Quaestio Capital, società che gestisce il Fondo Atlante, ha sottoscritto un accordo con Unicredit per estendere gli impegni di sottoscrizione relativi all'eventuale inoptato dell'aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro avviato dalla Banca Popolare di Vicenza, operazione che dovrebbe culminare con la quotazione a Piazza Affari prevista per il prossimo 3 maggio.
Come noto, le azioni non sottoscritte nel corso del roadshow saranno acquistate dal veicolo a un prezzo che non potrà essere in alcun caso superiore a 0,10 euro/azione, vale a dire al valore minimo della forchetta di valorizzazione individuata dall'istituto berico (0,1-3 euro). La garanzia - e questa è la novità delle ultime ore - sarà valida anche in caso di mancata ammissione alle negoziazioni in Borsa. L'approdo a Piazza Affari potrebbe sfumare nel caso in cui non venisse raggiunto un flottante ritenuto sufficiente per garantire scambi adeguati.
Con una dotazione finanziaria superiore a 4,2 miliardi di euro, Atlante - attualmente in attesa delle autorizzazioni da Francoforte per poter operare - avrà due obiettivi di fondo: sottoscrivere le quote d'inoptato di B.P.Vicenza e di Veneto B. (ma non è escluso che in futuro possa avere un ruolo attivo anche in occasione di altri rafforzamenti patrimoniali) e rilevare grossi quantitativi di non performing loan, alleggerendo quindi i bilanci delle banche italiane oggi piombate da circa 80 miliardi di sofferenze nette. Un circolo virtuoso che, nei propositi dei promotori, sarà destinato a riportare fiducia sugli istituti di credito italiani agli occhi dei grandi investitori internazionali e a garantire nel contempo nuovo credito a famiglie e imprese.
Tra gli impegni di sottoscrizione al Fondo Atlante, la parte del leone spetta a Intesa Sanpaolo e Unicredit che hanno assicurato un miliardo di euro a testa. A seguire, la CdP mettera' 0,5 miliardi, Poste Vita 0,24 mld, Ubi B. 0,2 mld, Generali Ass. 0,15 mld, F.Cariplo, B.P.E.Romagna, Unipol Banca, C.Sanpaolo, B.P.Milano e Allianz 0,1 mld a testa, Creval 60 milioni, Mediolanum e B.Mps 50 mln ciascuna, Cattolica 40 mln e B.Carige 20 mln. Ulteriori 300 milioni arriveranno infine da un pool di Fondazioni bancarie.
Secondo quanto emerso nel corso del fine settimana, in linea di massima Atlante non potrà sottoscrivere più del 75% di ogni singola emissione, limite che tuttavia non viene considerato assoluto (non a caso, proprio con l'esordio a supporto dell'aumento della Vicenza potrebbe essere superato, ndr). Inoltre, non potrà essere effettuato alcun investimento in grado di far sorgere il rischio d'obbligo d'Opa. Confermato infine che fino al 70% delle munizioni del veicolo d'investimento potranno essere utilizzate a supporto degli aumenti di capitale, limitatamente a banche con ratio patrimoniale inadeguati rispetto ai minimi Srep stabiliti, entro una finestra temporale che si concluderà a giugno del prossimo anno.
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Con una dotazione finanziaria superiore a 4,2 miliardi di euro, Atlante - attualmente in attesa delle autorizzazioni da Francoforte per poter operare - avrà due obiettivi di fondo: sottoscrivere le quote d'inoptato di B.P.Vicenza e di Veneto B. (ma non è escluso che in futuro possa avere un ruolo attivo anche in occasione di altri rafforzamenti patrimoniali) e rilevare grossi quantitativi di non performing loan, alleggerendo quindi i bilanci delle banche italiane oggi piombate da circa 80 miliardi di sofferenze nette. Un circolo virtuoso che, nei propositi dei promotori, sarà destinato a riportare fiducia sugli istituti di credito italiani agli occhi dei grandi investitori internazionali e a garantire nel contempo nuovo credito a famiglie e imprese.
Tra gli impegni di sottoscrizione al Fondo Atlante, la parte del leone spetta a Intesa Sanpaolo e Unicredit che hanno assicurato un miliardo di euro a testa. A seguire, la CdP mettera' 0,5 miliardi, Poste Vita 0,24 mld, Ubi B. 0,2 mld, Generali Ass. 0,15 mld, F.Cariplo, B.P.E.Romagna, Unipol Banca, C.Sanpaolo, B.P.Milano e Allianz 0,1 mld a testa, Creval 60 milioni, Mediolanum e B.Mps 50 mln ciascuna, Cattolica 40 mln e B.Carige 20 mln. Ulteriori 300 milioni arriveranno infine da un pool di Fondazioni bancarie.
Secondo quanto emerso nel corso del fine settimana, in linea di massima Atlante non potrà sottoscrivere più del 75% di ogni singola emissione, limite che tuttavia non viene considerato assoluto (non a caso, proprio con l'esordio a supporto dell'aumento della Vicenza potrebbe essere superato, ndr). Inoltre, non potrà essere effettuato alcun investimento in grado di far sorgere il rischio d'obbligo d'Opa. Confermato infine che fino al 70% delle munizioni del veicolo d'investimento potranno essere utilizzate a supporto degli aumenti di capitale, limitatamente a banche con ratio patrimoniale inadeguati rispetto ai minimi Srep stabiliti, entro una finestra temporale che si concluderà a giugno del prossimo anno.
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