Emorragia cerebrale in studio,operato e mantenuto in coma: è giallo sul ritardo nei soccorsi
Il paradosso, drammatico, sta tutto nel titolo: «La vita in diretta». E la vita in diretta si è presa la sua rivincita, ieri, abbattendo Lamberto Sposini, 59 anni, proprio mentre stava cominciando la diretta Raiuno dagli studi di via Teulada. Doveva essere una puntata tutta per i principi di Galles. Invece è accaduta una di quelle cose che accadono ai grandi del palcoscenico: il malore in scena. Solo che quello di Sposini è subito apparso come assai più di un malore. Si sarebbe saputo dopo che si trattava di gravissima emorragia cerebrale. Però l’ambulanza non arrivava, lui sembrava aggravarsi, e l’ambulanza non arrivava. Certo il programma non cominciava, la rete ha mandato in onda una replica di Dadada , un’antologia estiva fatta di gloriosi spezzoni. E l’ambulanza non arrivava. Mara Venier, gli autori, tutto quel circo di assistenti di studio, addetti ai suoni, alle luci, alle macchine, che gira intorno a un programma in diretta, non sapeva più che fare, si agitava. E l’ambulanza non arrivava.
Finalmente, dopo 19 interminabili minuti, è arrivata. Quei 20 minuti sono parsi talmente interminabili che qualcuno diceva: quaranta. Il presidente della Regione Polverini ha chiesto «una relazione per conoscere i dettagli dell’intervento». E hanno ribadito dal 118 che «quelle della zona erano tutte impegnate negli altri soccorsi e sul posto è stata inviata un’ambulanza operativa che si trovava in una zona limitrofa e un’automedica». Dopo avere stabilizzato il paziente, l’equipe del 118 lo ha trasportato all’ospedale Santo Spirito. Di lì, è stato trasferito al Policlinico Gemelli. E operato al cervello dall’équipe di neurochirurghi guidata dal professor Giulio Maira. Pare che l’intervento sia andato bene, il giornalista viene mantenuto ora in coma farmacologico. Quindi: caduta, spavento, ambulanza, ricovero, sospensione del programma, ripresa del programma, con Mara Venier che tranquillizza il pubblico: «Sembra che ora tutto stia andando bene e che Lamberto si stia riprendendo. Ti aspetto per baciarti».
In realtà è andata in onda senza sapere come lui stesse veramente. E la puntata si è chiusa in anticipo. Al suo capezzale si sono subito precipitati la figlia Francesca, la compagna Sabina Donadio, colleghi e amici, Paolo Garimberti, Clemente Mimun, Enrico Mentana (che gli ha dedicato l’edizione serale del Tg La7), Mauro Mazza, Massimo Giletti, Luciano Onder; Mara Venier, Emilio Carelli e Bruno Vespa.
Umbro di Foligno, Sposini è nato nel 1952, il 17 febbraio, fantasioso segno dell’Acquario. La prima parte della sua carriera è squisitamente giornalistica. E giornalista lo diventa giovane, a 25 anni, come una volta capitava. Assunto alla Rai, si occupa di sport, fa anche l’inviato per alcune trasmissioni di Biagi.
E’ tra gli ideatori di Unomattina , conduce il Tg1 e passa a Mediaset. Ritorna brevemente al Tg1. Ripassa al Tg5. Che lascia (e intanto siamo arrivati al 2006) per uno screzio avuto, pare, con l’allora direttore Carlo Rossella. Sposini, essendo sempre stato vivace interprete dei tempi, prende a interpretare la figura di giornalista-conduttore, che non è inedita, ma che nella tv contemporanea trova più compiuta realizzazione. Lasciato il Tg5, non gli ridanno il Tg1 da dirigere. E dunque eccolo opinionista fisso all’ Arena di Giletti, eccolo a Odeon Tv, eccolo guidare La vita in diretta , un programma che dire giornalistico è esagerato, ma dove comunque il giornalismo c’entra, se non altro grazie alla professionalità di Sposini. Le famiglie cominciano a considerarlo come un amico, un amico di buona famiglia, dal tratto super-partes, dalla bella presenza, dai modi signorili, dall’aria un po’ malinconica «scettico blu», sotto la quale si indovina una moralità d’altri tempi.
Il paradosso, drammatico, sta tutto nel titolo: «La vita in diretta». E la vita in diretta si è presa la sua rivincita, ieri, abbattendo Lamberto Sposini, 59 anni, proprio mentre stava cominciando la diretta Raiuno dagli studi di via Teulada. Doveva essere una puntata tutta per i principi di Galles. Invece è accaduta una di quelle cose che accadono ai grandi del palcoscenico: il malore in scena. Solo che quello di Sposini è subito apparso come assai più di un malore. Si sarebbe saputo dopo che si trattava di gravissima emorragia cerebrale. Però l’ambulanza non arrivava, lui sembrava aggravarsi, e l’ambulanza non arrivava. Certo il programma non cominciava, la rete ha mandato in onda una replica di Dadada , un’antologia estiva fatta di gloriosi spezzoni. E l’ambulanza non arrivava. Mara Venier, gli autori, tutto quel circo di assistenti di studio, addetti ai suoni, alle luci, alle macchine, che gira intorno a un programma in diretta, non sapeva più che fare, si agitava. E l’ambulanza non arrivava.
Finalmente, dopo 19 interminabili minuti, è arrivata. Quei 20 minuti sono parsi talmente interminabili che qualcuno diceva: quaranta. Il presidente della Regione Polverini ha chiesto «una relazione per conoscere i dettagli dell’intervento». E hanno ribadito dal 118 che «quelle della zona erano tutte impegnate negli altri soccorsi e sul posto è stata inviata un’ambulanza operativa che si trovava in una zona limitrofa e un’automedica». Dopo avere stabilizzato il paziente, l’equipe del 118 lo ha trasportato all’ospedale Santo Spirito. Di lì, è stato trasferito al Policlinico Gemelli. E operato al cervello dall’équipe di neurochirurghi guidata dal professor Giulio Maira. Pare che l’intervento sia andato bene, il giornalista viene mantenuto ora in coma farmacologico. Quindi: caduta, spavento, ambulanza, ricovero, sospensione del programma, ripresa del programma, con Mara Venier che tranquillizza il pubblico: «Sembra che ora tutto stia andando bene e che Lamberto si stia riprendendo. Ti aspetto per baciarti».
In realtà è andata in onda senza sapere come lui stesse veramente. E la puntata si è chiusa in anticipo. Al suo capezzale si sono subito precipitati la figlia Francesca, la compagna Sabina Donadio, colleghi e amici, Paolo Garimberti, Clemente Mimun, Enrico Mentana (che gli ha dedicato l’edizione serale del Tg La7), Mauro Mazza, Massimo Giletti, Luciano Onder; Mara Venier, Emilio Carelli e Bruno Vespa.
Umbro di Foligno, Sposini è nato nel 1952, il 17 febbraio, fantasioso segno dell’Acquario. La prima parte della sua carriera è squisitamente giornalistica. E giornalista lo diventa giovane, a 25 anni, come una volta capitava. Assunto alla Rai, si occupa di sport, fa anche l’inviato per alcune trasmissioni di Biagi.
E’ tra gli ideatori di Unomattina , conduce il Tg1 e passa a Mediaset. Ritorna brevemente al Tg1. Ripassa al Tg5. Che lascia (e intanto siamo arrivati al 2006) per uno screzio avuto, pare, con l’allora direttore Carlo Rossella. Sposini, essendo sempre stato vivace interprete dei tempi, prende a interpretare la figura di giornalista-conduttore, che non è inedita, ma che nella tv contemporanea trova più compiuta realizzazione. Lasciato il Tg5, non gli ridanno il Tg1 da dirigere. E dunque eccolo opinionista fisso all’ Arena di Giletti, eccolo a Odeon Tv, eccolo guidare La vita in diretta , un programma che dire giornalistico è esagerato, ma dove comunque il giornalismo c’entra, se non altro grazie alla professionalità di Sposini. Le famiglie cominciano a considerarlo come un amico, un amico di buona famiglia, dal tratto super-partes, dalla bella presenza, dai modi signorili, dall’aria un po’ malinconica «scettico blu», sotto la quale si indovina una moralità d’altri tempi.
