A Striscia la notizia è andato in onda un video dove è stata usata la tecnologia di manipolazione delle immagini e dei volti. Sono già tante le vittime illustri negli Usa, compreso Trump e Zuckerberg, e non c’è un vero antidoto
È solo un esempio, non prendetelo per buono. Anche perché si capisce che c’è qualcosa che non va. Ma da un’idea di cosa si possa fare con il deepfake, l’uso di intelligenza artificiale che manipola un video applicando sul volto del protagonista la faccia di qualcun altro in tempo reale. A Striscia la notizia ad esempio c’era un Matteo Renzi che straparlava fra battute al vetriolo e commenti sui suoi avversari politici. Ultima vittima di una lunga serie collezionate da una tecnologia che da tre anni circa sta facendo passi da gigante.
Non c’è un antidoto. Soprattutto, per smascherare simili artefazioni quando non vengono dichiarate, serve tempo mentre la loro viralità online può essere istantanea e devastante. L’unica arma di difesa è uno scetticismo profondo e il sospetto permanente verso tutto e tutti. Il ché ha un effetto ancor più profondo e pericoloso delle manipolazioni stesse.
Google e Facebook stanno cercando di correre ai ripari compilando database enormi con onltre tremila deepfake per tentare di identificarli automaticamente senza che sia necessario l’intervento umano. Ma siamo alle prime contromisure e devono ancora dimostrare la propria efficacia. (LaRepubblica)
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È solo un esempio, non prendetelo per buono. Anche perché si capisce che c’è qualcosa che non va. Ma da un’idea di cosa si possa fare con il deepfake, l’uso di intelligenza artificiale che manipola un video applicando sul volto del protagonista la faccia di qualcun altro in tempo reale. A Striscia la notizia ad esempio c’era un Matteo Renzi che straparlava fra battute al vetriolo e commenti sui suoi avversari politici. Ultima vittima di una lunga serie collezionate da una tecnologia che da tre anni circa sta facendo passi da gigante.
Non c’è un antidoto. Soprattutto, per smascherare simili artefazioni quando non vengono dichiarate, serve tempo mentre la loro viralità online può essere istantanea e devastante. L’unica arma di difesa è uno scetticismo profondo e il sospetto permanente verso tutto e tutti. Il ché ha un effetto ancor più profondo e pericoloso delle manipolazioni stesse.
Google e Facebook stanno cercando di correre ai ripari compilando database enormi con onltre tremila deepfake per tentare di identificarli automaticamente senza che sia necessario l’intervento umano. Ma siamo alle prime contromisure e devono ancora dimostrare la propria efficacia. (LaRepubblica)
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