…E ciò che continuano a fare contro tutto il nostro Bioma. Per cui trafiggilo! ORA!"
Luana: "Dimostra un po' di pietà Kamelia! Per favore.. Non chiedo altro.. Comprensione…"
Kamelia: "Ho detto infilza quel coltello ADESSO!" disse urlandole contro, ed abbandonando la dolcezza apparente che aveva dimostrato inizialmente..
Luana: "BASTA!..."
Fatto. Involontariamente il coltello era finito dritto nello stomaco dell’uomo, liberato, nel momento in cui aveva subito il colpo, dal soggiogamento inflittogli da Kamelia. A quel punto era libero di soffrire, libero di sentire il dolore di ogni sua vittima da lui uccisa.
Luana: "Cosa ho fatto.. Non posso crederci.." disse distaccandosi dall’uomo, mentre il coltello giaceva nella sua ferita e Kamelia rimaneva inerme difronte tale spettacolo, ormai come una serie TV vista e rivista per la 100esima volta.
La sirena omicida, inizialmente scossa dall’atto commesso, poi rinsavita, si avvicina velocemente all’uomo, ormai in punto di morte: estrae il coltello, senza il minimo timore, ma solo un eterno pallore sul suo volto, cercando di tamponare la ferita, di dimensioni considerevoli, che lasciava uscire litri e litri di sangue, disciolti nelle acque abissali. Cosa fare? Come poter aiutare quell’uomo? Perché la disperazione ha portato a tanto? E Kamelia non aiutava di certo in queste riflessioni..
Kamelia: "Ormai è inutile provare a salvarlo Luana: è morto. Sei stata tu ad ucciderlo, e devi andarne più che fiera dato che adesso abbiamo qualche speranza di ritrovare tua madre, e soprattutto capire se quel famoso Veggente mente sulle sue qualità sensoriali o meno" disse la Sirena con aria molto, forse troppo, disinvolta; al contrario, lo stato mentale di Luana non era lo stesso, anzi, la sua mente tanto riflessiva, quanto ingarbugliata, era ormai andata fuori uso, non sapeva più cosa fosse giusto o sbagliato.
Luana: "Come fai a parlare in modo così tranquillo, quando hai un cadavere difronte ai tuoi occhi?! Spiegamelo! Non vedi che quest’uomo sta morendo! E io l’ho ucciso.." mentre il singhiozzo anticipava le lacrime, pronte ad emergere..
Kamelia: "Adesso tu ascoltami!" disse prendendola per le braccia, e rivolgendo il suo volto verso il suo medesimo.. "Tu hai ucciso è vero, ma non per divertimento, non per passatempo, non perché ti stava antipatico, ma semplicemente perché quest’uomo che tu stai cercando di salvare ha fatto delle cose orribili! Inaccettabili! Perché dovrebbe meritare la tua pietà? Con la sua morte potrai salvare quella di tua madre, e almeno renderai utile la vita di questo essere, che fino adesso è stata solo colma di odio e brutalità: Ne abbiamo abbastanza di odio su questo Mondo, se possiamo toglierne un granello facciamolo!"
Per quanto veritiere fossero le parole della Sirena, mentre le proferiva, le lacrime di Luana prendevano sfogo, in segno di confusione, non tanto di dispiacere: Non sapeva più cosa pensare, cosa fosse giusto o sbagliato, cosa fosse il bene e il male; Aveva perso ogni concetto identificatorio, ogni ramo etico e morale, che la caratterizzava.
Sperare in cosa adesso? Solo nello scorrere del tempo, che avrebbe, come si dice, guarito le sue ferite (si spera anche quelle profondamente interiori).
Le due Sirene, accompagnate dal cadavere dell’uomo, e dal bambino che precedentemente Luana aveva trovato, si dirigono verso la Casa del Veggente, poco fuori città. Il viaggio fu silenzioso, qualche volta rotto dal lamentarsi del bambino, o da alcuni pezzi dello Yatch che continuava a staccarsi, ed è stato “grazie” a quest’ultimi che si è garantito un raggio maggiore di distruzione di AtlHab.
Kamelia: "Siamo arrivati, questa dovrebbe essere la casa di quel vecchio. Speriamo riesca almeno nel suo mestiere, perché in quanto arredamento sta messo davvero male.."
La sirena non aveva tutti i torti: L’abitazione era fatiscente, costruita con materiali di scarto, terrestri, travi di ferro sostenevano la struttura, seppur logorati..
Luana: "Dimostra un po' di pietà Kamelia! Per favore.. Non chiedo altro.. Comprensione…"
Kamelia: "Ho detto infilza quel coltello ADESSO!" disse urlandole contro, ed abbandonando la dolcezza apparente che aveva dimostrato inizialmente..
Luana: "BASTA!..."
Fatto. Involontariamente il coltello era finito dritto nello stomaco dell’uomo, liberato, nel momento in cui aveva subito il colpo, dal soggiogamento inflittogli da Kamelia. A quel punto era libero di soffrire, libero di sentire il dolore di ogni sua vittima da lui uccisa.
Luana: "Cosa ho fatto.. Non posso crederci.." disse distaccandosi dall’uomo, mentre il coltello giaceva nella sua ferita e Kamelia rimaneva inerme difronte tale spettacolo, ormai come una serie TV vista e rivista per la 100esima volta.
La sirena omicida, inizialmente scossa dall’atto commesso, poi rinsavita, si avvicina velocemente all’uomo, ormai in punto di morte: estrae il coltello, senza il minimo timore, ma solo un eterno pallore sul suo volto, cercando di tamponare la ferita, di dimensioni considerevoli, che lasciava uscire litri e litri di sangue, disciolti nelle acque abissali. Cosa fare? Come poter aiutare quell’uomo? Perché la disperazione ha portato a tanto? E Kamelia non aiutava di certo in queste riflessioni..
Kamelia: "Ormai è inutile provare a salvarlo Luana: è morto. Sei stata tu ad ucciderlo, e devi andarne più che fiera dato che adesso abbiamo qualche speranza di ritrovare tua madre, e soprattutto capire se quel famoso Veggente mente sulle sue qualità sensoriali o meno" disse la Sirena con aria molto, forse troppo, disinvolta; al contrario, lo stato mentale di Luana non era lo stesso, anzi, la sua mente tanto riflessiva, quanto ingarbugliata, era ormai andata fuori uso, non sapeva più cosa fosse giusto o sbagliato.
Luana: "Come fai a parlare in modo così tranquillo, quando hai un cadavere difronte ai tuoi occhi?! Spiegamelo! Non vedi che quest’uomo sta morendo! E io l’ho ucciso.." mentre il singhiozzo anticipava le lacrime, pronte ad emergere..
Kamelia: "Adesso tu ascoltami!" disse prendendola per le braccia, e rivolgendo il suo volto verso il suo medesimo.. "Tu hai ucciso è vero, ma non per divertimento, non per passatempo, non perché ti stava antipatico, ma semplicemente perché quest’uomo che tu stai cercando di salvare ha fatto delle cose orribili! Inaccettabili! Perché dovrebbe meritare la tua pietà? Con la sua morte potrai salvare quella di tua madre, e almeno renderai utile la vita di questo essere, che fino adesso è stata solo colma di odio e brutalità: Ne abbiamo abbastanza di odio su questo Mondo, se possiamo toglierne un granello facciamolo!"
Per quanto veritiere fossero le parole della Sirena, mentre le proferiva, le lacrime di Luana prendevano sfogo, in segno di confusione, non tanto di dispiacere: Non sapeva più cosa pensare, cosa fosse giusto o sbagliato, cosa fosse il bene e il male; Aveva perso ogni concetto identificatorio, ogni ramo etico e morale, che la caratterizzava.
Sperare in cosa adesso? Solo nello scorrere del tempo, che avrebbe, come si dice, guarito le sue ferite (si spera anche quelle profondamente interiori).
Le due Sirene, accompagnate dal cadavere dell’uomo, e dal bambino che precedentemente Luana aveva trovato, si dirigono verso la Casa del Veggente, poco fuori città. Il viaggio fu silenzioso, qualche volta rotto dal lamentarsi del bambino, o da alcuni pezzi dello Yatch che continuava a staccarsi, ed è stato “grazie” a quest’ultimi che si è garantito un raggio maggiore di distruzione di AtlHab.
Kamelia: "Siamo arrivati, questa dovrebbe essere la casa di quel vecchio. Speriamo riesca almeno nel suo mestiere, perché in quanto arredamento sta messo davvero male.."
La sirena non aveva tutti i torti: L’abitazione era fatiscente, costruita con materiali di scarto, terrestri, travi di ferro sostenevano la struttura, seppur logorati..