Se a Messina da qualche settimana grava l' incubo acqua, a Gela, sesto paese più popoloso della Sicilia l' incubo è vivo da molto tempo. Alcuni abitanti esasperati hanno lanciato la petizione online: "Gela come Messina. Da sempre". Secondo la denuncia dei cittadini non solo il servizio idrico è discontinuo (" l' acqua viene erogata ogni due/tre giorni, durante le ore notturne "), ma a volte capita anche che sia inutilizzabile a causa della contaminazione di batteri fecali.
La petizione è indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al governatore siciliano Rosario Crocetta, ma anche al prefetto di Caltanissetta Maria Teresa Cucinotta e al sindaco gelese Domenico Messinese.
Nella denuncia si punta il dito contro l' amministrazione e contro l' intreccio di interessi economico-politici che hanno minato la capacità gestionale e hanno fatto sì che le strutture siano inadeguate. "In tutto ciò la classe politica locale ha stipulato un contratto di fornitura che ha reso tutti i cittadini schiavi della società erogatrice, che non fornisce un servizio continuo e richiede il pagamento massimo del canone, come se l'acqua fosse potabile". Mentre "in moltissime occasioni ne è stato inibito l' uso alla cittadinanza a causa della contaminazione da batteri fecali".
I cittadini si sono attrezzati "munendosi di cisterne di varie grandezze" per fronteggiare l' emergenza. A volte però ciò non serve, scrivono, perché l' erogazione viene effettuata una volta a settimana, "lasciando interi quartieri a secco".
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La petizione è indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al governatore siciliano Rosario Crocetta, ma anche al prefetto di Caltanissetta Maria Teresa Cucinotta e al sindaco gelese Domenico Messinese.
Nella denuncia si punta il dito contro l' amministrazione e contro l' intreccio di interessi economico-politici che hanno minato la capacità gestionale e hanno fatto sì che le strutture siano inadeguate. "In tutto ciò la classe politica locale ha stipulato un contratto di fornitura che ha reso tutti i cittadini schiavi della società erogatrice, che non fornisce un servizio continuo e richiede il pagamento massimo del canone, come se l'acqua fosse potabile". Mentre "in moltissime occasioni ne è stato inibito l' uso alla cittadinanza a causa della contaminazione da batteri fecali".
I cittadini si sono attrezzati "munendosi di cisterne di varie grandezze" per fronteggiare l' emergenza. A volte però ciò non serve, scrivono, perché l' erogazione viene effettuata una volta a settimana, "lasciando interi quartieri a secco".
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