Una ragazza romena di 29 anni è stata aggredita in strada a colpi di spranga da un 37enne senza fissa dimora originario del Ghana e ora è ricoverata in ospedale con un trauma cranico: 15 giorni la prognosi.
L’episodio è accaduto lunedì mattina intorno alle 5 a La Storta, periferia Nord della Capitale, davanti alla caserma dei carabinieri. Ancora sconosciuti i motivi del gesto. L’immigrato, fermato dai carabinieri per lesioni personali aggravate, era già noto alle forze dell’ordine e sarà processato per direttissima già lunedì mattina. L’aggressione ha richiamato in strada molti cittadini che protestano: «Dove sono i nostri diritti?»
L’episodio è accaduto lunedì mattina intorno alle 5 a La Storta, periferia Nord della Capitale, davanti alla caserma dei carabinieri. Ancora sconosciuti i motivi del gesto. L’immigrato, fermato dai carabinieri per lesioni personali aggravate, era già noto alle forze dell’ordine e sarà processato per direttissima già lunedì mattina. L’aggressione ha richiamato in strada molti cittadini che protestano: «Dove sono i nostri diritti?»
La giovane si stava recando al lavoro quando l’aggressore è sbucato all’improvviso da dietro i cassonetti assalendola con una spranga di ferro. Alcuni testimoni che abitano nelle case circostanti hanno sentito le grida della romena che urlava: «Aiuto, mi vuole uccidere!». Pochi istanti dopo sono intervenuti i carabinieri della stazione della Storta che hanno arrestato l’aggressore per lesioni personali aggravate. Il ghanese, già conosciuto alle forze dell’ordine, sarà processato questa mattina per direttissima a piazzale Clodio. L’aggressione ha richiamato in strada alcune decine di cittadini, molti dei quali fanno parte del comitato del residenti di San Nicola che da settimane protestano contro l’arrivo di un centro per rifugiati nella zona. Riuniti di fronte alla caserma, i cittadini hanno protestato cantando l’inno d’Italia con cartelli con scritte come: «Stop all’immigrazione selvaggia», «Dove sono diritti cittadini?», «Chi difende legalità non è razzista», «Diritti dei cittadini calpestati». (Corriere della Sera)
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