COURMAYEUR (AOSTA) - Il rombo del motore dell'elicottero del soccorso alpino valdostano ha interrotto la tragica veglia funebre di Mihal Sabovcik, alpinista slovacco, di 24 anni, rimasto bloccato ieri sera dal maltempo a 3.400 metri di quota nel massiccio del Monte Bianco. Al suo fianco le guide alpine hanno trovato la salma di Jan Cech, 40enne, suo amico e compagno di scalata, morto nella serata di ieri, dopo alcune ore di agonia.
GLI ALPINISTI. Il giovane alpinista, trasportato a Courmayeur, si è salvato dalle rigide temperature, scese nella notte a -10 gradi, scavando una buca nella neve e indossando alcuni abiti dell'amico deceduto. L'incidente è accaduto nel pomeriggio di ieri quando i due esperti alpinisti slovacchi (partiti sabato scorso da Chamonix) stavano scendendo da un pendio di roccia e ghiaccio, di rientro dalla parete nord delle Grandes Jorasses, una grande classica dell'alpinismo di alto livello. Sabovcik aveva appena preceduto nella discesa il compagno, quando Cech è precipitato a pochi metri da dove si era fermato. Il giovane alpinista ha dato subito l'allarme al soccorso alpino valdostano, ma la comunicazione è stata resa difficoltosa dallo stentato inglese dello scalatore. In un primo tempo sembrava che si trattasse di un incidente non grave. A causa del maltempo l'elicottero non è riuscito a raggiungere il Monte Bianco e una squadra di soccorritori (composta da un medico e da guide del soccorso alpino valdostano e della Guardia di Finanza) è partita comunque a piedi per raggiungere i due slovacchi. La cordata era arrivata in prossimità del luogo dell'incidente, tanto che erano state udite le grida dello slovacco, ma la scarsa visibilità ha costretto i soccorritori a fermarsi al rifugio Boccalatte (2.800 metri). Nel frattempo Cech comunicava il decesso del compagno al soccorso alpino slovacco, che girava la chiamata ad Aosta dove è stato deciso di sospendere temporaneamente l'intervento. All'alba di oggi, non appena la visibilità lo ha permesso, l'elicottero ha recuperato prima l'alpinista sopravissuto e poi la salma del compagno, trasportata all'obitorio del cimitero di Courmayeur. Prima dell'ascensione sul massiccio del Monte Bianco, i due scalatori slovacchi, ben equipaggiati e molto preparati tecnicamente, nelle scorse settimane avevano realizzato in svizzera altre due prestigiose ascensioni alpinistiche di elevata difficoltà tecnica sulle pareti nord del Cervino e dell'Eiger.