Le minacce subite da una ragazza alla metro di Roma. E la polizia ferroviaria ammette: "Non possiamo fare nulla". Le aggressioni dei rom non si fermano. Anzi, sono quotidiane e spesso quelle che rimangono nascoste all'opinione pubblica sono più numerose di quelle che conquistano le prime pagine dei giornali.
Questa volta non ci sono morti falcidiati dalla guida folle di qualche nomade, ma la storia di una ragazza che alla stazione Termini a Roma è stata aggredita e insultata. "Ti seguo e poi vengo a casa tua", è la minaccia che ha dovuto subire Laura, che ha deciso di affidare la sua storia al web.
"Ci avviciniamo alla macchinetta per comprare il biglietto - scrive Laura - e lì veniamo letteralmente accerchiati da 3 ragazzini e 2 adulti rom. Una delle ragazzine insiste: "Dammi moneta di resto, dammi moneta di resto"". A risponderle a quel punto è il ragazzo di Laura, che si oppone alla richiesta di soldi della bambina rom: "Dammi lo dici a casa tua, io non ti devo dare niente - la intima - Ora lasciami in pace e vai via”. Si avvicinano allora due nomadi adulti: "Perché tu trattare male bambina, tu bambina non parli così… Dai i soldi a bambina". "Io non ti do niente - risponde il ragazzo di Laura - e ora andatevene prima che chiami i Carabinieri".
A quel punto, la minaccia: "Tu chiami Carabinieri? Io seguire ora te, io vedere dove stai! Io venire a casa tua!". Di sottofondo, intanto, la risata impunita della ragazzina che sa di non aver nulla da temere finché sarà minorenne: "Tanto non mi potete fare niente, tanto non mi potete fare niente!". Lì di fianco, secondo quanto scrive Laura, cè un dipendente dell'Atac che ha visto tutto e si limita a fare un cenno di assenso, come a dire "noi non possiamo fare nulla". Avvicinatosi, consiglia ai due romani di "provare con la polizia al piano di sopra".
"Mentre ci giriamo per tornare su - continua a raccontare Laura - una delle rom ci fa il classico gesto mimando un coltello che taglia la gola. A quel punto a me tremano le gambe e non riesco più a parlare, cercavo di convincere il mio compagno ad andare via e lui invece continua a salire. Alla Polfer, raccontiamo tutto e si limitano a fare spallucce dicendo che hanno le mani legate e non possono fare nulla. Ci dicono che ne hanno arrestati una decina quel pomeriggio e che più di un collega è stato denunciato perché li ha mandati via in malo modo". Non solo, gli agenti della Polfer hanno anche confessato la loro frustrazione: "Molti poliziotti hanno richiesto il trasferimento perché a quanto pare, la tecnica della minaccia è diventata abbastanza comune, con risultati ottimi". Il commento finale, allora, non può che essere quello di Laura: "Io, cittadina romana, non mi sento più a casa mia".
Il Giornale - notizie in tempo reale)
Questa volta non ci sono morti falcidiati dalla guida folle di qualche nomade, ma la storia di una ragazza che alla stazione Termini a Roma è stata aggredita e insultata. "Ti seguo e poi vengo a casa tua", è la minaccia che ha dovuto subire Laura, che ha deciso di affidare la sua storia al web.
"Ci avviciniamo alla macchinetta per comprare il biglietto - scrive Laura - e lì veniamo letteralmente accerchiati da 3 ragazzini e 2 adulti rom. Una delle ragazzine insiste: "Dammi moneta di resto, dammi moneta di resto"". A risponderle a quel punto è il ragazzo di Laura, che si oppone alla richiesta di soldi della bambina rom: "Dammi lo dici a casa tua, io non ti devo dare niente - la intima - Ora lasciami in pace e vai via”. Si avvicinano allora due nomadi adulti: "Perché tu trattare male bambina, tu bambina non parli così… Dai i soldi a bambina". "Io non ti do niente - risponde il ragazzo di Laura - e ora andatevene prima che chiami i Carabinieri".
A quel punto, la minaccia: "Tu chiami Carabinieri? Io seguire ora te, io vedere dove stai! Io venire a casa tua!". Di sottofondo, intanto, la risata impunita della ragazzina che sa di non aver nulla da temere finché sarà minorenne: "Tanto non mi potete fare niente, tanto non mi potete fare niente!". Lì di fianco, secondo quanto scrive Laura, cè un dipendente dell'Atac che ha visto tutto e si limita a fare un cenno di assenso, come a dire "noi non possiamo fare nulla". Avvicinatosi, consiglia ai due romani di "provare con la polizia al piano di sopra".
"Mentre ci giriamo per tornare su - continua a raccontare Laura - una delle rom ci fa il classico gesto mimando un coltello che taglia la gola. A quel punto a me tremano le gambe e non riesco più a parlare, cercavo di convincere il mio compagno ad andare via e lui invece continua a salire. Alla Polfer, raccontiamo tutto e si limitano a fare spallucce dicendo che hanno le mani legate e non possono fare nulla. Ci dicono che ne hanno arrestati una decina quel pomeriggio e che più di un collega è stato denunciato perché li ha mandati via in malo modo". Non solo, gli agenti della Polfer hanno anche confessato la loro frustrazione: "Molti poliziotti hanno richiesto il trasferimento perché a quanto pare, la tecnica della minaccia è diventata abbastanza comune, con risultati ottimi". Il commento finale, allora, non può che essere quello di Laura: "Io, cittadina romana, non mi sento più a casa mia".
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