Ci sono opere videoludiche in grado di trasportarci in un’altra dimensione. In un universo dove la sospensione della realtà è parola vacua, perché le regole di questo mondo ci avvolgono completamente nella magia. Ci sono videogiochi simili a un lungo viaggio. Uno di quei viaggi da cui non si vuol tornare.
The Witcher 3: Wild Hunt è l’atto conclusivo della saga fantasy RPG/action sviluppata dal team polacco CD Projekt RED e basata sull’opera dello scrittore Andrzej Sapkowski. Un universo fantasy imponente e opulento che abbandona la suddivisione in macro-aree, caratteristica dei capitoli precedenti, per diventare un open world sul modello di Skyrim. Territori liberamente esplorabili che lasciano il giocatore stordito per la loro vastità, la quantità di missioni secondarie da portare a termine e le miriadi di attività da svolgere.
Queste lande le vediamo con gli occhi del witcher Gerald di Rivia, il Lupo Bianco, il cacciatore di mostri che incontriamo nel lungo prologo che funge da tutorial e ci regala alcuni momenti decisamente piccanti. Sin dall’inizio si intuisce come Gerald rientri nel lungo elenco degli eroi della letteratura romantica. Non un prode e valoroso condottiero, ma un personaggio complesso, con una missione da compiere e disposto a far molto per portarla a termine. Troppo. In The Witcher il bene e il male sono le facce di un’unica medaglia, a volte si può scegliere la clemenza, altre volte un atto efferato è l’unica via perseguibile e la violenza diventa una pozione alchemica per placare l’orrore. Ma ogni scelta ha un peso morale e non è priva di conseguenze sulla trama. The Witcher 3: Wild Hunt sarà disponibile dal 19 maggio, per PC, PlayStation 4 e Xbox One. (La Stampa)
Cosa ne pensi? Di' la tua!
Cosa ne pensi? Di' la tua!