Luana: "..Un passaggio, una botola, potrebbe essere ovunque! E devo anche sbrigarmi se non voglio essere scoperta dalle guardie.. Non credo che questi Giardini rimangano aperti per molto tempo ancora.." -continuando a nuotare, avvicinandosi sempre di più al centro del luogo, in direzione della grande conchiglia decorativa-.
Lasciando che la sirena continui a cercare una via d'accesso alle prigioni reali, Kamelia ormai sfinita, priva di ogni briciolo di forza, mancante ormai della volontà di fuggire, scappare dai suoi obblighi verso la giustizia, si era momentaneamente rifugiata in una piccola casupola molto lontana da AtlHab, senza cibo, ormai disidratata, moribonda.
Ebbe riuscita ad ottenere un buon vantaggio rispetto alle guardie che la inseguivano senza sosta, anche se quest'ultime erano anch'esse sfinite, rimaste indietro rispetto a Kamelia, non per la velocità di questa, ma per l'impossibilità da parte dei pedinatori di stare al passo. La sirena, ormai desiderosa solo di farla finita, vedere la fine di questo tunnel, di quest'incubo, si accascia a terra, dolorante al sentire il suo corpo lamentarsi, come se ogni muscolo che la costituiva si attorcigliasse tra sé e sé, e al tentativo di stiracchiarli, il dolore diventava ancor più lancinante:
Kamelia: "Ahia Ahia.. Non smettevo di nuotare da ormai tempo.. Ci voleva un attimo di pausa.." -stringendo i denti mentre si accovacciava a terra lentamente, senza bruschi movimenti che avrebbero potuto causarle qualche trauma- "Non posso fare a meno di pensare a Luana.. Sarà riuscita a raggiungere un qualche decente traguardo?.. L'ignoranza di non sapere è ancor più dolorosa del dolore stesso che sto provando adesso.." -da un piccolo e movimento e l'altro, mantenendo la fermezza delle sue parole, come se volesse dimostrare al tutto del niente il suo tasso di resistenza- "Mi piacerebbe molto sapere come le sta andando; Se è riuscita a ritrovare sua madre, anche solo se mi ha dimenticata.." -guardando verso il basso, precisamente la sua coda nera, con aria pensierosa, preoccupata, quasi si riusciva a provare pietà per quella ragazza, così, buttata lì come fosse uno straccio vecchio, consumato: La sua corazza si era smontata, e finalmente si potevano scorgere i lati nascosti della sua anima- "KAMELIA! Da quando ti preoccupi così tanto per una ragazzina? Una semplice ragazzina conosciuta per caso, oltretutto ad ostacolare il tuo cammino!" -tentando di nascondere le sue debolezze, come quando si cuciono e si ricuciono i fori di una stessa maglia, finché poi questa non si romperà a tal punto da non poterla più utilizzare-.
La sirena combattiva non riesce a vincere la sua guerra con sé stessa e col sonno, crollando dalla stanchezza, sdraiandosi a terra, abbandonando il pensiero di essere trovata.
???: "Sogna. Sogna bambina mia. Sono orgogliosa di te; di ciò che sei stata, che sei e che sarai. Io ti guardo. So a cosa pensi. So cosa vuoi davvero. Ti dico lotta, conquista, ama. Sappi amare. Cosa ti ha insegnato papà? Ad amare, a sognare, a vivere fino all'ultimo. Vivi per gli altri perché solo così potrai vivere per te.." -una voce soave, dolce, quasi angelica, Kamelia sentiva provenire da qualche parte, sembrava tanto lontana quanto vicina. Delle parole così belle nessuno gliele diceva ormai da tempo. Tanti consigli così, tutti in una volta, non li aveva quasi mai sentiti! Sembrava qualcuno che la conoscesse bene, ma chi? E come faceva a sapere di suo padre? Del padre di Kamelia?-.
Kamelia sembra risvegliarsi. Di nuovo lo stesso scenario: nube fitta impediva la vista, una luce nitida proveniva da qualunque angolo, ed infine, la sagoma di un uomo, che si stava avvicinando sempre di più alla Sirena. Kamelia sembrava poter parlare, sentiva la voce dentro di sé, sapeva che poteva e lo fece:
Kamelia: "Cos'è non hai più paura della distanza? Hai voglia di farti vedere? So che sei sempre tu per cui direi di farla finita con queste sceneggiate e arrivi subito al sodo: Cosa vuoi?"
Lasciando che la sirena continui a cercare una via d'accesso alle prigioni reali, Kamelia ormai sfinita, priva di ogni briciolo di forza, mancante ormai della volontà di fuggire, scappare dai suoi obblighi verso la giustizia, si era momentaneamente rifugiata in una piccola casupola molto lontana da AtlHab, senza cibo, ormai disidratata, moribonda.
Ebbe riuscita ad ottenere un buon vantaggio rispetto alle guardie che la inseguivano senza sosta, anche se quest'ultime erano anch'esse sfinite, rimaste indietro rispetto a Kamelia, non per la velocità di questa, ma per l'impossibilità da parte dei pedinatori di stare al passo. La sirena, ormai desiderosa solo di farla finita, vedere la fine di questo tunnel, di quest'incubo, si accascia a terra, dolorante al sentire il suo corpo lamentarsi, come se ogni muscolo che la costituiva si attorcigliasse tra sé e sé, e al tentativo di stiracchiarli, il dolore diventava ancor più lancinante:
Kamelia: "Ahia Ahia.. Non smettevo di nuotare da ormai tempo.. Ci voleva un attimo di pausa.." -stringendo i denti mentre si accovacciava a terra lentamente, senza bruschi movimenti che avrebbero potuto causarle qualche trauma- "Non posso fare a meno di pensare a Luana.. Sarà riuscita a raggiungere un qualche decente traguardo?.. L'ignoranza di non sapere è ancor più dolorosa del dolore stesso che sto provando adesso.." -da un piccolo e movimento e l'altro, mantenendo la fermezza delle sue parole, come se volesse dimostrare al tutto del niente il suo tasso di resistenza- "Mi piacerebbe molto sapere come le sta andando; Se è riuscita a ritrovare sua madre, anche solo se mi ha dimenticata.." -guardando verso il basso, precisamente la sua coda nera, con aria pensierosa, preoccupata, quasi si riusciva a provare pietà per quella ragazza, così, buttata lì come fosse uno straccio vecchio, consumato: La sua corazza si era smontata, e finalmente si potevano scorgere i lati nascosti della sua anima- "KAMELIA! Da quando ti preoccupi così tanto per una ragazzina? Una semplice ragazzina conosciuta per caso, oltretutto ad ostacolare il tuo cammino!" -tentando di nascondere le sue debolezze, come quando si cuciono e si ricuciono i fori di una stessa maglia, finché poi questa non si romperà a tal punto da non poterla più utilizzare-.
La sirena combattiva non riesce a vincere la sua guerra con sé stessa e col sonno, crollando dalla stanchezza, sdraiandosi a terra, abbandonando il pensiero di essere trovata.
???: "Sogna. Sogna bambina mia. Sono orgogliosa di te; di ciò che sei stata, che sei e che sarai. Io ti guardo. So a cosa pensi. So cosa vuoi davvero. Ti dico lotta, conquista, ama. Sappi amare. Cosa ti ha insegnato papà? Ad amare, a sognare, a vivere fino all'ultimo. Vivi per gli altri perché solo così potrai vivere per te.." -una voce soave, dolce, quasi angelica, Kamelia sentiva provenire da qualche parte, sembrava tanto lontana quanto vicina. Delle parole così belle nessuno gliele diceva ormai da tempo. Tanti consigli così, tutti in una volta, non li aveva quasi mai sentiti! Sembrava qualcuno che la conoscesse bene, ma chi? E come faceva a sapere di suo padre? Del padre di Kamelia?-.
Kamelia sembra risvegliarsi. Di nuovo lo stesso scenario: nube fitta impediva la vista, una luce nitida proveniva da qualunque angolo, ed infine, la sagoma di un uomo, che si stava avvicinando sempre di più alla Sirena. Kamelia sembrava poter parlare, sentiva la voce dentro di sé, sapeva che poteva e lo fece:
Kamelia: "Cos'è non hai più paura della distanza? Hai voglia di farti vedere? So che sei sempre tu per cui direi di farla finita con queste sceneggiate e arrivi subito al sodo: Cosa vuoi?"