"La natalità in Italia mostra negli ultimi anni, dopo una ripresa legata quasi esclusivamente alla presenza degli immigrati, un calo drammatico con 1,35 figli/donna. Negli ultimi venti anni la Campania ha indicatori di fecondità in calo costante e come dimostrato dalla tabella ricavata dai dati ISTAT nel 2015 le donne campane hanno avuto in media 1,33 figli, per la prima volta al di sotto della media nazionale”. Questo l’incipit dell’appello firmato dai Presidenti della neonata Società Italiana di Riproduzione Umana (SIRU) Luigi Montano, Cristoforo de Stefano e Manuela Militerni e condiviso dalla ISDE Medici Per L'Ambiente Campania, in occasione della seconda Giornata nazionale dedicata alla salute della donna che viene celebrata domani 22 aprile 2017.
L’appuntamento annuale, che ruota intorno alla prevenzione e assistenza al femminile , viene istituito con Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 giugno 2015, su proposta del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Il tema è di rilevanza strategica per il miglioramento dello stato di salute del Paese, perché tutelare la salute femminile significa, attraverso le donne, favorire la salute di un 'intera famiglia e di tutta la collettività. La tutela e la promozione della salute della donna costituiscono, anche, una misura della qualità, dell'efficacia e dell'equità del nostro sistema sanitario.
" Il preoccupante fenomeno di “denatalità” – continua il documento - ha cause molteplici e non futili, quali le sfavorevoli condizioni socioeconomiche che si manifestano attraverso la difficoltà di accesso al mondo del lavoro e una nuova impetuosa tendenza migratoria, che spinge i giovani campani ad abbandonare il nostro territorio, oltre che un calo della fertilità di coppia per fattori ambientali e stili di vita, che in alcune aree critiche della nostra regione possono avere un importante impatto. In passato le regioni meridionali e la Campania in particolare, sono state rappresentate come territori con una grande propensione per la creazione di nuclei familiari con molti figli ".
" Questa idea è da affidare, ormai, all’iconografia cinematografica in quanto non corrispondente alla realtà attuale. – chiude il documento - Il dato è, a dir poco, allarmante, perché indica un declino della popolazione che, se non dovessero mutare le condizioni, porterebbe la nostra Regione al di sotto dei 5 milioni di abitanti entro il 2050, con un insostenibile invecchiamento della popolazione residente e le inevitabili conseguenze di carattere sociale, economico e sanitario. Noi firmatari di questa lettera aperta chiediamo, in questa giornata del 22 Aprile dedicata alla salute della Donna, al Consiglio ed al Governo Regionale della Campania di voler assumere un impegno, al quale ciascuno di noi per le proprie competenze si dichiara sin d’ora pronto a cooperare, per l’analisi e la rimozione delle cause sociali, economiche, sanitarie e ambientali che, attualmente, non consentono a tante Donne della nostra Regione, di poter avere, in base alla loro libera scelta, dei figli".
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L’appuntamento annuale, che ruota intorno alla prevenzione e assistenza al femminile , viene istituito con Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 giugno 2015, su proposta del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Il tema è di rilevanza strategica per il miglioramento dello stato di salute del Paese, perché tutelare la salute femminile significa, attraverso le donne, favorire la salute di un 'intera famiglia e di tutta la collettività. La tutela e la promozione della salute della donna costituiscono, anche, una misura della qualità, dell'efficacia e dell'equità del nostro sistema sanitario.
" Il preoccupante fenomeno di “denatalità” – continua il documento - ha cause molteplici e non futili, quali le sfavorevoli condizioni socioeconomiche che si manifestano attraverso la difficoltà di accesso al mondo del lavoro e una nuova impetuosa tendenza migratoria, che spinge i giovani campani ad abbandonare il nostro territorio, oltre che un calo della fertilità di coppia per fattori ambientali e stili di vita, che in alcune aree critiche della nostra regione possono avere un importante impatto. In passato le regioni meridionali e la Campania in particolare, sono state rappresentate come territori con una grande propensione per la creazione di nuclei familiari con molti figli ".
" Questa idea è da affidare, ormai, all’iconografia cinematografica in quanto non corrispondente alla realtà attuale. – chiude il documento - Il dato è, a dir poco, allarmante, perché indica un declino della popolazione che, se non dovessero mutare le condizioni, porterebbe la nostra Regione al di sotto dei 5 milioni di abitanti entro il 2050, con un insostenibile invecchiamento della popolazione residente e le inevitabili conseguenze di carattere sociale, economico e sanitario. Noi firmatari di questa lettera aperta chiediamo, in questa giornata del 22 Aprile dedicata alla salute della Donna, al Consiglio ed al Governo Regionale della Campania di voler assumere un impegno, al quale ciascuno di noi per le proprie competenze si dichiara sin d’ora pronto a cooperare, per l’analisi e la rimozione delle cause sociali, economiche, sanitarie e ambientali che, attualmente, non consentono a tante Donne della nostra Regione, di poter avere, in base alla loro libera scelta, dei figli".
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