Sono oltre 37.000 i contagi da COVID-19 sul posto di lavoro tra la fine di febbraio e il 4 maggio: 9.000 in più nelle ultime due settimane per un totale di 129 morti con 31 decessi in più dal 21 aprile, con prevalenza degli uomini (82,2%) sulle donne (17,8%).
I medici e gli infermieri sono i più esposti al rischio infezione con il 73,2% e con il 40% dei casi mortali nel settore della sanità e assistenza sociale.
Il primato negativo è della Lombardia con quasi il 43% dei casi mortali, dal Nord Ovest il 53,9% del totale, 25,2% dal Nord Est, il resto è distribuito tra Centro (12,5%), Sud (6%) e Isole (2,4%).
Il Piemonte ha avuto il 14,9% dei casi mortali, l’Emilia Romagna il 10%, il Veneto l’8,9%, la Toscana il 5,8%, la Liguria il 4,2%.
L’età media dei lavoratori contagiati, fa sapere l’INAIL, è di 47 anni, sia per gli uomini che per le donne.
Ma sale a 59 anni se si considerano i casi mortali: 2 decessi su 3 sono nella fascia tra i 50 e i 64 anni, oltre il 20% dei decessi denunciati è nella fascia d’età sopra i 64 anni.
I medici e gli infermieri sono i più esposti al rischio infezione con il 73,2% e con il 40% dei casi mortali nel settore della sanità e assistenza sociale.
Il primato negativo è della Lombardia con quasi il 43% dei casi mortali, dal Nord Ovest il 53,9% del totale, 25,2% dal Nord Est, il resto è distribuito tra Centro (12,5%), Sud (6%) e Isole (2,4%).
Il Piemonte ha avuto il 14,9% dei casi mortali, l’Emilia Romagna il 10%, il Veneto l’8,9%, la Toscana il 5,8%, la Liguria il 4,2%.
L’età media dei lavoratori contagiati, fa sapere l’INAIL, è di 47 anni, sia per gli uomini che per le donne.
Ma sale a 59 anni se si considerano i casi mortali: 2 decessi su 3 sono nella fascia tra i 50 e i 64 anni, oltre il 20% dei decessi denunciati è nella fascia d’età sopra i 64 anni.