La Juve non è una grande squadra, non lo è più e non bisogna addurre molte spiegazioni, basta guardare alla partita giocata ieri al Via del Mare: contro un Lecce privo di quattro titolari e senza il proprio tecnico in panchina, i bianconeri sono stati in grado di non tirare mai, sottolineo mai, verso la porta di Rosati. Eppure il tiepido pubblico leccese ieri aveva fatto posto a una marea di supporters della Vecchia Signora, stipati in massa in una curva stracarica di tifosi ottimisti ed entusiasti dopo la vittoria contro l’Inter. Pomeriggio di sole, entusiasmo, stesso undici di sette giorni prima, la possibilità di fare l’agognata terza di vittoria di fila (evenienza utopica in questo campionato, roba che neanche con Ferrara…), insomma c’erano tutti i presupposti e ancora di più per portare in Piemonte i tre punti. E invece niente.
Schiaffeggiati dal Lecce che avrebbe potuto vincere 5-0, incapaci di reagire all’espulsione di Buffon, molli, abulici, superbi, inguardabili, i giocatori della Juve ieri hanno reso furente il pur equilibrato presidente Andrea Agnelli che ha il dovere, oltre che il diritto, di evitare tali figuracce, non fosse altro per rispettare l’onore di padre e zio. E di milioni di tifosi, ormai sempre più attempati e depressi (eh già, perché sarà dura crescere nuove leve di giovani appassionati ai colori bianco e neri del club torinese, ormai ai minimi storici di appeal). Così oggi Agnelli ha parlato, ha tuonato, ha sbuffato fumo dalle narici, il tutto mentre la Juve baby pareggiava (un’altra mezza delusione) all’esordio nel Torneo di Viareggio contro il Bruges. Le parole del massimo dirigente juventino sembrano quasi una minaccia, più che una promessa:
“Ieri, al termine della gara, i nostri giocatori non hanno nemmeno fatto la doccia (sarcasmo a sottolineare la prova incolore, ndr); sono rammaricato e con me tutta la dirigenza della Juventus, perché avevamo tutta una curva che tifava per noi e abbiamo fatto davvero una brutta figura. Sono scesi in campo gli stessi giocatori della domenica prima in cui hanno fatto bene, è stata forse la mentalità diversa con la quale hanno interpretato la gara. Adesso dobbiamo pensare ad una partita alla volta, la prossima con il Bologna , poi faremo mi conti alla fine. Lo staff tecnico è coeso e concentrato per raggiungere i risultati che ci siamo prefissi ad inizio stagione, ci restano da giocare 12 partite che dobbiamo vincerle tutte per sperare ancora di poterci piazzare in una posizione importante in classifica”.
E ancora:
“Ciò che deve fare la squadra è il fatto che deve affrontare con la stessa mentalità e concentrazione le partite anche quando incontra squadre cosiddette provinciali, altrimenti succede come è avvenuto a Lecce. Una squadra come la Juventus che ha 12 milioni di tifosi non può perdere certe gare come è avvenuto ieri. A Lecce per la strada c’erano molti tifosi bianconeri ed è bella questa immagine, ecco perché abbiamo il dovere di non deludere tutta questa gente. Tutta la società è coesa per conquistare più punti possibili. Al momento il punteggio in campionato è lo stesso dell’anno scorso? Non guardo indietro, penso al presente e al futuro. Se a giugno la situazione fosse la stessa, allora mi preoccuperei”.