni c’è il Real Madrid, con tutti i sogni che si porta dietro.
“Siamo noi, siamo noi, i campioni dell’Italia siamo noi”, intonano piccoli gruppi di tifosi juventini qua e là per il Ferraris. Allegri li guarda e sorride: il primo sorriso di giornata, il primo di una lunga serie da qui a mezzanotte. Poi di nuovo facce concentrate: lo spettacolo deve ancora cominciare, diceva una canzone.